Francesco Delfino: differenze tra le versioni
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==La carriera nell'Arma dei Carabinieri==
[[Immagine:Caserma della Scuola allievi ufficiali dei Carabinieri, Firenze.JPG|180px|thumb|right|Scuola Marescialli e Brigadieri di Firenze]]
Figlio di un maresciallo dei carabinieri,
Nel [[1961]] accede all'[[Accademia militare di Modena]], dalla quale, alla fine di un biennio di corsi, nel [[1963]], passa alla [[Scuola Ufficiali Carabinieri]] di [[Roma]] che frequenta come [[sottotenente]]. Al termine dei corsi, e ottenuto il grado di [[tenente]], viene destinato al comando della tenenza dei carabinieri di [[Verolanuova]] ([[Brescia]]). Da qui passa a [[Luino]], una cittadina sul [[lago Maggiore]] in prossimità del confine [[Svizzera|svizzero]], ove presta servizio per tre anni. Nel frattempo si iscrive alla facoltà di [[scienze politiche]] dell'Università di [[Pavia]].
Nel [[1969]] viene destinato in [[Sardegna]], ove presta servizio prima presso la tenenza di [[Sorgono]] e poi presso il nucleo investigativo di [[Nuoro]]. Impegnato sul fronte dei [[sequestro di persona|sequestri di persona]], durante la rinascita del [[banditismo sardo]], mette a frutto l'esperienza acquisita e si laurea in giurisprudenza all'università degli studi di [[Cagliari]] con una tesi sviluppata proprio
All'inizio degli anni [[anni 1970|'70]] torna in continente, destinato a [[Brescia]], ormai definitivamente inserito nelle strutture investigative dell'Arma. Dall'ottobre del [[1972]] si occupa per la prima volta di [[eversione]], in relazione ad una misteriosa serie di attentati dinamitardi ai danni di convogli ferroviari in [[Valtellina]].
==Il coinvolgimento nelle indagini di mafia==
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