Marcello Piacentini: differenze tra le versioni

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aggiornato un giudizio troppo "zeviano" e quindi distruttivo sulla facciata dell'Opera di Roma/la sua mano su alcuni edifici dell'EUR del Dopoguerra
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[[Immagine:Roma Via della Conciliazione BW 1.JPG|thumb|300px|Via della Conciliazione a Roma]]
 
{{Bio
|Nome = Marcello
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|AnnoNascita = 1881
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte = 1819 maggio
|AnnoMorte = 1960
|Epoca = 1900
|Attività = architetto
|Attività2 = urbanista
|Epoca = 1900
|Attività3 = accademico
|Nazionalità = italiano
|Immagine = MarcelloPiacentini1900.jpg
|Didascalia = Marcello Piacentini nel 1937
}}
Fu protagonista sulla scena dell'[[architettura italiana del Novecento|architettura italiana nel trentennio 1910-1940]], assumendo la figura di massimo ideologo del [[monumentalismo]] di regime soprattutto per la sua febbrile opera di regia applicata praticamente a tutta l'attività architettonica e urbanistica del [[Storia del fascismo italiano|ventennio fascista]].
Dal [[Secondo dopoguerra in Italia|dopoguerra]] fu oggetto di forti polemiche politiche a causa del suo legame con il regime, polemiche che innescano un giudizio critico sulla sua persona, mentre sull'opera di architetto, urbanista, docente universitario, direttore di riviste, coordinatore di interventi pubblici, scrittore, critico, e maestro di giovani architetti non si è ancora intrapresa una completa e rigorosa opera critica.<ref name=":0" />
 
==Gli esordi e gli anni del fascismo==
== Biografia ==
Figlio dell'architetto [[Pio Piacentini]], conobbe ben presto il successo professionale. A soli ventisei anni, nel [[1907]] partecipa al concorso per la risistemazione del centro cittadino di [[Bergamo]] (sul quale interverrà tra il [[1922]] e il [[1927]]). Operò intensamente in tutta [[Italia]], ma durante il [[Regime fascista|fascismo]] fu soprattutto a [[Roma]] che ebbe incarichi di particolare rilevanza. Gli edifici e gli interventi urbanistici realizzati da Piacentini nella Capitale non si contano: da una parte ne consolidarono l'immagine di ''architetto del regime'' e dall'altra connotarono significativamente l'aspetto della città.
=== Gli esordi e gli anni del fascismo ===
[[File:Bergamo via Roma.jpg|thumb|upright=1.3|Il centro piacentiniano di Bergamo con la Torre dei Caduti]]
[[File:AulaMagna Sapienza.jpg|thumb|upright=1.3|L'Aula Magna del Rettorato dell'[[Sapienza – Università di Roma|Università di Roma "Sapienza"]], realizzata su progetto di Piacentini tra il 1933 e il 1935]]
Figlio dell'architetto [[Pio Piacentini]] e di Teresa Stefani, conobbe ben presto il successo professionale. A soli ventisei anni, nel [[1907]] partecipa al concorso per la risistemazione del centro cittadino di [[Bergamo]] (sul quale interverrà tra il [[1922]] e il [[1927]]). Operò intensamente in tutta [[Italia]], ma durante il [[Storia del fascismo italiano|periodo fascista]] fu soprattutto a [[Roma]] che ebbe incarichi di particolare rilevanza. Gli edifici e gli interventi urbanistici realizzati da Piacentini nella Capitale non si contano: da una parte ne consolidarono l'immagine di ''architetto del regime'' o ''architetto di corte del [[duce]]'',<ref>R. Hollenstein lo chiama ''Hofarchitekt des Duce'', cfr. {{cita web |url = http://www.nextroom.at/article.php?id=6437 |autore = Roman Hollenstein |titolo = Metaphysische Bauskulptur |accesso = 1º marzo 2012}}</ref> e dall'altra connotarono significativamente l'aspetto della città. L'architettura monumentale e le soluzioni urbanistiche di ampio respiro di Piacentini furono adottate da Mussolini nella creazione dell'immagine del suo regime e della sua visione politica riecheggiante il fasto dell'Età imperiale<ref>{{cita libro | nome= P.| cognome= Nicoloso| titolo= Mussolini architetto| anno= 2008| editore= Einaudi| città= Torino}}</ref>.
 
Creò un [[architettura neoclassica|neoclassicismo]] semplificato che voleva essere a metà strada tra il classicismo del gruppo [[Novecento (movimento artistico)|Novecento]] ([[Giovanni Muzio]], Lancia, [[Gio Ponti]] ecc.) ed il [[Razionalismo italiano|razionalismo]] del [[Gruppo 7 e M.I.A.R.]] di [[Giuseppe Terragni]], [[Giuseppe Pagano (1896-1945)|Giuseppe Pagano]], [[Adalberto Libera]] ecc.. In realtà Piacentini fu distante da entrambi i movimenti, riuscendo tuttavia a creare uno stile originale, con un'impronta spiccatamente eclettica pur nella ricerca della monumentalità tipica delle tendenze estetiche del tempo. I richiami alla tradizione classica saranno, soprattutto a partire dagli anni Trenta numerosi, contribuendo alla fissazione di quello stile littorio così caro a [[Benito Mussolini|Mussolini]] ed alle alte gerarchie fasciste.
Di notevole qualità, anche se poco nota, è la primissima produzione di Piacentini, assai vicina al linguaggio dello [[Jugendstil]] tedesco e della [[secessione viennese]]{{Senza fonte}}. Grazie alla sua formazione cosmopolita e ai molti viaggi in Austria e Germania che poté effettuare in gioventù, egli assorbì le novità del classicismo "protorazionalista" specie di [[Josef Hoffmann|Hoffmann]] e di [[Joseph Maria Olbrich|Olbrich]]{{Senza fonte}}. Tali suggestioni le espresse bene nella sistemazione del Cinema-Teatro Corso di piazza San Lorenzo in Lucina di Roma in cui non si adagiò su uno stanco [[architettura neorinascimentale|repertorio rinascimentale]] ma volle inserire elementi moderni desunti dall'ambiente nordico ([[bovindo|bovindi]], [[gesamtkunstwerk|sintesi delle arti, attenzione]] alle [[arti applicate]]); tuttavia l'esperimento invece di suscitare consensi destò accesissime polemiche tanto che Piacentini dovette modificare il progetto pagando di tasca propria {{Senza fonte}}.
 
