Jīva: differenze tra le versioni

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In questo significato ''jiva'' viene inteso come l'essere vivente nato vivo, ovvero la coscienza empirica e la sua struttura biologica.
Con questo significato tale termine compare successivamente negli [[agama-nikaya]] del primo [[Buddhismo]] (IV sec. a.e.v.) dove viene menzionato dal [[Buddha Shakyamuni]] tra gli ''inesprimibili'' (sanscrito ''avyakrtavastuni''). Così nel ''Digha Nikaya'' (1,157 e 188) il Buddha Shakyamuni considera inesprimibile la risposta alla domanda se il principio vitale/coscienza (''jiva'') sia identico al corpo o meno.
 
Nello stesso periodo in ambito [[jainista]] il termine inizia ad acquisire un diverso e più articolato significato legato alla concezione di una sostanza spirituale (''jiva'') che si differenzia da una sostanza inanimata (''ajiva'') che con altre 5 "verità fondamentali" (''asrava'', ''bandha'', ''samvara'', ''nirjara'' e ''moksa'') corrisponde alla dottrina jainista elencata nel ''Tattvarthadhigamasutra'' (1,4).