Argo (città antica): differenze tra le versioni

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Il potere politico venne controllato dall'Assemblea, dalla [[Bulé|Boulè]] (un'assemblea ristretta riservata ai più anziani) ed a varie magistrature come quella dei [[Damiurghi]]<ref>''Argos: une autre démocratie'' di Piérart Marcel.</ref>. Rimarrà ancora la figura del re ma sarà elettiva e con poteri molto limitati (sacerdotali e militari, probabilmente presiedeva la Boulè).
 
La sconfitta di Sepeia (Sepia) con la successiva strage di opliti avversari operata del re spartano Cleomene I causerà un gravissima crisi demografica in Argo (Erodoto parla di 6000 caduti). Dell'antica aristocrazia dorica restavano solo vecchi, donne e bambini, fu necessario coinvolgere nell'amministrazione della città i [[perieci]]. Non vi fu un vero e proprio mutamento istituzionale ma molte persone nuove entrarono nelle strutture di potere della polis. L'antica aristocrazia dovette accettare questo mutamento, conservando il controllo della Boulè, in attesa che i bambini crescessero ed una nuova generazione di nobili fosse disponibile<ref>Erodoto ''Le Storie'' VI,83: ''Ma Argo fu così totalmente privata di uomini che i loro schiavi presero il controllo di tutti gli affari, amministrando e governando finché i figli dei caduti non crebbero. Poi questi riconquistarono Argo e scacciarono gli schiavi che si rifugiarono a Tirinto, conquistandola con la forza''.</ref>. Argo comunque non venne distrutta (e di questo gli spartani accusarono Cleomene I), non dovette entrare nella [[Lega peloponnesiaca|lega del Peloponneso]] e poté mantenere l'indipendenza.
Argo comunque non venne distrutta (e di questo gli spartani accusarono Cleomene I), non dovette entrare nella [[Lega peloponnesiaca|lega del Peloponneso]] e poté mantenere l'indipendenza.
 
[[File:Cimon.jpg|thumb|Ritratto di [[Cimone]]]]
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Dal 474 a.C. al 470 a.C. sarà in Argo l'ateniese [[Temistocle]] che, ostracizzato da Atene per le sue idee antispartane, tenta da qui di organizzare una lega antispartana<ref>Tucidide, ''La guerra del Peloponneso'', I,135,3</ref>. La presenza del grande stratega e politico ateniese probabilmente favorì ulteriormente il processo di democratizzazione della città.
 
Il mutamento della politica estera ateniese sotto il dominio di [[Cimone]], con il concetto delle due sfere di influenza e la fine della ostilità verso Sparta, lascerà sconcertati gli argivi che infatti non parteciparono alla battaglia di Dipea a fianco degli Arcadi contro gli Spartani. Ciò favorì una ripresa del partito oligarchico nel 468 a.C. Quando i figli degli aristocratici giunti alla maggiore età ripresero il controllo della città scacciando gran parte dei nuovi venuti che si rifugiarono a [[Tirinto]] conquistandola. Per un qualche tempo fra le due città regnò la pace ma poi gli esuli tentarono di riconquistare Argo (Erodoto racconta che furono in questo consigliati da un certo Cleandro proveniente dall'Arcadia) e furono definitivamente sconfitti<ref>Erodoto, ''Le Storie'', VI,83,2.</ref>. Nel 464 a.C. Argo non approfittò della debolezza spartana causata da un [[Terremoto di Sparta del 464 a.C.|forte terremoto]] e non scese in guerra a fianco dei [[Messeni]] probabilmente a causa degli accennati problemi interni. Ma il processo di democratizzazione era ormai avviato perché i giovani aristocratici erano cresciuti in una città diversa dal passato ed avevano ammirazione per la democratica, [[Atene]], nemica di Sparta ed anche perché stava crescendo una nuova generazione di meticci fra i vecchi e nuovi cittadini. Il potere dell'assemblea (che raccoglieva tutti i cittadini adulti) continuò a crescere e le nuove magistrature (come gli artini<ref>Tucidide, ''La guerra del Peloponneso'', V,47,9</ref>) ridussero ulteriormente il potere regio fino alla sua scomparsa.
Ma il processo di democratizzazione era ormai avviato perché i giovani aristocratici erano cresciuti in una città diversa dal passato ed avevano ammirazione per la democratica, [[Atene]], nemica di Sparta ed anche perché stava crescendo una nuova generazione di meticci fra i vecchi e nuovi cittadini.
Il potere dell'assemblea (che raccoglieva tutti i cittadini adulti) continuò a crescere e le nuove magistrature (come gli artini<ref>Tucidide, ''La guerra del Peloponneso'', V,47,9</ref>) ridussero ulteriormente il potere regio fino alla sua scomparsa.
 