Fra gli incarichi più prestigiosi spiccano la direzione generale dei lavori e il coordinamento urbanistico-architettonico della Città Universitaria di Roma ([[1935]]) e la sovraintentenza all'architettura, parchi e giardini dell'[[Europa (quartiere di Roma)|E42]], ovverosia l'Esposizione Universale di Roma che si sarebbe dovuta tenere nel [[1942]] e che costituisce l'attuale comprensorio dell'Eur (nell'incarico fu affiancato dall'allievo [[Luigi Piccinato]], da [[Giuseppe Pagano (1896-1945)|Giuseppe Pagano]], da [[Luigi Vietti]] e da [[Ettore Rossi]]). Ma se nel caso della Città Universitaria i giovani architetti coinvolti da Piacentini nella progettazione dei singoli edifici (come [[Giovanni Michelucci]], [[Gaetano Rapisardi]] ed altri) ebbero la possibilità di esprimersi con una certa libertà, in occasione dei concorsi per i fabbricati dell'E42 prevalsero le soluzioni più monumentali. Anche il piano di sviluppo del futuro quartiere espositivo redatto da Piacentini e dai suoi collaboratori risentì di pesanti compromissioni, e le reiterate revisioni dello strumento urbanistico dell'Eur intervenute nel Dopoguerra, ancorché in gran parte redatte sotto la guida dello stesso Piacentini e del suo collaboratore [[Giorgio Calza Bini]], finirono per rendere del tutto irriconoscibili le idee portanti del suo principale ispiratore.
Nel 1905 si aggiudicò, assieme a [[Giuseppe Quaroni]], il concorso di idee indetto dalla [[Deputazione provinciale]] di [[Basilicata]] per la costruzione di un nuovo ospedale psichiatrico a [[Potenza (Italia)|Potenza]]<ref>Marcello Piacentini, ''Il progetto premiato pel manicomio di Potenza'', in "Bollettino della Società degli Ingegneri e degli Architetti Italiani", a. XIV, nn. 37-38, 23 settembre 1906.</ref>. Il [[Progetto Ophelia]], costituito da 18 padiglioni e altri edifici più piccoli, ha poi mutato destinazione d'uso ma ha segnato con la sua originalità architettonica lo sviluppo del quartiere Santa Maria del capoluogo lucano<ref>Giuseppe Caporale, ''G. Quaroni, M. Piacentini: concorso per la costruzione del Manicomio Provinciale di Potenza. Le ragioni del concorso, il Progetto Ophelia, la mancata realizzazione'', Potenza, Il Salice, 1997.</ref>.
 
==L'impegno di urbanista==
Nel [[1921]] fondò, con [[Gustavo Giovannoni]], e diresse la rivista "[[Architettura e Arti Decorative]]",<ref name="rivisteanni20-30">Fonte: {{cita pubblicazione |url = http://www.angeloferretti.com/downloads/ciucci/files/elencodiapositive09/rivisteanni20-30.pdf |titolo = Le riviste di architettura in Italia anni Venti-Trenta |numero = I fascicolo |data = maggio-giugno 1921}}</ref> pubblicata da [[Emilio Bestetti]] e [[Calogero Tumminelli]], Editrice d'arte, che uscì fino al [[1931]].<ref>{{cita web |url=http://periodici.librari.beniculturali.it/visualizzatore.aspx?anno=1931&ID_testata=21&ID_periodico=583 |titolo=Copia archiviata |accesso=9 giugno 2014 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150207161817/http://periodici.librari.beniculturali.it/visualizzatore.aspx?anno=1931&ID_testata=21&ID_periodico=583 |dataarchivio=7 febbraio 2015 }}</ref>
[[Immagine:Progetto definitivo piazza vittoria brescia.jpg|thumb|300px|left|Il progetto di riorganizzazione urbanistica del centro storico di [[Brescia]]: verrà realizzata solo la piazza centrale]]
Nei piani di risanamento messi a punto per la città di [[Livorno]] seguì i principi dell’architettura razionalista italiana, pensando di lasciare nel centro solamente manufatti con funzione commerciale e governativa e attuando un diradamento delle strade per esaltare gli edifici. Altrove, tuttavia, Piacentini si attestò su posizioni urbanistiche di retroguardia, propugnando alcune discutibili scelte, come lo sventramento brutale di alcuni centri storici, lo sviluppo delle città a macchia d'olio e l'apertura di vie radiali. Fra le operazioni più devastanti emerge tristemente la demolizione della "Spina di Borgo" per l'apertura di [[Via della Conciliazione]] a [[Roma]], su progetto elaborato nel [[1936]] (ma portato a termine nel [[1950]]) insieme all'architetto [[Attilio Spaccarelli]]. Antecedenti, fra il [[1927]] e il [[1932]], sono i lavori di sventramento del centro storico di [[Brescia]] per la creazione di [[Piazza della Vittoria (Brescia)|Piazza della Vittoria]], per la quale il suo progetto vinse il concorso indetto dal comune. Fu membro influente di numerose commissioni, fra cui quelle per la variante generale al piano regolatore di [[Roma]] del [[1909]] istituita nel [[1925]], per il [[piano regolatore]] del [[1931]] e per la relativa variante generale del [[1942]] (quest'ultima non fu mai adottata ma nel Dopoguerra fu resa praticamente operativa).
 
