Società ad azionariato diffuso: differenze tra le versioni

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[[File:Vereenigde Oostindische Compagnie spiegelretourschip Amsterdam replica.jpg|miniatura|357x357px|Una replica di un [[East Indiaman]] della [[Compagnia olandese delle Indie orientali|Compagnia olandese Indie orientali]]. La Compagnia è la prima società pubblica formalmente quotata al mondo, iniziò come commerciante di spezie.]]
 
Una '''società ad azionariato diffuso''' (' in acronimo ''S.a.d.'''), (in lingua inglese ''public company'') è un'[[impresa]] che suddivide il proprio [[capitale sociale (economia)|capitale sociale]] tra moltissimi azionisti.
 
Quella delle società ad azionariato diffuso è una tipologia di impresa poco sviluppata in [[Europa]] (ad es. in [[Italia]] nel 2006 le società a proprietà diffusa sono il 17,7% sul totale), mentre negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] sono diffuse e spesso quotate in [[borsa valori|borsa]].
 
Nonostante in inglese sia presente l'aggettivo ''public'' (pubblico) le società ad azionariato diffuso sono società di diritto e proprietà privata, che devono però tenere obbligatoriamente pubblici i propri bilanci. Per indicare quindi una società pubblica (quindi proprietà dello Stato o di un ente statale) si utilizza la locuzione ''government-owned''.
 
== Cenni storici ==
Le società ad azionariato diffuso (in quanto [[Società per azioni]]) sono state, a partire dal [[XVIII secolo]], strumenti ideali per la raccolta di grandi [[capitale (economia)|capitali]], sia per la possibilità di partecipazione da parte di un vastissimo bacino di piccoli azionisti sia per la disponibilità di strumenti di pagamento diversi dal denaro a chi offre servizi alla compagnia (dai dipendenti ai fornitori) detti ''security'', ovvero partecipazioni azionarie, [[derivato (economia)|derivati]], [[obbligazione (finanza)|obbligazioni]], eccetera.
 
Negli Stati Uniti, l'interesse che essiesse hannosuscitano adriguardo una valutazione precisa e veritiera del loro investimento viene garantito dal fatto che il prezzo dei titoli viene controllato dalla SEC ([[Securities and Exchange Commission]]) (equivalente alla [[CONSOB]]) anno per anno con vari rapporti che rendono noti a tutti i rendimenti della società. Alcuni detrattori ritengono che questa misura di trasparenza rechi dei vantaggi alle imprese che non hanno l'obbligo di rendere pubblici tali dati (come le aziende private), dato che si rendono ad esse chiare le linee strategiche dei concorrenti ad azionariato diffuso.
 
== Caratteristiche ==
Le S.a.d., come già detto in precedenza, hanno una struttura polverizzata, infatti il capitale di rischio è suddiviso in modo tale da impedire ai soci di possedere un numero di [[azione (finanza)|azioni]] superiore ad una percentuale minima del totale (tipicamente dal 3 al 5%), questo comporta che non sia presente un gruppo di controllo tra gli azionisti, sarà invece il gruppo dirigente a prendere le decisioni, si configura quindi come una'impresa gestoinale che delega la dirigenza a dei professionisti formati che non ne diventano i proprietari.
 
I piccoli azionisti vengono chiamati anche ''speculatori'' in quanto essi non sono interessati al controllo della società, bensì alla distribuzione di dividendi e alla compravendita dei relativi diritti (sulla quale, appunto, [[speculazione|speculano]] al variare della valutazione del titolo), fungendo più da prestatori di denaro che veri proprietari.
Perciò la società ad azionariato diffuso è un'[[impresa manageriale]] che delega la dirigenza a dei professionisti formati che non ne diventano i proprietari.
 
Questa forma di società ha una grande capacità di attirare investimenti e risorse (grazie ad un'ottima gestione ed affluenza di capitale) ma manca di progettualità: gli azionisti vogliono guadagnare sul proprio investimento e nel caso in cui ciò non avvenga sono disposti a vendere le proprie azioni, facendo calare il prezzo e il [[capital gain]]. Per questo motivo la dirigenza, al fine di conservare il valore dell'azienda (e il proprio posto di lavoro) mantengono massimo il numero di azionisti remunerandoli anno per anno, ciò impedisce tuttavia di avviare progetti a lungo termine.
 
== Vantaggi e svantaggiAnalisi ==
; Azionisti di minoranza
La società ad azionariato diffuso è spesso caratterizzata dal dominio di un numero ristretto di azionisti che detengono una quota pari al 10-20% del capitale azionario e governano con la [[maggioranza relativa]] dei voti. Il fatto che non rappresentino il 50% delle quote azionarie fa sì che si affermi un meccanismo di governo per il quale "chi decide è chi rischia meno", incentivando operazioni spericolate<ref>Prof.ssa Rangone Nicoletta, ''I destinatari della regolazione''(26º gruppo), dispense del corso di ''Diritto dell'economia'', Politecnico di Milano, a.a. 2004-2005, p. 24</ref> nelle quali gli affari e la beneficenza sono essenzialmente portati a termine con i soldi degli altri. Esistono strumenti di tutela dei piccoli risparmiatori che però rischiano di non essere attivati per il disinteresse di chi dovrebbe azionarli.
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Rimane sempre inoltre il rischio che il gruppo dirigente, il cui mandato è a termine, si presti a trame e giochi di altre compagnie, che in futuro li gratificheranno adeguatamente.
 
