Ferrovia Siliqua-San Giovanni Suergiu-Calasetta: differenze tra le versioni
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== Storia ==
[[File:Stazioni FS e FMS Siliqua
Le origini della ''ferrovia del Sulcis'' risalgono agli anni [[anni 1910|dieci del Novecento]], quando, sulla spinta delle popolazioni sulcitane<ref>{{cita|Sanna|pp.23-24}}.</ref>, venne decisa la realizzazione di un collegamento ferroviario per questo territorio. Furono due i progetti presentati: uno della ditta Vanini, che prevedeva il collegamento tra Cagliari e Calasetta interamente a scartamento ridotto, passando per [[Capoterra]] e [[Santadi]] sfruttando anche i tracciati delle già esistenti linee industriali San Leone - La Maddalena e Pantaleo - Portobotte. L'altro progetto, della ditta Cugnasca, prevedeva il collegamento del territorio con Cagliari tramite trasbordo con le FS a [[Siliqua (Italia)|Siliqua]]. La scelta del tracciato cadde su quest'ultima soluzione, ma i lavori per la costruzione della Siliqua - Palmas Suergiu - Calasetta poterono iniziare solo nel [[1923]] una volta terminata la [[prima guerra mondiale]] e stabilizzatasi la situazione economica. La concessione della linea fu data alla [[Ferrovie Meridionali Sarde]], società nata nel [[1915]] appositamente per la costruzione e l'esercizio della ferrovia del Sulcis. I lavori, appaltatati alla ditta Durando e Tomassini, ebbero inizio nel [[1923]] per poi concludersi nell'aprile [[1926]], con cinque mesi d'anticipo rispetto alla consegna stabilita<ref>{{cita|Vinelli|p.841 (3 nel pdf)}}.</ref>. L'intera rete FMS, comprendente anche una linea di {{M|30|u=km}} che a Palmas Suergiu si staccava dalla Siliqua - Calasetta per terminare a Iglesias (ferrovia prevista sia dal progetto Vanini che dal progetto Cugnasca), fu inaugurata il 13 maggio [[1926]]<ref name="inaugurazione">{{cita|Sanna|p.47}}.</ref><ref>{{cita|Vinelli|p.839(1 nel pdf)}}.</ref>. L'avvio del regolare esercizio avvenne il 23 maggio dello stesso anno<ref name="inaugurazione" />.
[[File:Viadotto Rio Fundus.jpg|thumb|left|Il viadotto sul rio Fundus, nei pressi di Terrubia, è una delle più importanti opere d'arte realizzate lungo la linea]]
Il percorso della ferrovia (di circa {{M|80|u=km}}) aveva origine dalla [[stazione di Siliqua (FMS)|stazione FMS di Siliqua]], situata di fronte a [[Stazione di Siliqua|quella delle FS]], dopodiché procedeva verso sud, attraversando, anche grazie a ponti, terrapieni, tratti in trincea e una galleria i rilievi che conducono verso il Sulcis tramite il valico di Campanasissa, nella cui [[stazione di Campanasissa|omonima stazione]] si raggiungeva l'altitudine massima della ferrovia. Da qui in poi la linea iniziava la sua lunga e dolce discesa verso il mare, e virando verso ovest giungeva a Terrubia e [[Narcao]], anche in questo tratto grazie anche a varie opere d'arte, tra cui il viadotto sul rio Fundus, il ponte più alto tra quelli realizzati nella rete FMS<ref>{{cita|Sanna|p.38}}.