==Gli anni del Dopoguerra==
Creò un [[architettura neoclassica|neoclassicismo]] semplificato che voleva essere a metà strada tra il classicismo del gruppo [[Novecento (movimento artistico)|Novecento]] ([[Giovanni Muzio]], [[Emilio Lancia]], [[Gio Ponti]] ecc.) e il [[Razionalismo italiano|razionalismo]] del [[Gruppo 7]] e del [[MIAR]] di [[Giuseppe Terragni]], [[Giuseppe Pagano (architetto)|Giuseppe Pagano]], [[Adalberto Libera]] ecc. In realtà Piacentini fuse entrambi i movimenti, riuscendo a creare uno stile originale, con un'impronta spiccatamente eclettica pur nella ricerca della monumentalità tipica delle tendenze estetiche del tempo{{Senza fonte}}.
Professore ordinario di Urbanistica alla facoltà di Architettura dell'[[Sapienza Università di Roma|Università La Sapienza]] di Roma, della quale fu anche preside, dopo la caduta del regime fascista subì un'effimera epurazione, ma fu riammesso ben presto all'insegnamento, lasciando la cattedra nel [[1955]] per raggiunti limiti di età. I suoi non pochi progetti architettonici del Dopoguerra risentono di una certa stanchezza, che trova il suo acme nella ristrutturazione del [[Teatro dell'Opera di Roma]] completata nel [[1960]], elegante e accurata negli interni quanto anacronistica e anacronistica all'esterno (nel [[1983]] in un'intervista al quotidiano [[Il Messaggero]] [[Ludovico Quaroni]] arrivò a sostenere che il progetto dell'austera facciata fosse opera di un suo anonimo collaboratore). La sua ultima opera architettonica è il [[PalaLottomatica|Palazzo dello Sport dell'EUR]] (attuale Palalottomatica), progettato nel [[1960]] insieme a [[Pier Luigi Nervi]], che rappresenta il risultato finale di una sofferta successione di innumerevoli varianti progettuali. Il suo ultimo intervento urbanistico è costituito dal piano regolatore di [[Bari]] del [[1950]], firmato insieme a Giorgio e [[Alberto Calza Bini]]. Anche se fece parte di una prima commissione elaboratrice non ebbe alcuna influenza nella redazione del piano regolatore di Roma che sarà adottato nel [[1962]], ma in qualità di membro della commissione urbanistica del Campidoglio dal [[1956]] alla morte tentò di mantenere fermi i principi di cui era portabandiera fin dall'anteguerra. In compenso ebbe un ruolo rilevante nella fase di completamento architettonico dell'EUR, giacché fu incaricato dal commissario straordinario [[Virgilio Testa]] di revisionare i progetti di alcuni importanti edifici pubblici (ad esempio i ministeri del Commercio estero e quello delle Finanze), e fece parte della commissione che selezionò il progetto di [[Saverio Muratori]] per il palazzo della [[Democrazia Cristiana]].
[[File:Cittauniversitaria35.jpg|upright=1.4|left|thumb|La Città Universitaria di Roma in una foto del 1938]]
 
==La rivalutazione postuma==
Nel [[1929]] Mussolini lo nominò membro dell'[[Accademia d'Italia]], che raccoglieva i migliori intellettuali italiani.
Alla sua scomparsa dopo lunga malattia, su di lui cadde l'impietoso giudizio distruttivo di [[Bruno Zevi]], che come architetto lo definì "morto nel [[1911]]". Il tempo e una maggiore riflessione hanno condotto a una rivalutazione di alcune opere di Piacentini successive al [[1911]]. Di recente, è stato sottolineata la riuscita di una delle numerose operazioni urbanistiche da lui realizzate: l'apertura del secondo tratto novecentesco di via Roma a [[Torino]] del [[1936]]. Esiste perfino una scuola di pensiero che tende a rivalutare il progetto urbanistico originario per il quartiere dell'Eur a Roma, cui abbiamo fatto brevemente accenno, ma sul punto prevale un certo scetticismo. È comunque fuori dubbio che si trattò di un artista-architetto di regime, che notevolmente contribuì alla costruzione di consenso verso il fascismo, alla stregua di un [[Albert Speer]] nella Germania nazista.
I richiami alla tradizione classica saranno, soprattutto a partire dagli anni Trenta, numerosi, contribuendo alla fissazione di quello [[stile littorio]] così caro a [[Benito Mussolini|Mussolini]] e alle alte gerarchie fasciste.
 
== Cronologia sintetica ==
Tra i primati di quegli anni c'è la realizzazione del primo [[grattacielo]] d'Italia: si tratta del [[Torrione INA|Torrione]] dell'ex INA - Istituto Nazionale Assicurazioni, a Brescia, creato nell'ambito della realizzazione di [[Piazza della Vittoria (Brescia)|Piazza della Vittoria]]. Il Torrione, in cemento armato rivestito di mattoni rossi, stilisticamente ispirato ai grattacieli di Chicago, con i suoi 15 piani e 57,25 m d'altezza<ref>{{cita libro|autore=F. Robecchi e G. P. Treccani|titolo=Piazza della Vittoria|editore=Grafo|città=Brescia|anno=1993}}</ref> è tra i primissimi grattacieli in Europa.<ref>{{cita web |url=http://www.bresciacultura.org/it/pubblicazioni.asp |titolo=Copia archiviata |accesso=14 dicembre 2013 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131214151954/http://www.bresciacultura.org/it/pubblicazioni.asp |dataarchivio=14 dicembre 2013 }}</ref>
[[File:Bigio Piazza Vittoria Brescia.jpg|upright=1.4|thumb|La fontana con "il Bigio" di Arturo Dazzi in [[Piazza della Vittoria (Brescia)|piazza della Vittoria]] a [[Brescia]] terminata da Piacentini nel 1932]]
 
* [[1910]], [[Bruxelles]]: padiglione italiano all’Esposizione Mondiale.
Fra gli incarichi più prestigiosi spiccano la direzione generale dei lavori e il coordinamento urbanistico-architettonico della [[Città universitaria di Roma]] (1935) e la sovraintendenza all'architettura, parchi e giardini dell'[[Europa (Roma)|E42]], ovvero l'Esposizione Universale di Roma che si sarebbe dovuta tenere nel 1942 e che costituisce l'attuale comprensorio dell'Eur (nell'incarico fu affiancato dall'allievo [[Luigi Piccinato]], da [[Giuseppe Pagano (architetto)|Giuseppe Pagano]], da [[Luigi Vietti]] e da [[Ettore Rossi (architetto)|Ettore Rossi]]). Ma se nel caso della Città Universitaria i giovani architetti coinvolti da Piacentini nella progettazione dei singoli edifici (come [[Giuseppe Capponi]], [[Giovanni Michelucci]], [[Gio Ponti]], [[Gaetano Rapisardi]], lo stesso Giuseppe Pagano e altri) ebbero la possibilità di esprimersi con una certa libertà, in occasione dei concorsi per i fabbricati dell'E42 prevalsero le soluzioni più monumentali. Anche il piano di sviluppo del futuro quartiere espositivo redatto da Piacentini e dai suoi collaboratori risentì di pesanti compromissioni, e le reiterate revisioni dello strumento urbanistico dell'Eur intervenute nel dopoguerra, ancorché in gran parte redatte sotto la guida dello stesso Piacentini e del suo collaboratore [[Giorgio Calza Bini]], finirono per rendere del tutto irriconoscibili le idee portanti del suo principale ispiratore.
* [[1912]]-[[1928]], [[Messina]]: [[Palazzi_di_Messina#Palazzo_di_Giustizia|Palazzo di Giustizia]]
 
