Jean-Lambert Tallien: differenze tra le versioni
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Alla Convenzione, Tallien siede tra i banchi dei [[Montagnardi]], in opposizione ai [[Girondini]], che aveva attaccato la Comune di Parigi. Dopo aver partecipato ai moti che portaromo alla caduta ed all'arresto dei Girondini, il [[23 settembre]] [[1793]] viene inviato con [[Claude-Alexandre Ysabeau]] a [[Bordeaux]] per reprimervi i moti di stampo federalista. Qui tuttavia viene sedotto da Thérésa Cabarrus, ex moglie di un federalista arrestata come sospetta; la fa quindi liberare ed inizia a vivere con lei, in un lusso sfrenato e proteggendo altri sospetti. Di fronte a questo voltafaccia, le autorità rivoluzionarie locali lo accusano di ''moderatismo'', ma egli reagisce facendoli arrestare; tuttavia Jullien de la Drôme, agente del [[Comitato di salute pubblica]] in missione nella zona, lo denuncia al suo ritorno a Parigi.
Sentendosi minacciato, tornò a Parigi per giustificarsi, riuscendo a convincere la Convenzione della bontà del suo ''ardore rivoluzionario'', riuscendo addirittura ad essere eletto presidente dell'assemblea il [[24 marzo]] [[1794]]. Venne raggiunto presto da Thérésa, che venne tuttavia arrestata per ordine del Comitato di salute pubblica; questo fatto, ed un biglietto offensivo mandatogli dalla donna, portano Tallien ad entrare nella congiura contro [[Maximilien de Robespierre|Robespierre]], utilizzando la sua posizione di presidente alla Convenzione per togliere la parola a [[Louis Antoine de Saint-Just|Saint-Just]] e per impedire di parlare allo stesso Robespierre.
Dopo la caduta di Robespierre, Tallien diviene una figura importante della reazione, con l'aiuto di Thérésa, che sposa il [[26 dicembre]] [[1794]], ma [[Pierre Joseph Cambon]] e [[Laurent Lecointre]] lo denunciano come sostenitore del [[Regime del Terrore|Terrore]]. Tallien riuscì a salvarsi chiedendo la testa di [[Jacques Nicolas Billaud-Varenne]] e [[Jean-Marie Collot d'Herbois]]; rilanciò quindi ''L'Ami des citoyens'', attaccando i [[Giacobini]], fece chiudere il Circolo dei Giacobini il [[24 dicembre]] [[1794]] e sopprimere il Tribunale rivoluzionario il [[31 maggio]] [[1795]].
Con l'istituzione del [[Direttorio]], l'influenza politica di Tallien iniziò a declinare, sebbene rimanesse un membro del [[Consiglio dei Cinquecento]]. Screditato agli occhi dei [[Montagnardi]], che lo considerano un rinnegato, ed a quelli della destra, che gli rimproverano il suo passato favorevole al Terrore, viene abbandonato anche dalla moglie. Comunque, presentato a [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], viene da questi aggregato alla spedizione in [[Egitto]] e, dopo la presa del [[Il Cairo|Cairo]], Tallien si occupa dell'edizione del giornale ufficiale, ''Décade égyptienne''.
Rimandato in [[Francia]] dal generale [[Jacques François Menou]], divenuto nel frattempo comandante in capo dell'Armata egiziana nel [[1800]], viene catturato dagli inglesi durante la navigazione e condotto a [[Londra]]: qui viene comunque ben accolto dai [[Whig (Regno Unito)|Whig]] ed incontra [[Charles James Fox]].
Al ritorno in Francia, nel [[1802]], Tallien si ritrova senza moglie (che ha ottenuto il divorzio) e senza impiego, ma con l'intercessione di [[Joseph Fouché|Fouché]] e [[Charles Maurice de Talleyrand-Périgord|Talleyrand]], viene nominato console ad [[Alicante]], ma vi rimane soltanto per quattro mesi: colpito dalla [[febbre gialla]], perde l'uso di un occhio. Tornato a Parigi, riesce ad avere una pensione, che gli verrà confermata anche dopo il ritorno dei Borboni. A causa della sua cattiva salute, viene salvato dall'esilio decretato per i regicidi, ma muore di [[lebbra]] il 16 novembre 1820.
[[de:Jean Lambert Tallien]]
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