Zhànrán: differenze tra le versioni

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|PostNazionalità =  buddhista, Patriarca della scuola [[TiantaiTiāntái]]
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'''Zhànrán''' è il nono patriarca della [[Buddhismo cinese|scuola buddhista cinese]] [[TiantaiTiāntái]] (天台宗, giapp. [[Tendai]]) secondo il suo lignaggio tradizionale di questa scuola. Nato nel 711 a [[Jinxi]] (provincia dello [[Jangsu]]) in una antica famiglia di dotti confuciani, Zhànrán si distinse fin da giovane per lo studio interessandosi presto al [[Buddhismo]]. Ebbe come primo maestro buddhista [[Fangyan]] mentre a diciassette anni incontrò [[ Xuánlǎng]] (玄朗, 673-754), che, successivamente, divenne l'ottavo patriarca della [[Buddhismo cinese|scuola buddhista cinese]] [[Tiāntái]] (天台宗, giapp. [[Tendai]]). Xuánlǎng, notate le capacità del giovane Zhànrán, lo introdusse fin da subito nelle dottrine e nelle pratiche meditative (''[[zhǐguān]]'', 止觀) della scuola fondata da [[Zhìyǐ]] (智顗, 538-597). Zhànrán prese i voti monastici due anni dopo, nel 748, soggiornando nel monastero di [[Kuai-ji]] (provincia di [[Zhejiang]]) dove circa un secolo prima ere deceduto [[Guàndǐng]] (灌頂, 561-632) il discepolo diretto di [[Zhìyǐ]]. In questo monastero Zhànrán si perfezionò nello studio del ''[[vinaya]]''. Alcuni anni dopo si trasferì nel monastero di Kuayuan a Wujun (attualmente [[Shozou]] nei pressi di [[Shangai]]) dove insegnò il ''[[MoheMóhē ZhiguanZhǐguān]]'' (摩訶止觀, Grande trattato di calma e discernimento, giapp. ''Maka Shikan'', [[T.D.]] 1911), una delle opere principali di [[ZhiyiZhìyǐ]]. Con la morte nel 754 di XuanlangXuánlǎng, Zhanran assunse la guida dottrinale della scuola [[TiantaiTiāntái]], difendendola dagli attacchi dottrinali delle scuole [[Faxiang]], [[Huayan]] e [[ChanBuddhismo Chán|Chán]]. Nella sua unica opera non commentaria, il ''Jin'gangbei Jīngāngpí '' (金剛錍 giapp. ''Kongō bei'', ''La Spada di diamante'', [[T.D. 1932]]), Zhànrán, svolse infatti un attacco frontale alle principali scuole buddhiste cinesi contemporanee, lo [[Huayan]], il [[Buddhismo ChanChán]] e la scuola [[Faxiang]] che ritenevano la natura di Buddha (cin. ''foxing'') esclusiva degli esseri senzienti (cin. ''youqing''). ZhanranZhànrán sostenne che era impossibile limitare la natura di Buddha ai soli esseri senzienti. Essere un preciso 'essere' vuol dire implicitamente e potenzialmente essere anche tutti gli altri 'esseri': non può esistere, secondo la dottrina di Zhànrán, una divisione nella natura di Buddha tra la consapevolezza degli esseri senzienti e l'inerzia degli esseri insenzienti. Ogni volta che un essere realizza la buddhità allora in quel momento tutti gli esseri sono Buddha; ogni volta che un'entità è insenziente, tutti gli esseri sono insenzienti. Tutto ciò in base all'interdipendeza di tutti i regni possibili come insegnata dalla dottrina di ZhìyǐdelloZhìyǐ dello ''[[yinian sanqian]]'': tutti gli attributi possibili sono sempre applicabili a tutti gli esseri possibili. Va ricordato, tuttavia, che le asserzioni di Zhanran si muovono sempre all'interno della ''yuanrong sandi'' (Triplice verità) predicata da [[ZhiyiZhìyǐ]]. Dal punto di vista della seconda verità (Verità convenzionale, cin. ''jiadi'') per Zhànrán le differenze tra esseri senzienti e insenzienti vi sono ma, ed è questo il motivo dell'intervento del sesto patriarca Tiantai, la realtà è come una sfera il cui centro (la natura di Buddha e tutti i mondi possibili) è ovunque: anche negli alberi e nelle pietre. Famosi furono anche i suoi commentari alle tre opere principali di [[ZhiyiZhìyǐ]]: il ''Fahuawenjuji'', il ''Fahuaxuanyishiqian'' e il ''Zhiguanfuxingzhuanhongjue''. Nonché tre commentari sul ''VimalakirtinirdesasutraVimalakīrti Nirdeśa sūtra'' (LIl sutra dell'insegnamento di Vimalakirti, cin.維摩結經 pinyin: ''WeimojingWéimójiéjīng'', giapponese: ''Yuimaketsukyō''). Nel 782 Zhànrán si spense e le sue ceneri furono collocate accanto a quelle di [[ZhiyiZhìyǐ]]. Fu insignito del titolo di ''Tiantai zhongxingzu'' (il Patriarca che risollevò l'insegnamento del Tiantai) ed ebbe trentanove discepoli, tra cui [[Daosui]] maestro di [[Saicho]], il fondatore della scuola giapponese [[Tendai]].