Teoria perturbativa (meccanica quantistica): differenze tra le versioni

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In [[meccanica quantistica]], la '''teoria perturbativa''' (o '''teoria delle perturbazioni''') è un insieme di schemi di approssimazione legati all'omonima teoria matematica usati per descrivere un sistema quantistico complicato in termini di uno più semplice.
I metodi perturbativi in [[meccanica hamiltoniana]] trovano solitamente applicazione nelle perturbazioni dell'[[operatore hamiltoniano|hamiltoniana]] libera con un [[potenziale scalare|potenziale]].
 
L'idea è cominciare con un sistema semplice, per il quale è nota una soluzione matematica, e aggiungere all'[[operatore hamiltoniano]] un termine "perturbativo", che rappresenti un disturbo lieve del sistema. Se la perturbazione non è troppo grande, le varie grandezze fisiche associate al sistema perturbato (ad esempio, i [[Livello energetico|livelli energetici]] e gli [[Autostato|autostati]]) possono essere espresse come "correzioni" di quelle del sistema del sistema semplice. Queste correzioni, poiché piccole rispetto alle grandezze stesse, possono essere calcolate usando metodi approssimati come lo [[sviluppo asintotico]]. Il sistema complicato può essere quindi studiato sulla base della conoscenza di quello semplice. Nei fatti, si descrive un sistema complicato senza soluzione per mezzo di un sistema semplice risolvibile.
I sistemi [[fisica|fisici]] che si possono risolvere completamente sono molto pochi, per cui risulta necessario trovare delle tecniche di calcolo che consentano di avvicinarsi quantomeno ad una soluzione che descriva la [[natura]] nel modo più corretto possibile.
 
La teoria perturbativa in [[chimica quantistica]] viene applicata al concetto di [[Orbitale molecolare|orbitale]] per l'interpretazione matematica del [[legame chimico]].<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Tanja|cognome=van Mourik|data=13 marzo 2014|titolo=Density functional theory across chemistry, physics and biology|rivista=Philosophical transactions. Series A, Mathematical, physical, and engineering sciences|volume=372|numero=2011|accesso=11 aprile 2019|doi=10.1098/rsta.2012.0488|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3928866/|nome2=Michael|cognome2=Bühl|nome3=Marie-Pierre|cognome3=Gaigeot}}</ref>
 
== Introduzione ==
La teoria perturbativa è, come facilmente intuibile, un metodo di calcolo estremamente importante nella fisica moderna in quanto consente di descrivere i sistemi fisici quantistici reali, la cui quasi totalità è descritta da [[equazione differenziale|equazioni differenziali]] altrimenti difficilmente risolvibili in maniera esatta. Il metodo si basa sull'introduzione, nell'hamiltoniana, di una perturbazione, ovvero un potenziale così piccolo da giustificare uno sviluppo in [[serie di potenze]]. Ad esempio, aggiungendo un [[potenziale elettrico]] perturbativo all'hamiltoniana di un atomo di idrogeno - per la quale è stata trovata una soluzione esatta - si ottengono delle piccolissime variazioni nelle linee [[spettro (fisica)|spettrali]] dell'idrogeno causate proprio dal potenziale perturbativo: questo effetto va sotto il nome di [[effetto Stark]] lineare.
 
LeTuttavia, le soluzioni prodotte dalla teoria perturbativa non sono, però, esatte, anche se sono estremamente accurate. Tipicamente i risultati sono espressi in termini di serie di potenze [[infinito (matematica)|infinite]] che convergono rapidamente alla soluzione esatta man mano che ci si ferma nello sviluppo ad un ordine sempre più alto. Nella [[Elettrodinamica quantistica|QED]], dove l'interazione tra [[elettrone]] e [[fotone]] è trattata perturbativamente, il calcolo del [[momento magnetico]] dell'elettrone è stato determinato in accordo con il dato sperimentale fino all'undicesima cifra decimale. In QED e in altre [[teoria di campo quantistica|teorie di campo quantistiche]], speciali tecniche di calcolo note come [[diagramma di Feynman|diagrammi di Feynman]] sono utilizzate per sommare i termini delle serie di potenze.
Ad esempio, aggiungendo un [[potenziale elettrico]] perturbativo all'hamiltoniana di un atomo di idrogeno - per la quale è stata trovata una soluzione esatta - si ottengono delle piccolissime variazioni nelle linee [[spettro (fisica)|spettrali]] dell'idrogeno causate proprio dal potenziale perturbativo: questo effetto va sotto il nome di [[effetto Stark]] lineare.
 
Le soluzioni prodotte dalla teoria perturbativa non sono, però, esatte, anche se sono estremamente accurate. Tipicamente i risultati sono espressi in termini di serie di potenze [[infinito (matematica)|infinite]] che convergono rapidamente alla soluzione esatta man mano che ci si ferma nello sviluppo ad un ordine sempre più alto. Nella [[Elettrodinamica quantistica|QED]], dove l'interazione tra [[elettrone]] e [[fotone]] è trattata perturbativamente, il calcolo del [[momento magnetico]] dell'elettrone è stato determinato in accordo con il dato sperimentale fino all'undicesima cifra decimale. In QED e in altre [[teoria di campo quantistica|teorie di campo quantistiche]], speciali tecniche di calcolo note come [[diagramma di Feynman|diagrammi di Feynman]] sono utilizzate per sommare i termini delle serie di potenze.
 
In certe condizioni, la teoria perturbativa non può essere utilizzata; questo perché il sistema che si vuole descrivere non può essere descritto con l'introduzione di una perturbazione in una situazione ideale libera. In [[cromodinamica quantistica]] (QCD), ad esempio, l'[[interazione]] tra i [[quark (particella)|quark]] ed il [[campo (fisica)|campo]] [[gluone|gluonico]] non può essere trattata perturbativamente a bassa energia a causa del fatto che essa diventa troppo grande. La teoria perturbativa, inoltre, non va bene per descrivere stati che non sono generati con [[discreto e continuo|continuità]], incluse le condizioni al contorno e i fenomeni collettivi noti come [[solitone|solitoni]].
 
Tra i sistemi che possono essere trattati con la teoria perturbativa vi sono inoltre la [[struttura fine]] dell'atomo di idrogeno e degli idrogenoidi, l'[[effetto Zeeman]] ed il [[limite di Paschen-Back]]. Inoltre, con le tecniche di [[simulazione]] moderne, si è in grado di applicare la teoria perturbativa a molti sistemi sempre più complicati, ottenendo delle buone soluzioni numeriche.
l'[[effetto Zeeman]] ed il [[limite di Paschen-Back]]. Inoltre, con le tecniche di [[simulazione]] moderne, si è in grado di applicare la teoria perturbativa a molti sistemi sempre più complicati, ottenendo delle buone soluzioni numeriche.
 
A fianco della teoria perturbativa indipendente dal tempo c'è anche la teoria perturbativa dipendente dal tempo, nella quale si considerano sia potenziale sia, soprattutto, soluzioni dipendenti dal [[tempo]]. Esistono, infine, altri metodi per ottenere soluzioni approssimate del problema agli autovalori per una data hamiltoniana tra i quali i più importanti sono il [[metodo variazionale (meccanica quantistica)|metodo variazionale]] e l'[[approssimazione WKB]].