=== L'alleanza con Atene ===
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Durante la [[seconda guerra sacra]] Argo sarà fedele alleata di Atene, subendo anch'essa la sconfitta di [[Tanagra]] in [[Beozia]] per il tradimento della cavalleria tessala (i caduti argivi vennero seppelliti ad Atene) e contribuendo alla successiva vittoria Ateniese sui Beoti a [[Enofita]] sconfiggendo i rinforzi spartani a [[Enoe (Argolide)|Enoe]], sulla importante via diretta da Argo a [[Mantinea]].
 
Dal 451 al 421 a.C. Argo mantenne una politica estera ambigua. Nel 446 a.C. firmerà insieme ad Atene il trattato di pace trentennale con Sparta e rimarrà neutrale durante la prima fase della guerra del Peloponneso. È da notare però che, per la strategia militare adottata da [[Pericle]] in questa fase (solo difendersi a terra ed attaccare per mare), un contributo argivo alla guerra non era necessario e poi gli argivi erano legati ancora al trattato di pace trentennale con Sparta che gli ateniesi avevano infranto. Tucidide però annota la presenza dell'argivo Pollide (se pur in qualità di privato) fra i membri della missione diplomatica inviata dai peloponnesiaci al gran [[re di Persia]] (per chiederne l'appoggio contro [[Atene]]) e che fu intertercettataintercettata in Tracia nel 430 a.C.<ref>Tucidide, ''La guerra del Peloponneso'', II,67</ref>. Tutti questi fatti ed anche la presenza come privato di Pollide nella missione diplomatica verso la Persia sembrano indicare uno stato di instabilità politica e dissidi in Argo almeno fino al 421 a.C.<ref name="Bearzot"/>
Tutti questi fatti ed anche la presenza come privato di Pollide nella missione diplomatica verso la Persia sembrano indicare uno stato di instabilità politica e dissidi in Argo almeno fino al 421 a.C.<ref name="Bearzot"/>
 
[[File:Kefalari Naos Zoodochos Pigi.jpg|thumb|La chiesa turca di Zoodochos Pigi presso il centro nuovo di Argo]]
 
Nel 421 a.C., allo scadere del trattato trentennale con [[Sparta]], Argo rifiutò di rinnovare il trattato adducendo come scusa la mancata restituzione del territorio della [[Cinuria]] che gli Spartani avevano assegnato agli esuli di Egina nel 431 a.C. e che gli Argivi reclamavano come loro. La potenza spartana si trovava infatti in difficoltà per i mancati successi nella [[guerra del Peloponneso]] ed Argo intendeva approfittarne<ref>Tucidide, ''La guerra del Peloponneso'', V,14</ref>. [[Sparta]] tentò di isolare internazionalmente Argo stringendo un vero patto di alleanza cinquantennale con Atene, ma il malumore di [[Corinto]] e di altri alleati di Sparta verso la cessazione delle ostilità contro Atene diede ad Argo nuove possibilità.
La potenza spartana si trovava infatti in difficoltà per i mancati successi nella [[guerra del Peloponneso]] ed Argo intendeva approfittarne<ref>Tucidide, ''La guerra del Peloponneso'', V,14</ref>. [[Sparta]] tentò di isolare internazionalmente Argo stringendo un vero patto di alleanza cinquantennale con Atene, ma il malumore di [[Corinto]] e di altri alleati di Sparta verso la cessazione delle ostilità contro Atene diede ad Argo nuove possibilità.
 
