Quinto Tullio Cicerone: differenze tra le versioni

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Nel [[64 a.C.]] scrisse una breve opera, il ''[[Commentariolum petitionis]]'', indirizzandola al fratello Marco, che in quell'anno si candidava al [[console (storia romana)|consolato]] per l'anno successivo.
 
Fu [[pretore (storia romana)|pretore]] nel [[62 a.C.]], [[proconsole]] della [[provincia romana|provincia]] d'[[Asia]] dal [[61 a.C.|61]] al [[59 a.C.]] e [[legato]] di [[Gneo Pompeo Magno]] in [[Sardegna]] dal [[57 a.C.|57]] al [[56 a.C.]] Dal [[54 a.C.]] militò per ragioni politiche<ref>[[Gaio Giulio Cesare]], ''[[De bello gallico]]'', trad. di Adriano Pennacchi e note di Albino Garzetti, Einaudi Tascabili, Torino, 1996, pagg. 479; 544-545</ref> nell'[[esercito]] di Cesare durante la [[conquista della Gallia]].
 
In quello stesso anno tenne testa ai [[Nervii]] di [[Ambiorige]], che incoraggiato dalla vittoria sulla [[legione romana|legione]] comandata da [[Quinto Titurio Sabino]] e [[Lucio Aurunculeio Cotta]], aveva raccolto intorno a sé gli [[Atuatuci]] e gli [[Eburoni]] (più tutta una serie di popolazioni minori) e aveva sferrato un attacco agli accampamenti invernali di Cicerone.
L'anno seguente ([[53 a.C.]]) al comando della [[Legio XIII (Cesare)|Legio XIII]] presso [[Tongeren|Atuatuca]] fu messo in difficoltà dai [[Sigambri]].