</ref>. Da Narcao la linea continuava verso sud verso [[Santadi]] (dove incrociava la ferrovia privata Santadi - Portobotte), [[Piscinas]] e [[Giba]], per poi risalire verso [[Tratalias]] (non prima di aver sovrapassato una seconda volta la Santadi - Portobotte nei pressi dell'area dove in seguito fu costruita la [[diga di Monte Pranu]]). Proseguendo verso ovest il tracciato giungeva alla [[Stazione di San Giovanni Suergiu|stazione del comune di Palmas Suergiu]], divenuto nel dopoguerra l'odierna [[San Giovanni Suergiu]]. Questo impianto era lo scalo di diramazione delle FMS, visto che da qui aveva origine la [[Ferrovia San Giovanni Suergiu-Iglesias|linea per Iglesias]]. Lasciata San Giovanni Suergiu il tracciato costeggiava la [[Strada statale 126 Sud Occidentale Sarda|SS 126]], raggiungendo prima la fermata di Santa Caterina (dai cui scambi si aveva accesso al fascio binari posto nell'omonima [[centrale elettrica]]), e successivamente la [[stazione di Sant'Antioco Ponti|stazione in località Ponti]] a [[Sant'Antioco (Italia)|Sant'Antioco]], sita nel porto di quest'ultimo abitato. Da qui la ferrovia giungeva nell'[[isola di Sant'Antioco]], raggiungendo la stazione dell'omonimo centro, da cui poi i binari si estendevano lungo la costa nord est dell'isola. Dopo la [[stazione di Cussorgia|fermata nella frazione balneare di Cussorgia]], la linea terminava infine nel lungomare di [[Calasetta]], con la [[stazione di Calasetta|stazione capolinea]] situata a pochi metri dal porto.▼
Da sottolineare come in fase progettuale e nel primo periodo di esercizio fu tenuta in considerazione l'ipotesi di mettere in atto in parte il progetto Vanini, diramando dalla stazione di Santadi una linea che raggiungesse Cagliari<ref>{{cita|Sanna|p.46, 201}}.</ref> con un collegamento interamente a [[scartamento ridotto]]. Inoltre ancor prima che la ferrovia fosse completata<ref>{{cita|Sanna|p.46}}.</ref> già si parlò della possibilità di collegare Siliqua con [[Villacidro]] (e quindi con la ferrovia che da qui partiva per [[Isili]] e [[Ales]]), creando di fatto un unico tronco ferroviario a scartamento ridotto tra Calasetta e il [[Sarcidano]] e la rete meridionale delle [[Ferrovie Complementari della Sardegna]]<ref name="interconnessione" />. Tale proposta fu inoltre inserita nel [[Regio Decreto]] 2038 del 28 novembre [[1926]] in materia di ''Approvazione del programma per le nuove concessioni ferroviarie in Sardegna'', ma così come per la Santadi - Cagliari tali collegamenti rimasero solo sulla carta.
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==Percorso==
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!colspan=6|Stazioni e fermate
[[File:Stazione di Calasetta 2.JPG|thumb|Vista dall'ex piazzale binari della stazione di testa di Calasetta nel 2012. L'ex capolinea si trova nei pressi del porto dell'omonimo comune]]▼
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▲{| class="wikitable float-right"
{{Percorso_fer5||CONTg||||||[[Ferrovia Decimomannu-Iglesias|Linea RFI per Cagliari]]|}}
{{Percorso_fer5||BHF|exKBHFa|||0+000|[[Stazione di Siliqua|Siliqua (FS)]] - [[Stazione di Siliqua (FMS)|Siliqua (FMS)]]|||{{M|54|ul=m s.l.m.}}}}
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{{Percorso_fer1|exHST|62|[[Stazione di Santa Caterina|Santa Caterina]]|5={{M|2|u=m s.l.m.}}}}
{{Percorso_fer5||exKDSTaq|exABZgr|||||Centrale elettrica di Santa Caterina|}}
{{Percorso_fer1|exhKRZWae|66+264||Ponte girevole laguna di Sant'Antioco<ref>Rimosso attorno al 1940 dopo l'interramento del canale sottostante i due ponti ferroviario e stradale, cfr. {{cita web|url=https://www.guardiacostiera.gov.it/sant-antioco/Pages/storia.aspx|titolo=Cenni Storici|accesso=12 aprile 2020}} e {{cita web|url=https://portal.sardegnasira.it/documents/21213/89093/Documento+di+scoping_PRP+sant%27Antioco.pdf/560c78a3-4cc7-44bf-bd00-52cc156106b3|titolo=Valutazione ambientale strategica del piano regolatore portuale|editore=Comune di Sant'Antioco|formato=pdf|data=15 novembre 2017|accesso=12 aprile 2020}}</ref>}}
