Battaglia di Dol: differenze tra le versioni

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Kléber espose in seguito il suo piano ai rappresentanti in missione Pierre Bourbotte, [[Pierre-Louis Prieur]] e Louis Turreau, che prevedeva di circondare i vandeani e di tagliargli la fuga con il mare. Il piano venne non venne però approvato, perché nel frattempo Westermann gli aveva inviato una lettera dove spiegava che con un attacco immediato avrebbero sicuramente vinto.
 
==La battaglia==
Il [[21 novembre]], all'una di notte, le truppe di Westermann e Marigny si misero in marcia da [[Pontorson]] a [[Dol-de-Bretagne]] mentre le truppe di [[François-Séverin Marceau]], partirono da [[Antrain]] sempre in direzione di Dol. L'avanzata dei repubblicani fu fatta in silenzio ma i vandeani riuscirono ugualmente a scoprirli.
 
Le forze vandeane si divisero in due: il primo gruppo comandato da [[Henri de La Rochejaquelein]] andò incontro a Westermann, il secondo gruppo comandato da [[Jean Nicolas Stofflet]] andò incontro a Marceau. Alle quattro del mattino, Stofflet e Marceau si scontrarono in un combattimento che durò tre ore e che mise in rotta i vandeani che ripiegarono su Dol. I repubblicani però a causa delle nebbia mattutina preferirono non lanciarsi all'inseguimento. La fuga dei vandeani a Dol mandò nel panico gli abitanti rimasti in città e in particolare le donne e i bambini. Come nella [[battaglia di Tiffauges]], ancora una volta le donne tentarono di convincere i loro uomini a tornare a combattere, ma questa volta furono soprattutto le esortazioni dei sacerdoti ed in particolare dell'abbé Doussin, che riuscirono a ricongiungere i soldati vandeani.
 
Così scrive nelle sue memorie, [[Victoire de Donnissan de La Rochejaquelein]]:
{{quote|I sacerdoti esercitarono una ben più grande influenza. Questa è stata la sola volta che li ho visti ''fanatizzare'' i soldati, come dicevano i repubblicani, usando tutti i mezzi della religione per animarli. E non concepirei che si poteva fare loro un rimprovero poiché il massacro era certo, e l'umanità esigeva il loro zelo. Durante un momento in cui si fece un po' di silenzio per ascoltare il canone, il curato di S.te Marie de Rhé salì su un collinetta vicino a me; alzò un grande crocifisso, e con voce stentorea, si mise a pregare i vandeani. Era fuori di sé, e parlava allo stesso tempo da sacerdote e da soldato: chiese ai soldati se avrebbero compiuto l'infamia di consegnare le loro mogli ed i loro bambini al coltello dei Blu: disse loro che il solo mezzo per salvarli era di tornare al combattimento «figli miei -diceva- io andrò alla vostra testa, il crocifisso alla mano; coloro che vogliono seguirlo si mettano in ginocchio, darò loro l'assoluzione: se muoiono, andranno in paradiso; ma i codardi che tradiscono Dio e che abbandonano le loro famiglie, i Blu li sgozzeranno, ed andranno all'inferno. Più di duemila uomini si gettarono in ginocchio; gli venne data l'assoluzione ad alta voce, e partirono gridando: Viva il Re! Noi andiamo in paradiso! Il curato stette alla loro testa e li continuò ad incitare.<ref>[http://books.google.fr/books?id=lj0uAAAAMAAJ&pg=RA4-PA354&dq=%22M+moires+de+Mme+la+marquise+de+La+Rochejaquelein&lr=&as_brr=1&hl=it ''Mémories de la marquise de La Rochejaquelein'', pagg. 344-345]</ref>}}
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==