Curti (famiglia): differenze tra le versioni

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Il titolo di [[marchese]] di Balsamo fu posseduto per primo da Mario, già Proconservatore in [[Licata]] per investitura del 1 dicembre [[1790]], e quindi dal figlio Antonino, per investitura del 7 dicembre [[1795]].
 
Camillo Curti diproveniente da Gravedona fu giureconsulto, e si stabilì alla fine del secolo XVI a [[Roma]], dove acquistò una casa con terra presso la chiesa di S. Girolamo della Carità, nei pressi di [[Via Giulia]]<ref>Cfr. T. Amayden – La storia delle famiglie romane. Roma, 1911.Vol. I pagg.371, 372, 384 / 387, 415 ; Vol. II pagg. 18 e 19.</ref>; tale dimora divenne poi l'attuale Palazzo Curti, sito in Via in Caterina n° 89, attribuito alla scuola di [[Antonio da Sangallo il Giovane|Antonio da Sangallo]]; lungo il cornicione dell'ultimo piano sono riportati in stucco gli emblemi araldici della famiglia. Camillo fu il capostipite dei conti Curti di Roma, morì nel [[1640]] e fu sepolto nella [[Chiesa del Gesù]], dove ancora si legge la sua pietra sepolcrale, nei pressi della cappella di [[Ignazio di Loyola|Sant'Ignazio di Loyola]].
 
Ancora da Milano intorno al XVI secolo un ramo della famiglia Curti si trasferì a [[Venezia]], acquistando ingenti ricchezze grazie al commercio delle carni dall'[[Ungheria]] e dalla [[Croazia]], ove possedeva titoli e feudi per concessione della Camera Imperiale di Vienna, ottenuti in compensazione dei crediti<ref>Cfr. C. Freschot – La nobiltà veneta, ossia tutte le famiglie patrizie con le figure dei suoi scudi ed armi. Seconda edizione rinnovata e accresciuta della nobiltà o sia famiglie nuovamente aggregate fino all’anno 1706.Pag.7 e in Aggiunta, pagg. 9, 10.</ref>. In occasione della [[Guerra di Morea]] i Curti contribuirono alle spese belliche della [[Repubblica di Venezia|Serenissima Repubblica di Venezia]] con la notevole somma di centomila [[Ducato (moneta)|ducati d'oro]], e come riconoscimento nel [[1688]] vennero ascritti alla [[Patriziato (Venezia)|Nobiltà di Venezia]] nella persona del [[barone]] Pietro Martire e nipoti<ref>Cfr. G. Dolcetti – Il Libro d’argento delle famiglie venete. Pagg. 33, 34.</ref>. Avevano dimora in un elegante palazzo sul [[Canal Grande]], oggi conosciuto come [[Palazzo Curti Valmarana]].