{{Percorso_fer5||exSTR+l|exABZgr|||67+916||Raccordo Is Funtaneddas|}}
{{Percorso_fer3|exSTR|exBHF||68+019|[[Stazione di Sant'Antioco|Sant'Antioco]]||{{M|2|u=m s.l.m.}}}}
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{{Percorso_fer5||exENDEe||||||Molo [[Calasetta]]|}}
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▲[[File:Stazione di Calasetta 2.JPG|thumb|left|Vista dall'ex piazzale binari della stazione di testa di Calasetta nel 2012. L'ex capolinea si trova nei pressi del porto dell'omonimo comune]]
▲Il percorso della ferrovia (di circa {{M|80|u=km}}) aveva origine dalla [[stazione di Siliqua (FMS)|stazione FMS di Siliqua]], situata di fronte a [[Stazione di Siliqua|quella delle FS]], dopodiché procedeva verso sud, attraversando, anche grazie a ponti, terrapieni, tratti in trincea e una galleria i rilievi che conducono verso il Sulcis tramite il valico di Campanasissa, nella cui [[stazione di Campanasissa|omonima stazione]] si raggiungeva l'altitudine massima della ferrovia. Da qui in poi la linea iniziava la sua lunga e dolce discesa verso il mare, e virando verso ovest giungeva a Terrubia e [[Narcao]], anche in questo tratto grazie anche a varie opere d'arte, tra cui il viadotto sul rio Fundus, il ponte più alto tra quelli realizzati nella rete FMS<ref>{{cita|Sanna|p.38}}.</ref>. Da Narcao la linea continuava verso sud verso [[Santadi]] (dove incrociava la ferrovia privata Santadi - Portobotte), [[Piscinas]] e [[Giba]], per poi risalire verso [[Tratalias]] (non prima di aver sovrapassato una seconda volta la Santadi - Portobotte nei pressi dell'area dove in seguito fu costruita la [[diga di Monte Pranu]]). Proseguendo verso ovest il tracciato giungeva alla [[Stazione di San Giovanni Suergiu|stazione del comune di Palmas Suergiu]], divenuto nel dopoguerra l'odierna [[San Giovanni Suergiu]]. Questo impianto era lo scalo di diramazione delle FMS, visto che da qui aveva origine la [[Ferrovia San Giovanni Suergiu-Iglesias|linea per Iglesias]]. Lasciata San Giovanni Suergiu il tracciato costeggiava la [[Strada statale 126 Sud Occidentale Sarda|SS 126]], raggiungendo prima la fermata di Santa Caterina (dai cui scambi si aveva accesso al fascio binari posto nell'omonima [[centrale elettrica]]), e successivamente la [[stazione di Sant'Antioco Ponti|stazione in località Ponti]] a [[Sant'Antioco (Italia)|Sant'Antioco]], sita nel porto di quest'ultimo abitato. Da qui la ferrovia giungeva nell'[[isola di Sant'Antioco]], raggiungendo la stazione dell'omonimo centro, da cui poi i binari si estendevano lungo la costa nord est dell'isola. Dopo la [[stazione di Cussorgia|fermata nella frazione balneare di Cussorgia]], la linea terminava infine nel lungomare di [[Calasetta]], con la [[stazione di Calasetta|stazione capolinea]] situata a pochi metri dal porto.
== Mezzi di trazione utilizzati ==
===Trazione a vapore===
Lungo la Siliqua - San Giovanni Suergiu - Calasetta vennero impiegate varie tipologie di [[locomotiva a vapore|locomotive a vapore]], sia per il servizio merci che per il trasporto dei passeggeri, anche se per quest'ultima tipologia di servizio col tempo vennero usate in prevalenza automotrici.
