Morgia Sant'Angelo: differenze tra le versioni

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==Storia==
 
===Antichità===
[[File:Cerreto Sannita - Chiesa rupestre di Sant'Angelo in Sasso - interno 2.jpg|miniatura|upright|Interno della grotta di San Michele]]
Il territorio circostante la ''morgia'' fu abitato sin dalla [[preistoria]] come testimoniano i risultati di alcuni scavi archeologici realizzati alla fine del [[XIX secolo]]. In un primo scavo ([[1882]]) fu rinvenuto un sarcofago costituito da lastroni di tufo grigio al cui interno c'erano una lancia in [[bronzo]], dei pezzi di legno bruciato, dei frammenti di ossa, un'ascia, delle punte di lance e un vaso cinerario posto ad un angolo del sarcofago. In un successivo scavo condotto dall'antropologo Abele de Blasio nel [[1896]] furono trovate: una punta di lancia [[silice]]a di colore chiaro; un [[raschiatoio]]; dei frammenti di ossa di ''[[Bos taurus]]'', di ''[[Ovis aries]]'' e di ''[[Sus scrofa]]''; dei frammenti di cocci lavorati a mano ma scarsamente cotti. Furono scoperti anche i resti di un [[forno]] arcaico a conferma della tesi che l'uomo neolitico sapeva preparare, manipolare e cuocere l'[[argilla]].<ref>{{cita|Vigliotti|p. 11.}}</ref>
 
L'importanza strategica del sito, l'ampio panorama che spazia nelle vallate sottostanti, la presenza di numerose fonti d'acqua e il ricovero offerto dalla grotta in caso di intemperie, furono i motivi che spinsero i [[sanniti]] ad utilizzare la ''leonessa'' come importante punto di avvistamento a difesa dei loro territori.<ref>{{cita|Russo|p. 45.}}</ref>
===Dai longobardi all'età moderna===
 
Intorno al [[700|700 d.C.]] i [[longobardi]] trasformarono la grotta in una cappella dedicata a [[San Michele Arcangelo]]. Secondo una tesi, la grotta della leonessa «dovette all'origine costituire un polo di aggregazione rituale, incentrato sul culto micaelico dopo l'opera antidolatrica svolta dai vescovi di [[Benevento]] Barbato, e di [[Capua]] Decoro».<ref>{{cita|Vigliotti|p. 19.}}</ref>
 
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La grotta era custodita da un eremita che abitava in una casetta a lui destinata.<ref>{{cita|Pescitelli|p. 81.}}</ref>
===L'età contemporanea===
 
Nel [[1783]] il sepolcro di mons. Caropipe venne trasferito nel sacrario della [[Cattedrale di Cerreto Sannita]] «per le enormità che si commettono ivi» essendo stata, la grotta, più volte ricovero delle greggi a causa della vicinanza ad un [[tratturo]].<ref>{{cita libro | cognome=Pescitelli | nome=Renato | titolo=Cerreto Sacra|volume=I | editore=Teta print | città=Cerreto Sannita| anno=2011| p= 171}}</ref>
 
Nel [[2000]] è stata oggetto di un intervento di riqualificazione a cura della [[Comunità Montana del Titerno]].
 
===Gli ultimi studi===
 
==Descrizione e misure==