* [[1913]], [[Roma]]: [[Villetta Rusconi]]
In virtù del grande successo ottenuto con i lavori della città Universitaria del 1935, il Piacentini ebbe l'incarico, sempre nel 1935, del progetto della Città universitaria di [[Rio de Janeiro]], in Brasile.<ref>{{Cita pubblicazione|titolo = L'incarico del progetto della Città universitaria di Rio de Janeiro all'architetto Marcello Piacentini|autore =|rivista = [[Casa dell'Architettura]]|numero = 1935 - XIII agosto fascicolo VIII |data = |urlarchivio = http://www.casadellarchitettura.eu/fascicolo/data/2011-02-04_351_1245.pdf}}</ref>
* [[1915]]-[[1917]], [[Roma]]: [[Cinema Corso]]
 
* [[1916]]-[[1918]], [[Roma]]: [[Villa Nobili]]
=== L'impegno di urbanista ===
* [[1922]], [[Firenze]]: [[Palazzo dello Strozzino|Cinema teatro Savoia]] (ora Odeon)
{{Citazione|Io vedo la nostra architettura in una grande compostezza e in una perfetta misura. Accetterà le proporzioni nuove consentite dai nuovi materiali, ma sempre subordinandole alla divina armonia che è la essenza di tutte le nostre arti e del nostro spirito. Accetterà, sempre più, la rinunzia alle vuote formule e alle incolori ripetizioni, la assoluta semplicità e sincerità delle forme, ma non potrà sempre ripudiare per partito preso la carezza di una decorazione opportuna.|Marcello Piacentini nel 1930<ref name=":0">{{Cita libro|titolo = Marcello Piacentini architetto 1881-1960|url = https://books.google.com/books?id=yO_zBwAAQBAJ|accesso = 10 gennaio 2016|editore = Gangemi Editore <!--spa-->|ISBN = 978-88-492-5005-3|autore = Aa. Vv.}}</ref>}}
* [[1925]], [[Roma]]: Restauro di [[Villa Madama]]
[[File:Piacentini3.jpg|thumb|upright=1.1|Marcello Piacentini nel suo studio [[1930]]]]
* [[1926]]-[[1958]], [[Roma]]: [[Teatro Costanzi|Teatro dell'Opera]] (ristrutturazione)
Nei piani di risanamento messi a punto per la città di [[Livorno]] seguì i principi dell'architettura razionalista italiana, pensando di lasciare nel centro solamente manufatti con funzione commerciale e governativa e attuando un diradamento delle strade per esaltare gli edifici. Altrove, tuttavia, Piacentini si attestò su {{chiarire|posizioni urbanistiche di retroguardia|POV}}, propugnando delle {{senza fonte|idee distruttive, come lo sventramento di alcuni centri storici, lo sviluppo delle città a macchia d'olio e l'apertura di vie radiali}}. Fra le operazioni più note, emerge la demolizione della "[[Spina di Borgo]]" per l'apertura di [[Via della Conciliazione]] a [[Roma]], su progetto elaborato nel [[1936]] (ma portato a termine nel [[1950]]) insieme all'architetto [[Attilio Spaccarelli]].
* [[1928]], [[Bolzano]]: [[Monumento alla Vittoria]]
 
* [[1931]], [[Roma]]: [[Palazzo delle Corporazioni]] in via Veneto (oggi sede del [[Ministero dello Sviluppo Economico]])
Antecedenti, fra il [[1927]] e il [[1936]], sono gli imponenti lavori di sventramento della ''Contrada Nuova'' di [[Torino]] per realizzare il tratto di [[Via Roma (Torino)|Via Roma]] da [[piazza Carlo Felice]] a [[piazza San Carlo]]. Inoltre a [[Brescia]] fu artefice della [[Piazza della Vittoria (Brescia)|Piazza della Vittoria]], per la quale il suo progetto vinse il concorso indetto dal Comune. In quest'ambito fu l'autore del primo [[grattacielo]] italiano, alto 57 metri. Fu membro influente di numerose commissioni, fra cui quelle per la variante generale al piano regolatore di [[Roma]] del [[1909]] istituita nel [[1925]], per il [[piano regolatore]] del [[1931]] e per la relativa variante generale del [[1942]] (quest'ultima non fu mai adottata ma nel dopoguerra fu resa praticamente operativa).
* [[1931]], [[Genova]] - [[Arco della Vittoria]]
 
* [[1932]], [[Brescia]] - [[Piazza della Vittoria (Brescia)|Piazza della Vittoria]]
=== Gli anni del Dopoguerra ===
* [[1932]]-[[1941]], [[Reggio Calabria]]: [[Museo Nazionale della Magna Grecia]]
Professore ordinario di Urbanistica alla facoltà di Architettura dell'[[Sapienza - Università di Roma|Università "La Sapienza" di Roma]]{{senza fonte}}, della quale fu anche {{senza fonte|preside}}, dopo la caduta del regime fascista subì un'{{senza fonte|effimera epurazione}}, ma fu {{senza fonte|riammesso ben presto all'insegnamento}}, lasciando la cattedra nel [[1955]] per raggiunti limiti di età{{senza fonte}}. I suoi non pochi progetti architettonici del dopoguerra, tra cui il Piano di Fabbricazione dell'isola mediterranea di Pantelleria<ref>{{Cita libro|titolo=Pantelleria 1938-1943. Cronache dalla piazzaforte|autore=Orazio Ferrara|editore=IBN Editore}}</ref>, {{chiarire|risentono di una certa stanchezza,|POV}}. Partecipa in seguito alla seconda ristrutturazione del [[Teatro dell'Opera di Roma]] del [[1960]], a parere di [[Bruno Zevi]] egregiamente restaurato all'interno e poi offeso da un'"insulsa" facciata.<ref>[[Bruno Zevi]]: ''Come architetto, morì nel 1925'', Cronache di architettura 316/a. Nel 1983, in un'intervista al quotidiano [[Il Messaggero]] [[Ludovico Quaroni]] arrivò a sostenere che il progetto della facciata fosse opera di un anonimo collaboratore, ma è verosimile che Piacentini avesse riesumato un suo progetto del 1932.</ref>
* [[1933]], [[Milano]]: [[Palazzo di Giustizia (Milano)|Palazzo di Giustizia]]
 