[[File:Locomotiva FMS 101 Breda 9.jpg|thumb|left|La Breda numero 101, uno degli 8 esemplari del gruppo utilizzato nel primo decennio di attività della linea. Insieme alla numero 106 è l'unico esemplare di locomotiva FMS sopravvissuto alla demolizione<ref>{{cita|Sanna|p.118}}.</ref>]]
Quando la linea fu aperta al traffico nel 1926 le FMS avevano a disposizione 8 nuove locomotive [[Società Italiana Ernesto Breda per Costruzioni Meccaniche|Breda]] che furono immesse in esercizio coi numeri progressivi compresi tra 101 a 108. Questi locotender espletarono sia il servizio merci che quello passeggeri (quest'ultimo principalmente nei primi decenni di attività), e saranno il solo gruppo di locomotive delle FMS ad essere ancora in attività nel 1974, quando la rete fu definitivamente chiusa<ref>{{cita|Altara|p.286}}.</ref><ref name="marcheselli">{{cita|Marcheselli|p.31}}.</ref>.
{{vedi anche|Locomotiva FMS 100}}
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L'aumentata necessità di trasporto che si ebbe nel territorio portò le FMS ad acquisire in seguito altre locomotive a vapore da altre amministrazioni ferroviarie italiane. Nello specifico entrarono in servizio nella rete:
* 2 [[Locomotiva SFSS Winterthur|locomotive Winterthur]] [[Schweizerische Lokomotiv- und Maschinenfabrik|SLM]] prodotte in origine per le [[Strade Ferrate Secondarie della Sardegna]] tra il [[1888]] e il [[1889]]<ref>{{cita|Altara|pp.230-234}}.</ref><ref name="SLM">{{cita|Sanna|137}}.</ref>. Queste due macchine furono comprate dalle [[Ferrovie Complementari della Sardegna]] nel 1936<ref>{{cita|Altara|p.282}}.</ref>, mantenendone la numerazione originaria delle SFSS (29 e 30, rispettivamente denominate Bologna e Padova<ref name="SLM" />). Questi due rotabili furono utilizzati in prevalenza per i servizi meno impegnativi e come locomotive di manovra negli scali di [[Carbonia]] e [[Iglesias (Italia)|Iglesias]]<ref>{{cita|Sanna|p.137}}.</ref> sulla San Giovanni Suergiu - Iglesias.
[[File:Mallet FMS.jpg|thumb
* 9<ref name="Mallet">{{cita|Sanna|p.141}}.</ref><ref name="date_loco" /> [[locomotiva Mallet|locomotive Mallet]] [[Henschel & Sohn|Henschel]] prodotte in origine per la [[Ferrovia della Val di Fiemme]] nel 1916<ref name="date_loco" />. Le Ferrovie Meridionali Sarde acquisirono i rotabili nel 1937 da questa società attiva nel [[Trentino-Alto Adige]]. Essendo i binari di questa linea diversi come [[scartamento]] da quelli del [[Sulcis-Iglesiente]] fu necessaria la modifica delle locomotive, affidata alle [[Officine Meccaniche Reggiane]] che le adattarono nel 1938. Le FMS le immatricolarono coi numeri da 151 al 159, utilizzandole in prevalenza per il traino dei treni merci, in primis quelli per il trasporto del [[carbone]]<ref name="Mallet" />, grazie alla loro potenza.
{{vedi anche|Locomotiva FS R.600}}
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Le ultime ALn 200 in esercizio furono definitivamente accantonate nel 1972<ref name="altara_date" />, mentre le ADe 300 passarono alle [[Ferrovie Complementari della Sardegna|FCS]] pochi mesi dopo la chiusura delle rete FMS. Due esemplari delle ADe ex FMS nel 2010 risultavano ancora utilizzati dall'[[ARST]] lungo le linee a scartamento ridotto del centro Sardegna<ref>{{cita web | url=http://www.arst.sardegna.it/media/0/12911275923110/elenco_rotabili_ferroviari_lotto_2.pdf | titolo=Elenco Corpi ferroviari ARST FD | editore=[[ARST]] | data=23 novembre 2010 | accesso=29 aprile 2012}}</ref>.
==Note==
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