Dorando Pietri: differenze tra le versioni
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Con i proventi delle corse, e delle sottoscrizioni popolari organizzate anche nella sua terra per “risarcirlo” della squalifica londinese, nel 1911 Pietri avviò con il fratello Ulpiano un'attività alberghiera in centro a [[Carpi]]: il “Grand Hotel Dorando”, all'angolo fra via Berengario e la piazza, giusto davanti al Teatro Comunale. Nel 1915, quando l'Italia entrò nella [[Grande Guerra]], Pietri fu chiamato al fronte, ma fu presto riformato per asseriti problemi cardiaci. Intanto come imprenditore non aveva mostrato lo stesso talento che aveva come sportivo, così nel 1917 i fratelli vendettero il grande immobile e aprirono il ''Garage Dorando'', un'autorimessa e concessionaria che faceva anche servizio di "noleggio con conducente" – attività quest'ultima che avrebbe continuato poi a [[Sanremo]], quando vi si trasferì nel 1923 lasciando per sempre Carpi.
Al sorgere del [[fascismo]] Pietri aderì subito con
Nel testamento olografo del 1933 Pietri aveva espresso la volontà di esser sepolto in camicia nera: e così fu nel 1942, quando morì a 56 anni per emorragia cerebrale.<ref name="Treccani" /> Al funerale, nella “Città dei fiori”, erano presenti vari gerarchi con i labari: venne tumulato nel cimitero sanremese Valle Armea, dove la scritta sulla lapide ricorda che (nel 1936) gli era stata conferita l'onorificenza di “Cavaliere della Corona d'Italia”: « Cav. Dorando Pietri / campione mondiale podistico / medaglia d'oro ». Analoga scritta, con le parole «al valore atletico» dopo “medaglia d'oro”, è posta sopra, girata verso il viottolo che passa dietro il manufatto affinché la tomba sia individuabile.
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