* [[1936]], [[Roma]]: Palazzo del Rettorato dell’[[Università degli studi di Roma "La Sapienza"]]
La sua ultima opera architettonica è il [[Palazzo dello Sport (Roma)|Palazzo dello Sport dell'EUR]], progettato nel [[1957]] insieme a [[Pier Luigi Nervi]], che rappresenta il risultato finale di una sofferta successione di varianti progettuali. Il suo ultimo intervento urbanistico è costituito dal piano regolatore di [[Bari]] del [[1950]], firmato insieme a Giorgio e [[Alberto Calza Bini]]. Anche se fece parte di una prima commissione elaboratrice, non ebbe alcuna influenza nella redazione del piano regolatore di Roma che sarà adottato nel [[1962]], ma in qualità di membro della commissione urbanistica del Campidoglio dal [[1956]] alla morte tentò di mantenere fermi i principi cui era portabandiera fin dall'anteguerra{{senza fonte}}. È sepolto insieme al padre [[Pio Piacentini]] nella tomba di famiglia al [[Cimitero del Verano]].
* [[1938]], [[Livorno]]: Piano di risanamento del [[centro storico]] e [[Piazza Grande (Livorno)|Piazza Grande]]
 
* [[1938]]-[[1942]], [[Roma]]: sistemazione dell'E42 ([[EUR]])
== Ricezione ==
* [[1939]]-[[1940]], [[Napoli]]: ristrutturazione del [[Palazzo del Banco di Napoli]]
 
* [[1941]], [[File:Roma]]: Viademolizione della Conciliazione"spina BWdi 1.JPG|thumb|upright=1.2[[Borgo (rione di Roma)|Borgo]]" per l'apertura di [[Via della Conciliazione a Roma]].
Alla sua scomparsa dopo lunga malattia, su di lui cadde l'impietoso giudizio distruttivo di [[Bruno Zevi]], che come architetto lo definì "morto nel [[1925]]". Il tempo e una maggiore riflessione hanno condotto a una rivalutazione di alcune opere di Piacentini successive al [[1911]]. Di recente, è stata sottolineata{{senza fonte}} la riuscita di una delle numerose operazioni urbanistiche da lui realizzate: l'apertura del secondo tratto novecentesco di [[Via Roma (Torino)|Via Roma]] a [[Torino]] del [[1936]].
 
Il suo rapporto con il regime, indubbio e ampiamente documentato, pur essendo stato duraturo e proficuo, non manca di notevoli incongruenze. Nei primi anni venti infatti, Piacentini fu aggredito dalle squadre fasciste a [[Genzano di Roma|Genzano]] dove aveva una casa e dei possedimenti: la causa di tale gesto probabilmente va ricercata nelle frequentazioni e nelle amicizie del giovane Marcello Piacentini, che già grazie al peso del padre Pio, aveva potuto gravitare attorno a personaggi della [[Massoneria in Italia|massoneria]] e dell'[[anticlericalismo]] come [[Ernesto Nathan]] ed [[Ettore Ferrari]],<ref>Piacentini fu massone, [[Vittorio Messori]] scrive che "in realtà, era e restò un alto grado della Massoneria" e lo definisce un "massone in orbace", Vittorio Messori, "Il Cattolicesimo, i fedeli in calo e la cura dell'entusiasmo", ''Corriere della Sera'', 28 aprile 2014, p. 6.</ref> poco gradite allora a Mussolini e di conseguenza al violento e intransigente fascismo rurale. Il successo di Piacentini nel ventennio poi non fu improvviso; già negli [[anni 1910|anni dieci]] egli si era imposto come promessa del panorama architettonico non solo romano e aveva ricevuto importanti incarichi pubblici come la costruzione di edifici provvisori per l'esposizione internazionale di Roma del 1911 e il padiglione italiano all'esposizione di [[San Francisco]] ([[1915]]).
 
== Archivio e biblioteca personali ==
La [[Biblioteca centrale della Facoltà di Architettura|Biblioteca di Architettura]] dell'Università degli studi [[Sapienza – Università di Roma|La Sapienza]] di [[Roma]] conserva il "Fondo Piacentini", comprendente 2.300 volumi e 60 periodici, donato dalla figlia Sofia Annesi Piacentini negli anni 1970-71<ref>{{cita testo|url=http://www.architettura.uniroma1.it/storia-della-biblioteca|titolo=Storia della biblioteca|sito=Università degli Studi di Roma La sapienza| accesso=1º febbraio 2018}}</ref>. Presso la sede di Architettura della [[Biblioteca di Scienze Tecnologiche, Università degli Studi di Firenze#Fondo Marcello Piacentini|Biblioteca di Scienze Tecnologiche, Università degli Studi di Firenze]] è conservato il "Fondo Marcello Piacentini", donato nel 1980<ref>{{Cita web|url=https://archivi.unifi.it/patrimonio/d8898075-2f82-4810-8327-7fee0b5f8a16/fondo-piacentini-marcello|titolo=Archivio Marcello Piacentini|editore=Università degli studi di Firenze. Fondi archivistici del Sistema bibliotecario di Ateneo|accesso=22 agosto 2018}}</ref>. Si tratta di 500 fascicoli relativi all'attività professionale, contenenti la documentazione relativa ai concorsi e ai progetti a cui l'architetto partecipò (studi, schizzi, esecutivi di opere realizzate, fotografie, manoscritti, carteggi, estratti) e da una serie di circa 2.500 pezzi di piccolo formato, costituiti da appunti, disegni e studi di architettura.
 
