Pseudococcidae: differenze tra le versioni

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Per i motivi sopra esposti è raccomandabile un'adeguata prevenzione, da un lato limitando, per quanto è possibile, le condizioni che favoriscono l'insediamento e la proliferazione, da un altro intervenendo tempestivamente ai primi segnali di infestazione. Nel primo caso sono opportune la [[potatura]] di sfoltimento, allo scopo di arieggiare la chioma, la lotta alle formiche, la moderazione con la [[concimazione|concimazioni]] [[azoto|azotate]], in quanto possono indurre un eccessivo rigoglio vegetativo. Nel secondo caso vanno eliminati i focolai di infestazione con trattamenti localizzati oppure rimuovendo i germogli attaccati in caso di infestazioni circoscritte. In un ambito casalingo si può ricorrere anche alla rimozione manuale delle infestazioni.
 
[[Immagine:AntoninaFerrisia crawivirgata from CSIRO.jpg|thumb|left|230px|''[[AntoninaFerrisia crawivirgata]]'' (maschio).]]
Fondamentale è il rispetto delle condizioni che favoriscono il mantenimento dell'entomofauna ausiliaria. Gli Pseudococcidi, infatti, sono controllati efficacemente dai loro nemici naturali negli [[agrosistema|agrosistemi]] equilibrati. Gli interventi chimici vanno perciò inquadrati nel contesto della [[lotta integrata]]. A tal fine i principi attivi più indicati sono gli oli minerali bianchi. I nemici naturali più attivi rientrano per lo più negli [[Chalcidoidea|Imenotteri Calcidoidei]], fra i [[parassitoide|parassitoidi]], e nei [[Coccinellidae|Coleotteri Coccinellidi]], fra i [[predazione|predatori]].

Fra le specie più citate in letteratura si annoverano due fra i principali fattori di controllo del ''[[Planococcus citri]]'' (cotonello degli agrumi): il calcidoideo ''[[Leptomastix dactylopii]]'' ([[Hymenoptera]]: [[Encyrtidae]]) e il coccinellide ''[[Cryptolaemus montrouzieri]]''. Entrambi questi ausiliari sono stati allevati fin dagli inizi del [[XX secolo]] negli [[Stati Uniti d'America|USA]] per combattere il planococco negli agrumeti californiani. Attualmente sono oggetto di produzione presso [[biofabbrica|biofabbriche]] ed insettari di istituti di ricerca anche in Italia per l'impiego in [[lotta biologica]]. Altri coccinellidi attivi contro gli Pseudococcidi e le cocciniglie in generale, sono l<nowiki>'</nowiki>''[[Exochomus quadripustulatus]]'' e il ''[[Chilocorus bipustulatus]]'', piuttosto comuni negli agrosistemi non degradati in ambiente mediterraneo.
 
==Sistematica==
[[Immagine:Antonina crawi from CSIRO.jpg|thumb|230px|''[[Antonina crawi]]''.]]
{{vedi anche|Generi di Pseudococcidae}}
La famiglia comprende oltre 2000 specie ripartite fra oltre 230 generi. La sistematica interna, per quanto riguarda la suddivisione in sottofamiglie e tribù, è in piena fase di sviluppo, perciò le fonti si limitano spesso ad una suddivisione in generi. In letteratura sono talvolta citate le sottofamiglie Pseudococcinae, Rhizoecinae, Sphaerococcinae e Trabutininae<ref name="Williams"/><ref>{{cita|Tremblay|pp. 212-220}}</ref><ref name="Strumpel">Hans Strümpel. ''[http://books.google.com/books?id=QrLN9L7t6QIC&dq=Pseudococcinae+Sphaerococcinae&hl=it&source=gbs_summary_s&cad=0 Homoptera - Pflanzensauger]''. Walter de Gruyter, 1983. 47. ISBN 3110088568. (''in [[Lingua tedesca|tedesco]]'').</ref>, ma la suddivisione non è ben chiara, in quanto gli Autori contemplano da 2 a 4 sottofamiglie<ref name="Strumpel"/>.