Erich Linder: differenze tra le versioni

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|Epoca = 1900
|Nazionalità = austriaco
|PostNazionalità =, di madre polacca e padre rumeno, tra le più autorevoli e influenti figure dell'editoria mondiale, rappresentò autori del calibro di [[Ezra Pound]], [[Thomas Mann]], [[James Joyce]], [[Franz Kafka]], [[Philip Roth]] e molti altri.
==Biografia==
Immigrato in Italia prima della seconda guerra mondiale per motivi di lavoro del padre , frequentò la scuola ebraica di Via Eupili. Durante la guerra riuscì a farsi passare per altoatesino e a 'collaborare' per circa un mese con i tedeschi, per poi riuscire a raggiungere l'esercito alleato con cui rimase sino alla fine della guerra. Dopo la guerra frequentò senza concldere gli studi la facoltà di lettere, collaborò con le Edizioni Comunità di Adriano Olivetti e in seguito con la casa editrice Bompiani, per poi assumere la guida della Agenzia Letteraria Internazionale, già fondata nel [[1898]] da [[Augusto Foà]]. Sotto la guida di Erich Linder l'Agenzia Letteraria Internazionale divenne tra le più importanti agenzie letterarie al mondo, e forse la più importante in Europa. Erich Linder fondò succursali anche in [[Francia]] e [[Svizzera]], succursali che poi alla morte di Linder divennero indipendenti.
 
Sposò Mariella Villaroel (Catania 1923 - Zurigo 1979), figlia del poeta Giuseppe Villaroel. Alla morte di Linder, avvenuta nel 1983 per infarto cardiaco, l'Agenzia Letteraria Internazionale fu dapprima rilevata dal figlio Dennis, che cedette nel 1988 la quota della società ereditata dal padre a Donatella Barbieri (sorella di Tiziano Barbieri, Ediore a Milano). Nell'estate 2008 una quota di maggioraza dell'Agenzia Letteraria Internazionale è stata a sua volta ceduta a Chiara Boroli (della famiglia cui fa capo la Casa Editrice De Agostini).
 
Come scrisse un autore dell'agenzia, [[Giordano Bruno Guerri]], "il merito grande di Linder era [...] di avere tre teste, come Cerbero: quella dell’autore, quella dell’editore e quella del lettore, e di saperle usare, di volta in volta, insieme o disgiunte, magnifico mostro. [...]Curiosissimo di tutto, a tutto attento, la sua conversazione asciutta spaziava su ogni campo, con vertiginosi slanci di ironia e diumorismo, e le sue ragioni erano incrollabilmente poggiate su pilastri inamovibili: giustizia, realismo, preparazione, razionalità”
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