== Citazioni e commenti ==
Un commento di Marcello Piacentini su ciò che si è costruito in Italia dal 1933 al 1936 per chiarire il concetto di ''modernità nazionale'':
 
{{citazione|Ad un esame più completo e approfondito queste opere denunciano una fisionomia unitaria, organicamente coerente e stilisticamente definita, non soltanto in obbedienza ai canoni di gusto attuale ma in diretto rapporto con influenze nazionali. Questa impressione di nazionalità può essere messa in dubbio da quei pochissimi critici che, per partito preso, o per difetto di competenza o per incapacità di senso di osservazione, confondono in un'unica impressione generica qualsiasi opera di architettura moderna e per la estensione del movimento moderno di diversissime regioni vogliono, ad ogni costo, reagire a questo internazionalismo apparente non con una accettazione nazionale delle grandi correnti di gusto ma con una infantile negazione totalitaria.<ref>Marcello Piacentini, "Prefazione", in: Agnoldomenico Pica, ''Nuova architettura italiana'', Milano, 1936, pp. 6-7.</ref>}}
 
== Opere (selezione) ==
* Inizio [[XX secolo]], [[Palmi]]: Palazzo Ambesi-Impiombato in [[Piazza I Maggio (Palmi)|Piazza I Maggio]]
[[File:Casa dei Mutilati Roma.jpg|thumb|upright=1.3|La Casa madre dei mutilati a Roma (1936)]]
* [[1910]], [[Bruxelles]]: padiglione italiano all'Esposizione Mondiale.
* [[1912]]-[[1928]], [[Messina]]: [[Palazzo Piacentini (Messina)|Palazzo di Giustizia]].
* [[1913]], [[Roma]]: [[Villetta Rusconi]].
* [[1915]]-[[1917]], [[Roma]]: Ristrutturazione e ampliamento del [[Cinema Teatro Corso]] (già Lux et Umbra, poi Étoile).
* [[1916]]-[[1918]], [[Roma]]: [[Villa Nobili]].
* [[1919]]-[[1934]], Roma: [[Basilica del Sacro Cuore di Cristo Re]]<ref>{{de}} Luigi Monzo: ''trasformismo architettonico'' – Piacentinis Kirche Sacro Cuore di Cristo Re in Rom im Kontext der kirchenbaulichen Erneuerung im faschistischen Italien, in: Kunst und Politik. Jahrbuch der Guernica-Gesellschaft, 15.2013, pp. 83-100.</ref>.
* [[1922]], [[Firenze]]: [[Palazzo dello Strozzino|Cinema teatro Savoia]] (ora Odeon).
* [[1922]]-[[1927]], [[Bergamo]]: Rifacimento centro della città ([[centro piacentiniano]])-[[Torre dei Caduti di Bergamo|Torre dei Caduti]]-[[Palazzo di Giustizia (Bergamo)|Tribunale]]-Camera C.I.A.A.
* [[1924]]-[[1931]], [[Genova]] - [[Arco della Vittoria]].
* [[1925]], [[Roma]]: Restauro di [[Villa Madama]].
* [[1926]]-[[1958]], [[Roma]]: [[Teatro Costanzi|Teatro dell'Opera]] (ristrutturazione).
* [[1927]]-[[1932]], [[Brescia]]: [[Piazza della Vittoria (Brescia)|Piazza della Vittoria]] (dominata dal [[Torrione INA]], alto 57 metri è il primo [[grattacielo]] costruito in Italia e tra i primissimi in Europa).
* [[1927]]-[[1939]], [[Genova]]: [[Piazza della Vittoria (Genova)|Piazza della Vittoria]] (piano generale, palazzi INPS, Garbarino, Sciaccaluga e [[Arco della Vittoria]]).
* [[1928]], [[Bengasi]]: Albergo Italia<ref>[http://www.domusweb.it/en/op-ed/revolution-in-libya-if-the-war-eradicates-history/ Domus]</ref>.
* [[1928]], [[Bolzano]]: [[Monumento alla Vittoria (Bolzano)|Monumento alla Vittoria]].
* [[1928]]-[[1932]], [[Roma]]: [[Palazzo Piacentini (via Veneto)|Palazzo delle Corporazioni]] in via Veneto (oggi sede del [[Ministero dello Sviluppo Economico]]), con [[Giuseppe Vaccaro (architetto)|Giuseppe Vaccaro]].
* [[1928]]-[[1936]], [[Roma]]: [[Casa madre dei Mutilati]].
* 1929-1931, Roma: Palazzina al Lungotevere Tor di Nona (abitazione e studio Piacentini).
* 1932, Roma: Villa Piacentini alla Via Camilluccia (abitazione privata Piacentini).
* 1932, [[Pallanza]]ː Mausoleo per [[Luigi Cadorna]].
* [[1932]]-[[1937]], [[Roma]] - Edifici residenziali ICP Pamphily.
* [[1932]]-[[1941]], [[Reggio Calabria]]: [[Museo Nazionale della Magna Grecia]].
* [[1933]], [[Milano]]: [[Palazzo di Giustizia (Milano)|Palazzo di Giustizia]].
* [[1933]], [[Torino]]: demolizione e ricostruzione del secondo tratto di [[Via Roma (Torino)|Via Roma]] (e isolati circostanti).
* [[1933]]-[[1935]], [[Bolzano]]: [[Corpo d'Armata]]<ref>{{de}} [[Hannes Obermair]], ''"Stadt im Umbruch" – das Bozner Beispiel "revisited"'', in ''Razionalismi. Percorsi dell'abitare, Bolzano/Bozen 1930–40'', Bolzano, La Fabbrica del Tempo, 2015, p. 38.</ref>.
*[[1933]]-[[1938]], [[Milano]]: [[Palazzo Missori]].
* [[1935]]-[[1939]], [[San Paolo (Brasile)|San Paolo]]: [[Edificio Matarazzo]] (ex sede delle Indústrias Reunidas F. Matarazzo e del Municipio di San Paolo).
* [[1935]]-[[1940]], Genova: [[Torre Piacentini]] (primo grattacielo italiano ad aver superato i 100 m).
* [[1936]], [[Roma]]: Palazzo del Rettorato dell'[[Università degli Studi di Roma "La Sapienza"]], all'interno della [[Città universitaria di Roma]].
* [[1936]], [[Rosarno]]: Edificio Scolastico "E. Marvasi".
* [[1936]] - [[1950]], [[Roma]]: [[Via della Conciliazione]] e sistemazione di [[Borgo (rione di Roma)|Borgo]] (con Attilio Spaccarelli).
* [[1937]]-[[1940]], [[Zagabria]]: Assicurazioni Generali
* [[1938]], [[Livorno]]: Piano di risanamento del [[centro storico]] e [[Piazza Grande (Livorno)|Piazza Grande]].
* [[1938]]-[[1942]], [[Roma]]: sistemazione dell'E42 ([[EUR]]).
* [[1939]]-[[1940]], [[Napoli]]: ristrutturazione del [[Palazzo del Banco di Napoli]].
* [[1940]]-[[1941]], [[Sasso Marconi]]: Mausoleo Marconiano<ref>Tutti i documenti relativi al Museo e al Mausoleo Marconiano: http://www.fgm.it/</ref>.
* [[1947]]-[[1952]]<ref>[[Carlo Chenis|Chenis, Carlo]]: ''La Cappella dello Studium Urbis. Un dono del Papa, un segno di cultura cristiana''. In: [[Sandro Benedetti|Benedetti, Sandro]] e Mariano Apa (a cura di): ''La Cappella della Divina Sapienza nella città universitaria di Roma''. Roma 1998, pp. 9-56.</ref>, [[Roma]]: [[Chiesa della Divina Sapienza|Cappella universitaria Divina Sapienza]], all'interno della [[Città universitaria di Roma]].
* [[1954]]-[[1956]], [[Ferrara]]: [[Palazzo della Ragione (Ferrara)|Nuovo Palazzo della Ragione]].
* [[1958]], Roma: [[Palazzo dello Sport (Roma)|Palazzo dello Sport]], in collaborazione con [[Pier Luigi Nervi]] (per la parte strutturale).
