Curti (famiglia): differenze tra le versioni

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Lo stemma araldico della famiglia Curti di Gravedona secondo il [[Giovan Battista di Crollalanza|Crollalanza]]<ref>Cfr. G.B. Di Crollalanza – Dizionario Storico- Blasonico delle famiglie nobili e notabili. Pisa, 1886. Vol.I , pagg. 344 e345</ref> era così composto: Interzato in fascia (cioè diviso in tre fasce orizzontali); nel 1° d'oro all'aquila spiegata di nero, coronata del campo (''[[Capo (araldica)|capo dell'Impero]]''); nel 2° che è partito (cioè diviso a metà in senso verticale): a destra d'argento, al leone rampante al naturale; a sinistra di rosso, al castello a due torri d'argento, aperto e finestrato del campo; nel 3° sbarrato d'argento e di rosso [http://www.armoriale.it/wiki/File:Coa_fam_ITA_curti4.jpg]. Tuttavia va osservato che nei blasoni più antichi da noi raccolti si trova sempre nel 3°, in luogo dello sbarrato, il palato d'argento e di rosso, precisamente come si vede nello stemma qui riportato.
 
Giova tuttavia precisare che in origine lo stemma dei Curti di Gravedona doveva essere privo del capo dell'Impero, aggiuntosi soltanto nel [[1030]] a seguito dell'investitura comitale da parte dell'Imperatore Corrado II, come ricordato nel paragrafo precedente.<ref>Uno stemma dei Curti di Gravedona "originario", cioè privo del capo dell'Impero, si può osservare presso il Curti Schloss, sito a Groß-Umstadt (in Assia), antico castello che fu acquistato nel 1654 dal [[baronetto]] tedesco Johann Wilhelm Curtius. Posto un tempo sulla porta del castello, lo stemma dei Curti di Gravedona venne riprodotto nella sua composizione originaria, anteriore all’apposizione del capo dell’impero (l’aquila nera in campo d’oro), avvenuta nel 1030 a seguito dell’investitura ricevuta da Pietro Curti da parte dell’Imperatore Corrado II (cfr. paragrafo precedente). Tale stemma è così composto: troncato (cioè diviso a metà in senso orizzontale), nel 1° partito (cioè diviso a metà in senso verticale): a destra d'argento, al leone ''bicipite'' rampante al naturale, a sinistra di rosso, al castello a due torri d'argento, aperto e finestrato del campo, sormontato da un'aquila; nel 2° palato d'argento e di rosso. Al di sotto dello stemma, un’epigrafe riporta inequivocabilmente: “CURTI DI GRAVEDONNA” (sic). Riproducendo nel XVII secolo questo antichissimo stemma a fianco dela sua arma personale (di recente concessione come riconoscimento per la preziosa attività dipomatica prestata per la Corona d'Inghilterra), il baronetto Wilhelm Curtius, che si faceva chiamare anche ''Von Curti'', dichiarava orgogliosamente la propria discendenza dall'antica famiglia Curti di Gravedona, della quale evidentemente conservava una preziosa memoria storica, risalente a prima del 1030.</ref> Va inoltre osservato che l'uso degli smalti rosso ed argento nelle figure e nelle pezze dovrebbe richiamare i colori tipici della [[Franconia]], facendo ipotizzare che i Curti fossero originari di quella regione, da cui provenivano i [[Carolingi]] e lo stesso Imperatore Corrado II il Salico, già Re di Franconia.
 
Lo stemma che appare in questo [http://www.armoriale.it/wiki/File:Coa_fam_ITA_curti_mgo.jpg collegamento] secondo il Crollalanza apparteneva invece ai baroni Curti di Palermo, e si blasona così: Interzato in fascia (cioè diviso in tre fasce orizzontali): nel 1° d'oro all'aquila spiegata di nero, coronata del campo (''capo dell'Impero''); nel 2° che è partito (cioè diviso a metà in senso verticale): a destra d'oro, al leone bicipite passante di nero, le teste coronate del campo; a sinistra di rosso, al castello a due torri d'oro, aperto, finestrato del campo e sormontato da un'aquila d'oro coronata dello stesso; nel 3° di rosso, a tre pali d'oro.