Francesco Delfino: differenze tra le versioni

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==La carriera nell'Arma dei Carabinieri==
[[Immagine:Caserma della Scuola allievi ufficiali dei Carabinieri, Firenze.JPG|180px|thumb|right|Scuola Marescialli e Brigadieri di Firenze]]
Figlio di un maresciallo dei carabinieri, Francesco Delfino nasce nel 1936 in provincia di [[Reggio Calabria]], ove poie frequenta il [[liceo classico]] a [[Locri]]. S'iscrive poi alla facoltà di Giurisprudenza[[giurisprudenza]] dell'[[università]] di [[Messina]] ed accede alla Scuola allievi sottufficiali dei Carabinieri. Nel [[1957]], uscito dalla scuola di [[Firenze]] con il grado di [[vicebrigadiere]], viene destinato per il primo incarico a [[Rho]] ([[Milano]]), ove conosce Carla Valsesia, una professoressa di Letterelettere che diverrà sua moglie.
 
Nel [[1961]] accede all'[[Accademia militare di Modena]], dalla quale, alla fine di un biennio di corsi, nel [[1963]], passa alla [[Scuola Ufficiali Carabinieri]] di [[Roma]] che frequenta come [[sottotenente]]. Al termine dei corsi, e ottenuto il grado di [[tenente]], viene destinato al comando della tenenza dei carabinieri di [[Verolanuova]] ([[Brescia]]). Da qui passa a [[Luino]], una cittadina sul [[lago Maggiore]] in prossimità del confine [[Svizzera|svizzero]], ove presta servizio per tre anni. Nel frattempo si iscrive alla facoltà di [[scienze politiche]] dell'Università di [[Pavia]].
Da qui passa a [[Luino]] ([[Varese]]), una cittadina sul [[lago Maggiore]] in prossimità del confine [[Svizzera|svizzero]], ove presta servizio per tre anni. Nel frattempo si iscrive alla facoltà di scienze politiche dell'Università di [[Pavia]].
 
Nel [[1969]] viene destinato in [[Sardegna]], ove presta servizio prima presso la tenenza di [[Sorgono]] e poi presso il nucleo investigativo di [[Nuoro]]. Impegnato sul fronte dei [[sequestro di persona|sequestri di persona]], durante la rinascita del [[banditismo sardo]], mette a frutto l'esperienza acquisita e si laurea in giurisprudenza all'università degli studi di [[Cagliari]] con una tesi sviluppata proprio attorno asu questo tipo di delitto. Ormai promosso [[capitano]], le operazioni condotte in talel'esperienza settorematurata in Sardegna lo conduconoconduce ad averassumere un ruolo centrale nella cattura di Giuseppe Campana, luogotenente di [[Graziano Mesina]]<ref name=RadioRadicaleCommStragi01>[http://www.radioradicale.it/scheda/94096/94434-commissione-parlamentare-di-inchiesta-sul-terrorismo-in-italia-e-sulle-cause-della-mancata-individuaz Audizione del generale Francesco Delfino presso la Commissione Parlamentare di inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi: Inchiesta su stragi e depistaggi, 25 giugno 1997, registrazione audio]</ref><ref name=SocCiv01>[http://www.societacivile.it/focus/articoli_focus/Delfino_2.html Societacivile.it "Francesco Delfino - Le imprese del «capitano Palinuro»]</ref>.
 
All'inizio degli anni [[anni 1970|'70]] torna in continente, destinato a [[Brescia]], ormai definitivamente inserito nelle strutture investigative dell'Arma. Dall'ottobre del [[1972]] si occupa per la prima volta di [[eversione]], in relazione ad una misteriosa serie di attentati dinamitardi ai danni di convogli ferroviari in [[Valtellina]].
 
==Il coinvolgimento nelle indagini di mafia==