Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina - Comando Generale: differenze tra le versioni

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==Dopo Oslo==
Nella crescita del movimento di resistenza islamica [[Hamas]] fra gli arabi residenti nella [[Striscia di Gaza]] ed in [[Cisgiordania]], durante la [[Prima Intifada]] del [[1987]]-[[1991]], il FPLP-CG trovò un potente alleato nell'opposizione alla politica di [[Yasser Arafat]] di ricercare un accordo negoziato al [[conflitto israelo-palestinese]]. Fino a quel momento il Fronte del Rifiuto fu composto essenzialmente dai gruppo di sinistra, tra cui il FPLP, il FPLP-CG, il FDLP, il [[Fronte per la Liberazione della Palestina|FLP]], e numerosi altri gruppi minori, che però erano notevolmente limitati dalla posizione di preminenza di cui godeva Fatah all'onterno dell'OLP, di cui anch'essi facevano parte. Il solo gruppo veramente impegnato in una lotta senza tregua contro Arafat era rappresentato dal [[Consiglio Rivoluzionario di al-Fatah]], facente capo al guerrigliero dissidente Ṣabrī Khalīl al-Bannā (meglio noto come [[Abu Nidal]]), che però era ritenuto dalle varie organizzazioni palestinesi più che altro un mero criminale, avente il solo scopo di destituire imoderatii moderati alla guida dell'OLP.
 
Sebbene molti palestinesi appoggiassero il principio della sconfitta di Israele mediante la lotta armata, le varie fazioni non riuscirono ad intraprendere un'azione coordinata, essendo i loro leader componenti di un'elite spesso distante dalla realtà dei rifugiati dei vari campi cisgiordani, di Gaza, libanesi, siriani o giordani che fossero. Ed infatti molti di questi leader vivevano in lussuose residenza in Europa, nei paesi del blocco sovietico, o in vari stati arabi, in particolare in Siria, [[Iraq]] e Libia. Solamente Jibril insistette per continuare a vivere in un bunker ricavato appositamente per lui sulle montagne del Libano, in una zona molto spartane che era decisamente più confacente alla sua immagine di capo della guerriglia, confrontata col palazzo in cui risiedeva Arafat a Tunisi.
 
==Note==
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==Dopo Oslo==
 
Though many Palestinians still were opposed to compromising on the principle of defeating Israel by armed struggle, the existing groups could not channel their desires, as many of them were led by the elite among the exile population, who were detached from the reality of the steaming refugee camps, be they in the West Bank and Gaza, Lebanon, Syria, or Jordan. In fact, many leaders of Palestinian groups lived in luxurious accommodations throughout the Eastern Bloc, Europe, or various Arab states, especially Syria, Iraq, and Libya{{Fact|date=February 2007}}. Ahmed Jibril uniquely insisted on living in a specially designed security bunker in the Lebanon mountains, a spartan area that was more attuned to the image of a guerrilla leader than Arafat's mansions in Tunis.
 
With the emergence of Hamas and the Islamic Jihad throughout the 1980s, Jibril proved more able to cope than Habash and his other allies in the Rejectionist Front. This was enabled by a factor that had nothing to do with his abilities or beliefs: While Habash and Hawatmeh were both Greek Orthodox Christians, Jibril was a Muslim, as evidenced by his nom de guerre "Abu Jihad" (not to be confused with [[Khalil Al-Wazir| Khalil Ibrahim El-Chmar al-Wazir]], the head of Fatah's armed wing who used the same alias).