Alexandre Edme, barone di Méchin: differenze tra le versioni

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[[Elia di Decazes|Decazes]] si dimise il [[17 febbraio]] e venne rimpiazzato dal rientrante [[Armand Emmanuel de Vignerot du Plessis, duca di Richelieu|duca di Richelieu]], affiancato dal [[François-René de Chateaubriand|Chateaubriand]] (notevole anti-liberale), agli esteri e dal [[Jean-Baptiste Guillaume Joseph, conte di Villèle|Villèle]], leader del 'partito' ''[[ultra-monarchico|ultra]]''. <br/>
 
[[Luigi XVIII di Francia|Luigi XVIII]] affidò al nuovo governo il compito di rovesciare la maggioranza liberale della Camera dei deputati e [[Armand Emmanuel de Vignerot du Plessis, duca di Richelieu|Richelieu]] eseguì celermente: già a marzo [[1820]] impose alla Camera l'approvazione di leggi che ristabilivano la censura, con tanto di autorizzazione preventiva, aumentavano i poteri di polizia e riducevano le libertà personali. Poi, il [[2 giugno]] ottenne l'approvazione della ''[[legge del doppio voto]]'', un abominio giuridico che affidava il 40% dei seggi al quarto più ricco dell'elettorato, il quale già aveva votato per il primo 60%. Essa produsse un trionfo degli ''ultra'' alle elezioni del novembre [[1820]] della Camera dei Deputati. Con conseguente cambio di maggioranza. <br/>
 
===Deputato di opposizione===
Tali elezioni, tuttavia, non interessarono direttamente il Méchin, in quanto l'art 37 della [[Carta francese del 1814|Carta]] prevedeva che ''i deputati saranno eletti per cinque anni, e in maniera che la Camera sia rinnovata ogni anno per un quinto''. Né si ricordano le sue posizioni in quel periodo di particolare debolezza del 'partito' liberale, condizionato com'era dalla generale indignazione seguita all'assassinio del [[Carlo, duca di Berry|Berry]]. E dalla perdita del consenso del [[Luigi XVIII di Francia|re]]. <br/>
 
Comunque, Méchin difese con successo il proprio seggio il [[25 febbraio]] [[1824]] ed ancora il [[17 novembre]] [[1827]]. Mentre la politica nazionale erano dominata dal governo del primo ministro [[Jean-Baptiste Guillaume Joseph, conte di Villèle|conte di Villèle]], che si appoggiava ad una maggioranza ''[[ultra-realista]]''. <br/>
 
In questo periodo Méchin si distinse come brillante oratore, illustrandosi come uno dei maggiori oppositori del [[Jean-Baptiste Guillaume Joseph, conte di Villèle|Villèle]], votando contro le 'leggi straordinarie' (''lois d'exception''), una nuova legge elettorale, la conversione delle rendite. <br/>
 
===Sostenitore del partito orelanista===
In questi anni si avvicinò assai [[Orazio Sebastiani|barone Sebastiani]], anche lui deputato della [[Aisne]], e assiduo frequentatore del ''[[Palais-Royal]]'' (la residenza [[Parigi|pariginaparigi]]na del [[Luigi Filippo di Francia|duca di Orléans]], il futuro Luigi Filippo. <br/>
 
Senza dubbio Méchin fu tra i primi ad immaginare di sostituire quest'ultimo al nuovo re [[Carlo X di Francia|Carlo X]], noto reazionario, con il corollario di una nuova carta costituzionale, più liberale di [[Carta francese del 1814|quella del1814del 1814]], allora vigente. <br/>
 
===Programmi di colpo di Stato===
Già nel [[1823]], quando [[Luigi XVIII di Francia|Luigi XVIII]], ottenuto il consenso delle potenze della [[Quintuplice Alleanza]] al [[Congresso di Verona]], organizzò la [[Spedizione di Spagna (1823)|Spedizione di Spagna]], per troncare il [[Triennio Liberale Spagnolo|governo liberale]] che governava la [[Spagna]] e reinstallare il governo assolutistico di [[Ferdinando VII di Spagna|Ferdinando VII]], Méchin fu tra coloro che scommisero su un contraccolpo interno, in [[Francia]]. Egli previde che la partenza dell'esercito per una causa tanto anti-liberale, avrebbe potuto causare la caduta di [[Luigi XVIII di Francia|Luigi XVIII]] e suggerì l'idea di affidare, in tal caso, la [[Luogotenenza del regno|luogotenenza del Regno]] di [[Francia]] al [[Luigi Filippo di Francia|duca di Orléans]], ''in virtù di una invocazione espressa da una parte delle Camere ed da un certo ordine di militari, di funzionari e di cittadini''. In pratica, un colpo stato.
 
