Comitato centrale: differenze tra le versioni

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'''Comitato centrale''' (CC) è il termine usato nei [[partito|partiti]] [[comunismo|comunisti]] e [[socialismo|socialisti]] nonché, talvolta, in partiti di diversa ideologia, [[sindacato|sindacati]] ed [[associazione|associazioni]] d'altro tipo, per designare l'[[organo collegiale]] di tipo assembleare, eletto dal [[congresso]], che dirige l'organizzazione tra una sessione congressuale e l'altra, svolgendo funzioni deliberative ed eleggendo gli organi esecutivi ([[segretario generale]], [[ufficio politico]] ecc.).
 
Nei paesi a [[Stato comunista|regime comunista]] il comitato centrale del partito comunista è di fatto una delle istituzioni politiche più importanti dello stato, sebbene formalmente rimanga un organo del partito. Esso finisce per assumere un rilievo superiore allo stesso [[parlamento]], che si trova a ratificare le decisioni assunte nel comitato centrale. Infatti quest'ultimo stabilisce l'ordine del giorno dell'assemblea parlamentare, delibera sulle leggi più importanti, propone all'assemblea le nomine ecc. Il comitato centrale, inoltre, avvalendosi dell'apparato posto alle sue dipendenze, esercita una funzione di controllo non solo sugli organi del partito ma anche su quelli dello stato.
 
Nel tempo la denominazione ha finito per essere tradizionalmente associata al comunismo, tanto che molti partiti, ad esempio vari partiti socialisti e alcuni partiti post-comunisti, l'hanno abolita per dare un segno di distinzione o discontinuità rispetto a quella ideologia. In Italia è stata utilizzata dal [[Partito Socialista Italiano]], che l'ha abbandonata all'epoca della segreteria di [[Bettino Craxi]], e dal [[Partito Comunista Italiano]]. Dopo lo scioglimento Partito Comunista Italiano la denominazione è utilizzata dal [[Partito dei Comunisti Italiani]] mentre non è stata ripresa dai [[Democratici di Sinistra]].