Monte Piana: differenze tra le versioni

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== Storia ==
Il nome del monte, evidentemente dovuto alla sua forma, è antico; ''Monteplana'' è citato fra i beni attribuiti al monastero benedittino di Campo Gelau ([[San Candido]]) dall'Imperatore [[Ottone II di Sassonia|Ottone II]] in un diploma datato attorno al 970 d.C. che ribadirebbe una più antica donazione del duca bavarese[[Tassilone TessiloneIII di Baviera]]<ref name="Vianelli-Cenacchi|p. 101" />.
 
Nel 1866, dopo la conclusione della [[terza guerra d'indipendenza]], l'Austria fu costretta dai trattati a cedere il Veneto, ma non volle però cedere nella delimitazione dei confini, conservando così il pieno dominio sulle creste e sui punti più alti lungo tutta la frontiera, garantendosi un vantaggio sotto il punto di vista militare<ref name="M.Spada|p. 11">{{cita|M. Spada|p. 11}}.</ref>: la commissione paritaria italo-austriaca decise che sul monte Piana la frontiera sarebbe coincisa con il vecchio tracciato del 1753, che divideva la Repubblica di Venezia dall'Impero austriaco, lasciando all'Austria la val Rienza. Questo fu, lungo tutta la frontiera, l'unico punto in cui l'Italia aveva un vantaggio dal punto di vista militare; il pianoro sommitale era per i 2/3 in possesso italiano, le pendici meno scoscese erano tutte a favore del territorio italiano e il monte stesso rappresentava un vero e proprio cuneo sulla [[val di Landro]] (''Höhlensteinertal'', ''Dürrental'') e quindi una posizione vantaggiosa per un'eventuale avanzata militare verso la [[sella di Dobbiaco]] (''Toblacher Sattel'') e quindi la [[val Pusteria]] (''Pustertal'')<ref name="M.Spada|p. 11" />.