Mohammad Sa'id Sarmad: differenze tra le versioni

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Sarmad fu autore di un canzoniere contenente circa trecentotrenta quartine e vari frammenti, oltre ad una corrispondenza, di dubbia autenticità, che avrebbe intrattenuto con Dara Shikoh. Il canzoniere si ispira alla figura del giovinetto indù Abhay Chand, che il poeta incontrò poco dopo il suo sbarco a [[Thatta]] (presso l'odierna [[Karachi]]) e di cui si innamorò, facendone il proprio allievo e compagno di vita. Sarmad dichiara in una delle sue quartine di essere un imitatore di [[Hafez]] nel ''[[ghazal]]'' e di [[ʿUmar Khayyām]] nella quartina (''robā'i''). I temi principalmente trattati sono la bellezza rivelatrice del divino e lo statuto del peccato. Il suo amore incondizionato per Abhay Chand, ritratto con il poeta in un dipinto che si trova presso l'Archaeological Museum del [[Forte rosso]] a Delhi, lo porta a vedere in lui una personalissima manifestazione terrena del Divino Amato ed egli giunge a dichiarare in una quartina che il "peccato" fu il suo "[[Al-Khidr|Khidr]]", ovvero la guida alla scoperta del divino e alla propria redenzione.
 
== OpereBibliografia ==
La riscoperta e la valorizzazione dell’opera poetica di Sarmad è avvenuta piuttosto tardi e non tanto in Iran quanto nell’India moderna, come testimoniato dalle prime edizioni a stampa delle sue quartine che si collocano tra fine ‘800 e inizi  ‘900:  
*{{cita libro|titolo=Rubā‘iyyāt-i Sarmad|curatore=Fazl Mahmud Asiri|editore=Prabhat Kumar Mukherjee Shantiniketan|città=Shantiniketan|anno=1950|lingua=hi}}
 
Sarmad, ''Rubā‘iyyāt'', a cura di Sayyid Muhammad Ishāq, Delhi 1897 (incompleta, contiene solo 180 quartine; ne è stata fatta una seconda edizione nel 1905).  
 
''Rubā‘iyyāt-i Sarmad'', Lahore 1914 (con introduzione in lingua urdu).
 
''Rubā‘iyyāt-i Sarmad'', a cura di Munshi Syed Qurvan Ali “Bismil”, Shahjehani Press, Delhi 1927.
 
La prima edizione scientifica dell’originale persiano e a tutt’oggi quella considerata la più attendibile è:  
 
''Rubā‘iyyāt-i Sarmad'', a cura di Fazl Mahmud Asiri, con prefazione di S. Qazvini, Prabhat Kumar Mukherjee Shantiniketan (Visva Bharati Series 11), Shantiniketan 1950 (contiene 334 quartine in originale e in traduzione inglese, più 1 ghazal e altri 15 frammenti, solo nell’originale persiano).
 
Si segnala anche una pregevole edizione calligrafica in stile ''nasta’liq:''
 
''Rubā‘iyyāt-i Sarmad-i Irāni'', a cura di Ardashir Khāze‘, Hyderabad 1340 H/1961 AD (che contiene 295 quartine).
 
In Iran è uscito in tempi recenti S. ‘Abdolhamid Zia’i (ed.), ''‘Asheqaneha-ye yek yoghi. Bazkhwani-ye zendegi, she’r va andishe-ye Sa’id Sarmad Kashani'', Teheran, Hezare Qoqnus, 1389 H / 2010 A.D. (introduzione all’autore e alla sua opera e testi in originale persiano).
 
Le prime traduzioni in lingue europee sono state effettuate da studiosi indiani, e solo di recente anche da studiosi europei:
 
B. A. Hashimi, ''Sarmad, his life and Quatrains'', in “Islamic Culture” 1934, pp. 95-104 (con una selezione di 50 quartine tradotte in inglese).
 
Z.H. Sharib (ed.), ''Sarmad and his rubaiyat'', Southampton (UK), Sharib Press, 1994, (traduzione inglese di un maestro di confraternita chistiyya, la prima edizione era uscita in India a Agra 1946).
 
B. Behari (ed.), ''The Rubaiyat of Sarmad'', ed, B.R. Publishing Company, New Delhi 1988.
 
S. S. Hameed (ed.), ''The Rubayat of Sarmad'', New Delhi 1991, contiene 50 quartine con testo traslitterato e traduzione inglese, più il saggio di Abul Kalam Azad, ''Sarmad Shaheed'' (tradotto dall’urdu).  
 
P. Smith (ed.), ''Ruba’iyat of Sarmad'', New Humanity Books, Campbells Creek 2012.
 
C. Saccone (ed.), ''“Dio ama la bellezza del mio peccato”. Le quartine di un poeta mistico della tradizione indo-persiana'', Seattle, Centro Essad Bey-AIP (Collana “Turchesi e rubini di Persia”, diretta da N. Norozi), 2022.
 
 
 
== Note ==