Di tale progetto è restata traccia in una lettera di Méchin al [[Stanislas de Girardin|de Girardin]]. Né gli eventi hanno consentito di valutare se essa corrispondesse ad una reale pianificazione. L'episodio è, però, estremamente interessante, in quanto esso si riferiva ad uno scenario molto simile a quello effettivamente realizzatosi nel [[1830]], con la [[Rivoluzione di luglio]]. Lì per lì non si ebbero esiti, in quanto la [[Spedizione di Spagna (1823)|Spedizione di Spagna]] si rivelò un trionfo per l'esercito francese e per i [[Borbone]], che consentì al [[Jean-Baptiste Guillaume Joseph, conte di Villèle|Villèle]] ed al [[François-René de Chateaubriand|Chateaubriand]] di completare il reingresso della [[Francia]] nel consesso delle grandi potenze. <br/>
 
===L'ultimo decennio dei Borbone===
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===Le ordinanze di Saint-Cloud===
[[Immagine:Jules de Polignac (1780-1847).jpg|thumb|left|Jules, principe di Polignac]]
[[Carlo X di Francia|Carlo X]] e [[Jules, Principe di Polignac|Polignac]] reagirono dissolvendo nuovamente l'assemblea, il [[16 maggio]] [[1830]]. Ma, nella sorpresa generale, i liberali vinsero le elezioni del [[23 giugno]] e del [[19 luglio]]. In soprannumero, i liberali si videro attribuire 274 seggi, ossia 53 più di quanti ne avessero prima della dissoluzione. L'inossidabile Méchin venne rieletto il [[23 giugno]], con 251 voti su 344 e 44 non partecipanti. <br/>
 
Di fronte alla sconfitta il [[Carlo X di Francia|re]] e [[Jules, Principe di Polignac|Polignac]] decisero di forzare la mano alle Camere, applicando l'art. 14 della [[Carta francese del 1814|Carta]] che specificava come ''il re … fa i regolamenti e le ordinanza necessarie per … la sicurezza dello Stato''. Si tratta di una riserva particolarmente estesa, in quanto non condizionata ad alcuna successiva sanzione parlamentare. I due stilarono, quindi, le [[ordinanze di Saint-Cloud]] che scatenarono la [[Rivoluzione di Luglio|rivoluzione di luglio]] e la seconda caduta dei [[Borbone]]. <br/>
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Méchin vi ebbe un ruolo non secondario, appoggiando il [[29 luglio]] la proposta del [[François Guizot|Guizot]] di creare una ''commissione municipale provvisoria'' incaricato di assicurare il governo della [[Parigi|capitale]] [[29 luglio]] [[1830]] e partecipando, il [[30 luglio]], alla delegazione che si recò al [[castello di Neuilly]] per 'scongiurare' il [[Luigi Filippo di Francia|duca di Orléans]] di accettare la luogotenenza generale del Regno (come già sperato nell'ormai lontano [[1823]]).
 
==La monarchiaMonarchia di Luglio==
Con la [[Monarchia di Luglio]] Méchin venne subito nominato prefetto dell'importantissimo dipartimento del [[Nord]]. Ciò che lo costrinse a dimettersi e ricandidarsi, venendo rieletto il [[20 dicembre]] [[1830]], con 268 voti su 342 votanti. <br/>
 
Questa elezione fu però l'ultima, in quanto Méchin poteva ora aspirare ad incarichi di ben altra grandezza. Non si ripresentò alle elezioni del [[1831]] e venne nominato [[Consigliere di Stato (Francia)|Consigliere di Stato]].
 
Tenne l'incarico sino al [[12 maggio]] [[1840]]. Ma fece in tempo a sopravvivere alla caduta della [[Monarchia di Luglio]], il regno che aveva contribuito a creare: morì, infatti, a [[Parigi]], il [[20 settembre]] [[1849]].
 
==Bibliografia==
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*[[Luigi Filippo di Francia]]
*[[Restaurazione francese]]
*[[Rivoluzione di luglioLuglio]]
*[[Monarchia di Luglio]]
 
[[Categoria:Epoca napoleonica]]
[[Categoria:Personalità della Restaurazione francese]]
[[Categoria:Monarchia di Luglioluglio]]
 
[[fr:Alexandre Méchin]]