Palazzo Stub: differenze tra le versioni

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==Storia==
Le origini del palazzo, attribuito al disegno di [[Riccardo Calocchieri]], risalgono all'urbanizzazione delle aree esterne al [[Forte San Pietro|Rivellino di San Marco]]; qui, in un lotto di terreno compreso tra il [[Fosso Reale (Livorno)|Fosso Reale]] ed il [[Canale dei Navicelli]], [[Gherardo Stub]] fece costruire, precedentemente al [[1829]], la propria dimora; essa si inseriva nei pressi della Porta San Marco, il varco realizzato dai francesi alla fine del suddetto rivellino.<ref>Tale porta, oggi scomparsa, non deve essere confusa né con la prima Porta San Marco, costruita a lato della [[Chiesa di Santa Caterina (Livorno)|chiesa di Santa Caterina]], né con l'odierna [[Porta San Marco (Livorno)|Porta San Marco]], ubicata non distante dal palazzo, al termine della [[Stradario di Livorno|via Solferino]].</ref>
La famiglia Stub, originaria della [[Norvegia]], nei primi anni dell'[[XIX secolo|Ottocento]] si era trasferita a Livorno, dove aveva avviato una consistente attività commerciale di materiale ligneo per armature navali.
Successivamente, Gherardo Stub fu eletto console generale di [[Svezia]] e Norvegia ([[1846]]), mentre il figlio Araldo divenne consigliere della Cassa di Risparmio di Livorno.