Allivellazione della fattoria di Collesalvetti: differenze tra le versioni
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== Gli effetti dell'allivellazione ==
I giudizi sui benefici della dismissione complessiva del patrimonio fondiario del Granducato furono discordanti e tutt'oggi la lettura della riforma leopoldina non è omogenea.
Eppure il caso di Collesalvetti sembra contraddire il giudizio del Lastri; i risultati dell'allivellazione della fattoria erano infatti complessivamente buoni. Lo stesso Pietro Leopoldo, recatosi personalmente in visita in quelle zone, si dichiarò soddisfatto, constatando che tutti i livellari erano solventi e che “tutti sono animati a coltivare e fabbricare, avendo molti tra di loro già principiato sei o otto case nuove e volendo continuare così, avendo qualcheduno di loro fatto fino 500 scudi d'avanzo in quest'anno sul canone, benché sia stata annata mediocre”. Nel 1789 (quasi 10 anni dopo l'ultimazione dell'operazione) il sovrintendente dello Scrittoio Ansano Perpignani confermava il buono stato del territorio al principe e il visitator generale Giovanni Papini scriveva che “l'alienazione delle colline adiacenti al Colle Salvetti, ha digià prodotto smacchiamenti, fabbriche, coltivazioni, ed in qualche parte aumento di piante fruttifere”<ref>Archivio di Stato di Firenze - Possessioni, f. 1483, ins 288.</ref>. Ma il dato che forse maggiormente rende merito al lavoro svolto da Francesco Maria Gianni è rappresentato dal fatto che negli anni successivi all'allivellazione la quasi totalità degli assegnatari riuscì a consolidarsi sui propri fondi.
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