*[[1962]] (postuma, su suo progetto), [[Pescara]], chiesa dello Spirito Santo.<ref>{{cita web|url=http://www.diocesipescara.it/wd-annuario-enti/pescara-centrale-664/spirito-santo-251/|titolo=Spirto Santo-Chiesa di Pescare-Penne|editore=Diocesi di Pescara|accesso=15 novembre 2020}}</ref>
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* AA. VV., ''Marcello Piacentini e Roma'', Bollettino della Biblioteca della Fac. Di Arch. dell'Univ. degli studi di Roma "La Sapienza" n. 53, 1995
* (DE) Monzo, Luigi: Croci e fasci - Der italienische Kirchenbau in der Zeit des Faschismus. Berlino, Monaco, 2021, pp. 233-75. (paragrafo a riguardo della Basilica del Sacro Cuore di Cristo Re a Roma)
* F. Gastaldi, S. Soppa, Triennale di Milano-Università degli Studi di Genova, ''Genova. Piani 1866-1980'', Libreria CLUP Milano, 2004, (con annesso CD-ROM), ISBN 88-7090-680-9.
*{{EI
* M. Lupano, ''Marcello Piacentini'', Editori Laterza, Roma-Bari 1991
|nome = PIACENTINI, Marcello
*M. Piacentini, ''Architettura moderna'', a cura di M. Pisani, Marsilio, Venezia 1996
|nomeurl = marcello-piacentini
* A.S. De Rose, "Marcello Piacentini Opere 1903-1923", Franco Cosimo Panini Editore, 1993
|autore =
* M. Ranisi, "G. Muzio, M. Piacentini. Le Chiese di Cristo Re e di Santa Maria Mediatrice in Roma", in ''Costruire in laterizio'' 50/51, 1996
|anno = 1935
[http://www.laterizio.it/costruire/_pdf/n50/50_106_129.pdf articolo in pdf]
|pagine =
*M. Pisani, ''Architetture di Marcello Piacentini. Le opere maestre'', Ed. Clear, 2004
|volume =
*M. Lupano, ''Scheda su Marcello Piacentini'', in ''Guida agli archivi di architetti e ingegneri del Novecento in Toscana'', a cura di E. Insabato, C. Ghelli, Edifir, Firenze 2007, pp. 281-288
|accesso = 7 luglio 2014
|citazione =
}}
* {{de}} [https://publikationen.bibliothek.kit.edu/1000071873 Monzo, Luigi: ''croci e fasci – Der italienische Kirchenbau in der Zeit des Faschismus, 1919-1945.'' 2 voll. Karlsruhe 2017 (tesi di dottorato, Karlsruhe Institute of Technology, 2017), pp. 494-499.]
* N. Pirazzoli, ''Il nuovo Stile Littorio'', in AA.VV., ''Il pensiero reazionario'', Longo Editore, Ravenna, 1982.
* B. Regni, M. Sennato, ''Marcello Piacentini (1881-1960): l'edilizia cittadina e l'urbanistica'', Storia dell'Urbanistica nº 5, Roma 1983.
* B. Regni, M. Sennato (a cura), ''La Città Universitaria di Roma. The Rome University City'', Clear, Roma 1986.
* ''Marcello Piacentini e Roma'', Bollettino della Biblioteca della Facoltà di Architettura dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" n. 53, 1995.
* F. Gastaldi, S. Soppa, Triennale di Milano-Università degli Studi di Genova, ''Genova. Piani 1866-1980'', Libreria CLUP Milano, 2004 (con annesso CD-ROM). ISBN 88-7090-680-9.
* {{cita libro | nome= Mario| cognome= Lupano| titolo= Marcello Piacentini| anno= 1991| editore= Editori Laterza| città= Roma-Bari}}
* M. Piacentini, ''Architettura moderna'', a cura di M. Pisani, Marsilio, Venezia 1996.
* A.S. De Rose, ''Marcello Piacentini. Opere 1903-1923'', Franco Cosimo Panini Editore, 1993.
* {{Cita pubblicazione |autore = Mariano Ranisi |url = http://www.laterizio.it/costruire/_pdf/n50/50_106_129.pdf |titolo = G. Muzio e M. Piacentini. Le chiese di Cristo Re e di Santa Maria Mediatrice in Roma |rivista = Costruire in laterizio |numero = 50/51 |anno = 1996 |pp = 116-123 |urlmorto = sì |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20131022170051/http://www.laterizio.it/costruire/_pdf/n50/50_106_129.pdf |dataarchivio = 22 ottobre 2013 }}
* U. Tramonti - L. Prati (a cura di), ''La città progettata: Forlì, Predappio, Castrocaro - Urbanistica e Architettura fra le due guerre'', Comune di Forlì, Forlì 1999.
* {{cita libro | nome= U.| cognome= Tramonti|nome2= L.| cognome2= Prati| titolo= La città progettata: Forlì, Architettura fra le guerre - Itinerari nella città| anno= 2000| editore= Comune di Forlì| città= Forlì}}
* Mario Pisani, ''Architetture di Marcello Piacentini. Le opere maestre'', Ed. Clear, 2004.
* Mario Lupano, ''Scheda su Marcello Piacentini'', in ''Guida agli archivi di architetti e ingegneri del Novecento in Toscana'', a cura di E. Insabato, C. Ghelli, Edifir, Firenze 2007, pp.&nbsp;281–288.
* D. Iacobone, ''Marcello Piacentini et alii a Bergamo Bassa'', in M. Docci, M.G. Turco (a cura di), ''L'architettura dell'”altra modernità”. Atti del XXVI Congresso di Storia dell'architettura, Roma 11-13 aprile 2007'', Roma 2010, pp.&nbsp;246–255.
* {{de}} Harald Bodenschatz (a cura di), ''Städtebau für Mussolini. Auf der Suche nach der neuen Stadt im faschistischen Italien'', Berlino, DOM Publishers, 2011. ISBN 978-3-86922-186-1.
* {{de}} Luigi Monzo: ''trasformismo architettonico – Piacentinis Kirche Sacro Cuore di Cristo Re in Rom im Kontext der kirchenbaulichen Erneuerung im faschistischen Italien'', in Kunst und Politik. Jahrbuch der Guernica-Gesellschaft, 15.2013, pp.&nbsp;83–100. {{ISSN|1439-0205}}.
* {{Cita libro |curatore = [[Franco Purini]] |curatore2 = Simonetta Lux |curatore3 = Giorgio Ciucci |titolo = Marcello Piacentini architetto 1881-1960. Atti del Convegno (Roma, 16-17 dicembre 2010) |città = Roma |editore = Gangemi Editore |anno = 2012 |isbn = 978-88-492-2501-3}}
* {{de}} Christine Beese, ''Marcello Piacentini. Moderner Städtebau in Italien'', Berlin 2016; recensione di Luigi Monzo in architectura: Zeitschrift für Geschichte der Baukunst, 45.2015/1 (pubblicato nell'ottobre 2016), pp.&nbsp;88–91.
* {{cita pubblicazione |titolo= Lavori in Corso – Die Bozner Freiheitsstraße |curatore= [[Hannes Obermair]], Fabrizio Miori, Maurizio Pacchiani |editore= La Fabbrica del Tempo – Die Zeitfabrik, Bolzano |data= 2020 |isbn= 978-88-943205-2-7|lingua= it, de }}
* {{cita libro |wkautore=Paolo Nicoloso |nome= Paolo| cognome= Nicoloso| titolo= Gli architetti di Mussolini. Scuole e sindacato, architetti e massoni, professori politici negli anni del regime| anno= 2004| editore=Franco Angeli| città= Milano|ISBN= 8846413059}}
 