Il tipo di gestione degli organi societari adottato dalle società ad azionariato diffuso tende dunque verso un'illimitata fiducia nei confronti del gruppo dirigente, sul quale incombe una minaccia sufficientemente forte: esso risponde dei risultati conseguiti, e non ha garanzie di rimanere in carica se fa perdere soldi al pubblico azionista. D'altra parte le direzioni che contemplano una gestione attiva (cioè in cui i soci prendono le decisioni), tipiche delle imprese [[Germania|tedesche]] e [[giappone]]si (le cosiddette ''imprese consociative''), hanno svantaggi speculari: un'eccessiva burocratizzazione aumenta il rischio di conflitti d'interesse, la ''leadership'' deve mantenersi sempre ben salda pur nelle inevitabili difficoltà. Infine le imprese padronali, tipicamente [[italia]]ne, possiedono una compagine azionaria unitaria e stabile, che vincola finanziariamente e gestionalmente l'attività economica, il che assicura rapidità decisionale ma trascura la qualità e la rapidità della direzione.
D'altra parte le direzioni che contemplano una gestione attiva (cioè in cui i soci prendono le decisioni), tipiche delle imprese [[Germania|tedesche]] e [[giappone]]si (le cosiddette ''imprese consociative''), hanno svantaggi speculari: un'eccessiva burocratizzazione aumenta il rischio di conflitti d'interesse, la ''leadership'' deve mantenersi sempre ben salda pur nelle inevitabili difficoltà. Infine le imprese padronali, tipicamente [[italia]]ne, possiedono una compagine azionaria unitaria e stabile, che vincola finanziariamente e gestionalmente l'attività economica, il che assicura rapidità decisionale ma trascura la qualità e la rapidità della direzione.
 
== StoriaIl eprocesso sviluppodi trasformazione ==
Il processo di conversione di una compagnia, da privata a società ad azionariato diffuso (più raro, ma non impossibile, il caso contrario), è determinato da una serie di eventi che abbassano sensibilmente la rosa di possibili candidate a questo "salto". Innanzitutto è necessario che l'impresa abbia conseguito negli anni un rafforzamento significativo della [[liquidità]] e dei profitti, a cui segue un'[[offerta pubblica iniziale]], che disperde le quote di capitale. In realtà questo è un passo tutt'altro che obbligato.
Le società ad azionariato diffuso (in quanto [[Società per azioni]]) sono state, a partire dal [[XVIII secolo]], strumenti ideali per la raccolta di grandi [[capitale (economia)|capitali]], sia per la possibilità di partecipazione da parte di un vastissimo bacino di piccoli azionisti sia per la disponibilità di strumenti di pagamento diversi dal denaro a chi offre servizi alla compagnia (dai dipendenti ai fornitori) detti ''security'', ovvero partecipazioni azionarie, [[derivato (economia)|derivati]], [[obbligazione (finanza)|obbligazioni]], eccetera.
 
== Dati statistici ==
I piccoli azionisti vengono chiamati anche ''speculatori'' in quanto essi non sono interessati al controllo della società, bensì alla distribuzione di dividendi e alla compravendita dei relativi diritti (sulla quale, appunto, [[speculazione|speculano]] al variare della valutazione del titolo), fungendo più da prestatori di denaro che veri proprietari.
Quella delle società ad azionariato diffuso è una tipologia di impresa poco sviluppata in [[Europa]] (ad es. in [[Italia]] nel 2006 le società a proprietà diffusa sono il 17,7% sul totale), mentre negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] sono diffuse e spesso quotate in [[borsa valori|borsa]].
 
Negli Stati Uniti, l'interesse che essi hanno ad una valutazione precisa e veritiera del loro investimento viene garantito dal fatto che il prezzo dei titoli viene controllato dalla SEC ([[Securities and Exchange Commission]]) (equivalente alla [[CONSOB]]) anno per anno con vari rapporti che rendono noti a tutti i rendimenti della società. Alcuni detrattori ritengono che questa misura di trasparenza rechi dei vantaggi alle imprese che non hanno l'obbligo di rendere pubblici tali dati (come le aziende private), dato che si rendono ad esse chiare le linee strategiche dei concorrenti ad azionariato diffuso.
 
== Nascita di una Società ad azionariato diffuso ==
Il processo di conversione di una compagnia, da privata a società ad azionariato diffuso (più raro, ma non impossibile, il caso contrario), è determinato da una serie di eventi che abbassano sensibilmente la rosa di possibili candidate a questo "salto". Innanzitutto è necessario che l'impresa abbia conseguito negli anni un rafforzamento significativo della [[liquidità]] e dei profitti, a cui segue un'[[offerta pubblica iniziale]], che disperde le quote di capitale. In realtà questo è un passo tutt'altro che obbligato.
 
== Note ==
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* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Portale|aziende|diritto|economia}}
 
[[Categoria:Finanza aziendale]]