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A [[Visinada]], in questo lembo d'[[Italia (regione geografica)|Italia]] dalla storia tormentata, era nata nel [[1920]] Norma Cossetto, che doveva il suo nome di battesimo al primo incontro dei suoi genitori in occasione di un [[opera lirica|concerto lirico]].
 
Suo padre Giuseppe è un proprietario terriero benvoluto dai suoi coloni, tanto italiani che slavi. ad uno di questi, Drazen, contribuisce a salvare la vita portandolo in ospedale con l'automobile dopo che si era procurato una brutta ferita alla testa. Norma frequenta le scuole superiori a [[Gorizia]], versata aancheanche nello sport, e cresce con sentimenti patriottici. Dopo il diploma di maturità, s'iscrive al corso di laurea in lettere moderne all'Università di Padova. Torna a casa per preparare la tesi e intanto insegna come supplente al liceo di [[Pisino]].
 
Dopo l'[[8 settembre 1943]], con l'[[Regio Esercito|esercito italiano]] allo sbando, i [[Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia|partigiani titini]] intendono annettere alla [[Jugoslavia Federale Democratica|nuova Jugoslavia che si costituirà a guerra finita]] i territori italiani orientali, anche quelli dove gli slavi sono in netta minoranza, eliminando chi si opporrà al loro progetto. Dei partigiani irrompono in casa Cossetto e la saccheggiano: cercavano Giuseppe, ufficiale della [[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale|Milizia]], che però si trova a [[Trieste]]. Norma è convocata al comando partigiano perché riveli dove si trova suo padre, ma la giovane dichiara di non saperlo e rifiuta ogni collaborazione. Viene perciò trattenuta e a sua madre viene detto falsamente che non si trova più al comando. Giuseppe, avendo saputo che la figlia non è più a casa, parte da Trieste per cercarla, e cade in un agguato tesogli da Drazen, passato con i titini.