Gli ambasciatori di [[Corinto]] proposero un'alleanza con Argo incitandola a divenire la città guida del Peloponneso al posto di Sparta<ref>Tucidide, ''La guerra del Peloponneso'', V,27-28</ref>. All'alleanza aderirono [[Mantinea]], gli Elei, ma non i Beoti. Al rifiuto di adesione alla nuova lega anche di [[Tegea]], [[Corinto]] abbandonò Argo e tornò all'alleanza con Sparta. Nel frattempo però i rapporti fra Sparta ed Atene erano tornati a peggiorare ed il partito della guerra in Atene, ora diretto da [[Alcibiade]], spingeva per la rottura del patto con gli Spartani e per un nuovo trattato con Argo. Fu così che Atene aderì alla lega degli Argivi<ref>Tucidide, ''La guerra del Peloponneso'', V,47-48</ref>.
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=== Periodo medievale ===
Argo fece parte dell'impero Bizantino fino alla conquista ottomana. Durante il XII secolo sulla collina di Larissa, l'antica sede dell'acropoli, fu costruito un castello, chiamato ''Kastro Larissa''. Argo fu poi conquistata dai Crociati e poi dalla [[Repubblica di Venezia]] finché nel 1483 non divenne parte dell'[[Impero Ottomano]]. Fu riconquistata dai Veneziani comandati dal doge [[Francesco Morosini]] nel 1686 ([[Guerra di Morea]]), ma poi riconquistata dagli ottomani nel 1715 nel corso della [[Guerre turco-veneziane|guerra Turco Veneta]] (1714-1718).
Argo fece parte dell'impero Bizantino fino alla conquista ottomana.
Durante il XII secolo sulla collina di Larissa, l'antica sede dell'acropoli, fu costruito un castello, chiamato ''Kastro Larissa''. Argo fu poi conquistata dai Crociati e poi dalla [[Repubblica di Venezia]] finché nel 1483 non divenne parte dell'[[Impero Ottomano]]. Fu riconquistata dai Veneziani comandati dal doge [[Francesco Morosini]] nel 1686 ([[Guerra di Morea]]), ma poi riconquistata dagli ottomani nel 1715 nel corso della [[Guerre turco-veneziane|guerra Turco Veneta]] (1714-1718).
 
=== Periodo moderno ===
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== Mito ==
{{Vedi anche|Lista dei re di Argo}}
Il mito attribuisce la sua fondazione ad [[Argo (re di Argo)|Argo]] i cui discendenti regnarono per nove generazioni fino al re [[Gelanore]]. Questi fu detronizzato da [[Danao]] (nipote di [[Poseidone]] e gemello di [[Egitto (mitologia)|Egitto]]), che divenne così il decimo re di Argo.<br />A questi succedette [[Linceo (re di Argo)|Linceo]] (che sposò [[Ipermnestra]]) ed a questi il figlio [[Abante (figlio di Linceo)|Abante]] che fu marito di [[Aglea]] e che fu il padre dei gemelli [[Acrisio]] e [[Preto]] e di [[Idomenea]] e di [[Lirco]], quest'ultimo un figlio bastardo.
A questi succedette [[Linceo (re di Argo)|Linceo]] (che sposò [[Ipermnestra]]) ed a questi il figlio [[Abante (figlio di Linceo)|Abante]] che fu marito di [[Aglea]] e che fu il padre dei gemelli [[Acrisio]] e [[Preto]] e di [[Idomenea]] e di [[Lirco]], quest'ultimo un figlio bastardo.
 
I due gemelli essendo entrambi figli maggiori e pretendendo entrambi alla successione lottarono a lungo, fino a quando Preto non venne sopraffatto, e Acrisio poté salire al trono della città di Argo. Preto si rifugiò a [[Tirinto]] e divenne re di questa città.
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Perseo divenne così re di Argo ma, non sentendosi degno di succedere a un re che aveva involontariamente ucciso, propose al cugino [[Megapente (figlio di Preto)|Megapente]], succeduto al padre Preto come re di Tirinto, di scambiarsi i regni. Poi fondò [[Micene]], facendo costruire ai [[Ciclopi]] delle [[Mura poligonali|mura invincibili]] come quelle di Tirinto. Micene divenne la capitale del regno.
 
