Henri Lammens: differenze tra le versioni

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|Epoca = XX secolo
|Nazionalità = belga
|PostNazionalità = , un arabista, [[islamista]] e [[GesuitiCompagnia di Gesù|gesuita]]
}}
 
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==Opinioni riguardanti Henri Lammens==
 
[[Francesco Gabrieli]], uno dei massimi arabisti del [[XX secolo]], ne descrisse così nella Prefazione del volume ''L'Islàm. Credenze e istituzioni'', l'atteggiamento storiografico: «
{{quote|... una prevenzione sfavorevole..., di natura più o meno consapevolmente apologetica, nei riguardi della religione rivale del Cristianesimo e del suo fondatore... Più sereno e costruttivo storico fu il Lammens per il periodo successivo a questa più antica fase delle origini islamiche, per quel secolo del califfato omayyade (660-750 d.C.) che fu l'epoca d'oro dell'impero nazionale arabo (''das arabische Reich'') come lo chiamò il Wellhausen... su questo brillante periodo più arabo che musulmano, e di un arabismo inurbatosi, raffinatosi, addolcitosi quasi nei molteplici tolleranti contatti col Cristianesimo orientale, la simpatia del Lammens poté riversarsi appieno, e le sue doti di grande erudito, di geniale affrescatore di quadri e ritratti storici, poterono risplendere senza danno della storica obbiettività».|F. Gabrieli, Prefazione del volume ''L'Islàm. Credenze e istituzioni''}}
 
[[Maxime Rodinson]], un contemporaneo di Lammens e anch'egli biografo di [[Muhammad]],<ref>L'edizione italiana dell'originale ''Mahomet'' (Parigi, Ed. du Seuil, 1968), è stato edito dalla [[Torino|torinese]] [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]] nel 1973.</ref> criticò (pur rispettosamente) il grande studioso belga per la sua impostazione metodologica nel suo libro "A Critical Survey of Modern Studies of Muhammad" (p. 26)