Comune di Bologna: differenze tra le versioni

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XII secolo
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L'atto del 1123 segna anche l'inizio del processo di conquista del [[contado]] da parte della città, che per tutto l'alto medioevo aveva visto uno scarso controllo sul territorio circostante.<ref>{{cita|Vasina|pp.446-447}}</ref> Se infatti l'[[Appennino bolognese|Appennino]] era dominato dai signori feudali, tra cui spiccavano i Conti di [[Panico (Marzabotto)|Panico]], la pianura e la bassa collina erano ugualmente frammentati; si aggiungeva poi il grosso problema della cosiddetta "eredità matildica", ovvero i possedimenti già della casa di [[Canossa (famiglia)|Canossa]], che dopo la morte di [[Matilde di Canossa|Matilde]] erano diventati oggetto di disputa tra la Chiesa e l'Impero.<ref name=Vasina448>{{cita|Vasina|p.448}}</ref>
 
=== Il XII secolo ===
Già nei primi decenni del [[XII secolo]] dunque si manifesta l'espansionismo bolognese, che si orienta principalmente sull'asse della [[Via Emilia]]: ad ovest, verso [[Modena]]; ad est, in direzione di [[Imola]].<ref name=Vasina448/> Con l'avviarsi delle prime conflittualità regionali inizia a configurarsi un sistema di alleanze "a scacchiera", poiché i vari comuni vicini instauravano sì relazioni tra loro, ma non tra centri urbani direttamente confinanti o contermini. In questo quadro si inserisce dunque l'alleanza con [[Faenza]], in funzione antimolese. Già nel [[1124]]-[[1125]] i bolognesi erano andati ad aiutare i faentini contro i [[conti di Cunio]].<ref>{{cita|Vasina|p.449}}</ref>
 
In [[Romagna]] esercitava ancora un forte potere la [[Sede metropolitana]] [[Arcidiocesi di Ravenna-Cervia|ravennate]]; L'arcivescovo vantava e possedeva infatti vaste proprietà a titolo fondiario e anche come signorie territoriali, oltre ad esercitare una forte influenza sulle diocesi suffraganee. I difficili rapporti tra Bologna e Ravenna furono regolati in un incontro a [[San Giovanni in Persiceto]] nel [[1130]], in cui l'arcivescovo Gualtiero doveva riconoscere il nuovo vescovo eletto di Bologna, Enrico.<ref>{{cita|Vasina|p.450}}</ref> Infatti la [[Arcidiocesi di Bologna|diocesi felsinea]] era stata autonoma, assieme alle altre diocesi emiliane, nel periodo tra il [[1106]] e il [[1118]], anno in cui furono riportate nell'orbita ravennate da [[papa Gelasio II]] allo stesso Gualtiero.<ref>{{cita|Paolini|p.668}}</ref> Conseguenza dell'incontro persicetano fu la stipula di un'alleanza tra le due città sempre in funzione antimolese, in vigore negli anni tra il [[1132]] e il [[1137]].<ref>{{cita|Vasina|p.451}}</ref>
 
Il confine verso Modena, già oggetto da tempo di dispute e interferenze per la delimitazione delle diocesi, vide una continua conflittualità. In questo contesto si inserì l'accordo tra Bologna e [[Nonantola]] del [[1131]], con cui i secondi fecero dedizione al comune bolognese pur di evitare la sottomissione a Modena, e garantendosi così anche protezione militare.<ref>{{cita|Vasina|pp.450-451}}</ref>
 
Nel [[1136]] l'imperatore [[Lotario III]] scese con una spedizione militare in Italia, unica presenza dai tempi di Enrico V e che tale rimarrà fino al Barbarossa.<ref name=Vasina453>{{cita|Vasina|p.453}}</ref> Già nel 1132 era giunto in visita nella pianura padana, ma in quell'occasione la città di Bologna non lo fece entrare, come segno di ostilità.<ref>{{cita|Hessel|pp.37-38}}</ref> Nell'inverno del 1137 Bologna subì una delle sue prime sconfitte in seguito ad un assedio, da cui tuttavia si riprese in breve tempo.<ref name=Vasina453/><ref>{{cita|Hessel|pp.38-39}}</ref>
 
Le lotte con Modena ripresero nel decennio successivo, aventi sempre come obiettivo l'[[Abbazia di Nonantola]] e i beni matildici, fino al [[1148]] quando [[papa Eugenio III]] privò Modena della titolarità diocesana, che fu suddivisa tra quelle confinanti, seppur per poco tempo.<ref>{{cita|Paolini|p.675}}</ref> Già nel [[1150]] i modenesi distrussero il castello di Nonantola.<ref>{{cita|Hessel|p.39}}</ref> Anche nell'Appennino proseguivano i tentativi di espansione, da una parte in funzione antimodenese come l'accordo coi ''[[capitaneo|cattanei]]'' del [[Frignano]], dall'altra in ottica di controllo del contado, come l'acquisizione della rocca di [[Monteveglio]] nel 1157, già dominio canossano.<ref>{{cita|Hessel|pp.40-41}}</ref>
 
== Note ==
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* {{cita libro|curatore=[[Ovidio Capitani]]|titolo=Bologna nel Medioevo|collana=Storia di Bologna|anno=2007|editore=Bologna University Press|città=Bologna|ISBN=978-88-7395-208-4|SBN=IT\ICCU\UBO\3237293}}
** {{cita libro|autore=Augusto Vasina|capitolo=La città e il contado dagli albori del Comune alla pace di Costanza (1116-1183)|curatore=Ovidio Capitani|titolo=Bologna nel Medioevo|anno=2007|editore=BUP|città=Bologna|ISBN=978-88-7395-208-4|SBN=IT\ICCU\UBO\3237293|cid=Vasina}}
** {{cita libro|autore=Lorenzo Paolini|capitolo=La Chiesa e la città (secoli XI-XIII)|curatore=Ovidio Capitani|titolo=Bologna nel Medioevo|anno=2007|editore=BUP|città=Bologna|ISBN=978-88-7395-208-4|SBN=IT\ICCU\UBO\3237293|cid=Paolini}}
* {{cita libro|autore=Alfred Hessel|traduttore=[[Gina Fasoli]]|titolo=Storia della città di Bologna dal 1116 al 1280|anno=1975|annooriginale=1910|editore=Alfa|città=Bologna|SBN=IT\ICCU\UBO\2952261|cid=Hessel}}
* {{cita pubblicazione|autore=Giorgio Tamba|titolo=I documenti del governo del comune bolognese (1116-1512)|rivista=Quaderni Culturali Bolognesi|volume=Anno II|numero=6|anno=1978|url=http://badigit.comune.bologna.it/governo_bologna/tamba.pdf|accesso=24 gennaio 2022|cid=Tamba}}