== Voci correlate ==
* [[Architettura del periodo fascista]]
* [[Razionalismo italiano]]
* [[Movimento Moderno]]
* [[Monumentalismo]]
* [[Architettura italiana del Novecento]]
* [[Arnaldo Dell'Ira]]
* [[Matilde Festa]]
* [[Biblioteca di Scienze Tecnologiche, Università degli Studi di Firenze]]
*[[Università degli Studi di Roma "La Sapienza"]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
*[http://w3.uniroma1.it/bibarc/fondi/files/piacentini.html Fondo Piacentini]
* {{Collegamenti esterni}}
*[http://www.inroma.roma.it/arardeco/1925/25_I/25Ia1.html Marcello Piacentini con 101 illustrazioni], articolo di Antonio Munoz in Rivista d'Arte e di Storia, sett.-ott. 1925
* {{cita web |1=http://w3.uniroma1.it/bibarc/fondi/files/piacentini.html |2=Fondo Piacentini |accesso=14 dicembre 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120415194224/http://w3.uniroma1.it/bibarc/fondi/files/piacentini.html |dataarchivio=15 aprile 2012 |urlmorto=sì }}
*[http://opac.sba.uniroma3.it:8991/arardeco/1929/29_VIII/29VIIIa2.html Il Palazzo di Giustizia di Messina dell'arch. Marcello Piacentini con 25 illustrazioni], in Rivista d'Arte e di Storia, aprile 1929
*{{Cita web|url=https://archivi.unifi.it/patrimonio/d8898075-2f82-4810-8327-7fee0b5f8a16/fondo-piacentini-marcello|titolo= Fondo - Piacentini Marcello|accesso=29 aprile 2021}}
*[http://www.archinfo.it/home.php?_idnodo=2007 Scheda delle opere su Archinfo]
*{{Cita web|url=https://archivi.unifi.it/entita/04286bb3-302a-4dd3-80ba-78a70881cc51/piacentini-marcello-roma-1881-roma-1960/informazioni|titolo= Piacentini, Marcello (Roma 1881 - Roma 1960)|accesso=29 aprile 2021}}
{{Portale|architettura|biografie|ingegneria}}
*{{cita web|http://www.fgm.it/|La Fondazione Guglielmo Marconi}}
*[http://www.inroma.roma.it/arardeco/1925/25_I/25Ia1.html Marcello Piacentini con 101 illustrazioni] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20051123193114/http://www.inroma.roma.it/arardeco/1925/25_I/25Ia1.html|data=23 novembre 2005}}, articolo di Antonio Munoz in Rivista d'Arte e di Storia, sett.-ott. 1925
* {{collegamento interrotto|1=[http://opac.sba.uniroma3.it:8991/arardeco/1929/29_VIII/29VIIIa2.html Il Palazzo di Giustizia di Messina dell'arch. Marcello Piacentini con 25 illustrazioni] |data=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}, in Rivista d'Arte e di Storia, aprile 1929
* {{cita web|url=http://www.archinfo.it/home.php?_idnodo=2007|titolo=Scheda delle opere su Archinfo|accesso=5 gennaio 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080506193630/http://www.archinfo.it/home.php?_idnodo=2007|dataarchivio=6 maggio 2008|urlmorto=sì}}
* {{cita web | 1 = http://www.radiomarconi.com/marconi/mausoleo.html | 2 = Mausoleo Marconiano | accesso = 11 dicembre 2012 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20120731195115/http://www.radiomarconi.com/marconi/mausoleo.html | dataarchivio = 31 luglio 2012 | urlmorto = sì }}
* {{cita web|http://www.fgm.it/|La Fondazione Guglielmo Marconi}}
 
[[Categoria:Personalità legate a Roma]]
{{Controllo di autorità}}
[[Categoria:Autori di sacrari militari e monumenti ai caduti|Piacentini]]
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[[de:Marcello Piacentini]]
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