A Megapente succedette prima il figlio maggiore Ifianira e poi l'altro figlio [[Anassagora (mitologia)|Anassagora]]. Quando le donne argive impazzirono, per colpa di [[Dioniso]], la loro furia venne scatenata durante il regno di Anassagora. Il re allora chiese aiuto all'indovino [[Melampo (figlio di Amitaone)|Melampo]] e a suo fratello [[Biante]] che riuscirono a riportarle alla ragione, grazie alle loro tecniche mediche. Essi però chiesero in cambio al re un terzo del regno. Quando il re si rifiutò di accontentarli, le donne tornarono a impazzire e Anassagora dovette richiamarli e pregarli di guarirle di nuovo, ma questa volta la richiesta fu di un terzo del regno a testa e il matrimonio con le figlie del re. Anassagora acconsentì, tenendo per sé solo il terzo del regno comprendente la città di Argo. Seguirono dunque alcune generazioni in cui i re furono tre: i discendenti di Anassagora e quelli di Melampo e quelli di Biante.<ref name="ReferenceA">Pausania. ''Periegesi della Grecia'' XVIII,4</ref>
Il re allora chiese aiuto all'indovino [[Melampo (figlio di Amitaone)|Melampo]] e a suo fratello [[Biante]] che riuscirono a riportarle alla ragione, grazie alle loro tecniche mediche. Essi però chiesero in cambio al re un terzo del regno. Quando il re si rifiutò di accontentarli, le donne tornarono a impazzire e Anassagora dovette richiamarli e pregarli di guarirle di nuovo, ma questa volta la richiesta fu di un terzo del regno a testa e il matrimonio con le figlie del re. Anassagora acconsentì, tenendo per sé solo il terzo del regno comprendente la città di Argo.
Seguirono dunque alcune generazioni in cui i re furono tre: i discendenti di Anassagora e quelli di Melampo e quelli di Biante.<ref name="ReferenceA">Pausania. ''Periegesi della Grecia'' XVIII,4</ref>
 
[[File:Reggio calabria museo nazionale bronzi di riace.jpg|thumb|Bronzi di Riace<br />In primo piano Statua A (il giovane),<br />in fondo la Statua B (il vecchio)|311x311px]]
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A [[Biante]] succedette il figlio [[Talao]], e a questi il figlio [[Adrasto]] che fu l'ideatore della prima e disastrosa mitica impresa contro Tebe, coinvolgendovi anche [[Anfiarao]]. [[Adrasto]] lasciò il regno al figlio, [[Egialeo]], che morì durante la guerra degli [[Epigoni]]. Adrasto appresa questa notizia morì a sua volta di crepacuore. Essendo il figlio di Egialeo ancora piccolo, divenne re [[Diomede]], nipote di Adrasto attraverso il genero [[Tideo]] e la figlia [[Deipile]] e fu re di Argo durante la [[guerra di Troia]]. Ultimo re di questa casata fu [[Cianippo]], figlio di Egialeo, salito al trono subito dopo l'esilio di Diomede e morto senza eredi.
 
Dopo il regno di Cianippo il trono venne occupato da [[Agamennone]] re di Micene e<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/agamennone_(Enciclopedia-Italiana)/|titolo=AGAMENNONE in "Enciclopedia Italiana"|sito=www.treccani.it|accesso=10 luglio 2018}}</ref>, dopo il suo assassinio, dal figlio [[Oreste (figlio di Agamennone)|Oreste]]. Durante il periodo greco oscuro, Argo scompare dalla storia per ricomparire nel X - XI secolo a.C.
 
Argo rappresenta dunque un luogo importante della [[mitologia greca]]. {{Senza fonte|Inoltre sembra che sia il luogo in cui partì la seconda spedizione capitanata da [[Agamennone]] alla conquista di [[Troia]].}}