Accusativo: differenze tra le versioni

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Il termine «accusativo» deriva dal latino ''accusativus'' (''casus''), errata traduzione del greco {{unicode|ἡ αἰτιατικὴ (πτῶσις)}} (''he aitiatiké ptōsis''). A male interpretare l'espressione greca sono stati i grammatici latini, che hanno ricollegato il vocabolo al verbo {{unicode|αἰτιᾶσθαι}} (''aitiāsthai'', «accusare») anziché al sostantivo {{unicode|αἰτία}} (''aitía'', «causa») o all'[[Aristotele|aristotelico]] {{unicode|τὸ αἰτιατικόν}} (''to aitiatikón'', «l'effetto»). La traduzione latina corretta del termine greco sarebbe, quindi, ''causativus'' «causativo», come già faceva notare [[Prisciano]], traduzione che meglio sottolinea il rapporto di causa e effetto fra il verbo e il nome in accusativo.
 
Normalmente è il caso del [[Complementi in greco|complemento oggetto]], rappresentante il rapporto diretto dell'azione del verbo che si "trasferisce" (in latino ''transit'', da cui il termine «[[transitivo]]») da chi compie l'azione (il soggetto) a chi la subisce (l'oggetto): es: Mario possiede ''un libro''.<ref>Secondo la più semplice definizione scolastica, il complemento oggetto è il complemento che "risponde alla domanda ''chi? che cosa?"</ref>
 
La costruzione dei verbi transitivi con un "soggetto" al nominativo e l'"oggetto" all'accusativo è tipica delle lingue cosiddette "nominative/accusative" (o semplicemente "accusative"), mentre nelle [[lingue ergative]] il "soggetto" (cioè l'agente dal punto di vista dei [[ruoli semantici]]) viene espresso da un caso particolare, l'[[ergativo]], e l'oggetto ("paziente") è nel caso meno marcato ("assolutivo"), lo stesso del "soggetto" di verbi intransitivi.