Licenziamento discriminatorio: differenze tra le versioni

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Secondo l'art. 15 [[Statuto dei Lavoratori]] è nullo qualsiasi atto o patto diretto a ''"licenziare un lavoratore […] a causa della sua affiliazione o attività sindacale ovvero della sua partecipazione ad uno sciopero"'', nonché la nullità dei licenziamenti attuati ''"a fini discriminazione politica, religiosa, razziale, di lingua e di sesso"''.
 
La legge prevede la nullità del licenziamento qualunque sia la motivazione adottata e la dimensione dell'azienda, e vale anche per i dirigenti. Al lavoratore si applica la tutela reale, per uicui l'interessato può scegliere fra il [[risarcimento]] del [[danno]] o la reintegra nel posto di lavoro.
 
IlNelle risarcimentoaziende che hanno meno di 15 dipendenti, il licenziamento discriminatorio è l'unico caso in cui il datore di lavoro di aziendeè che hanno meno di 15 dipendenti, può essere,obbligato alla reintegra del dipendente.
 
Viceversa, le categorie di lavoratori assunti a tempo indeterminato, per i quali è ipotizzabile una forma di licenziamento discriminatorio, sono quelli che beneficiano di una stabilistà del posto di lavoro, nelel aziende che hanno meno di 15 dipendenti.
 
Il diritto di non-discriminazione introduce un privilegio rispetto agli altri lavoratori.
 
Se il clienziamento non fosse nullo, in modo indipendente dalal causa adottata, il datore potrebbe reintegrare il dipendente e, a distanza di tempo, licenziarlo legittimamente con un motivo non riconducibile a fenomeni discriminatori.
 
==Note==