ʿAmr ibn Hishām: differenze tra le versioni

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Abū Jahl colpì [[Zinnira]] per la sua conversione con tanta violenza che ella perse la vista, che poi si disse riacquistasse miracolosamente. Egli si recò anche da [[Sumayya bint Khayyat]] (madre di [[Ammar ibn Yasir|ʿAmmār b. Yāsir]]) e le inflisse colpi mortali pugnalandola con una lancia nelle sue parti intime ed è per questo che ella viene considerata la prima [[martire]] (''shahīda'') dell'islam.
 
Alcuni fra i convertiti più miseri non furono in condizione di resistere a queste prolungate torture e abiurarono alla loro nuova fede. Tuttavia le loro abiure non erano autenticamente ispirate e in gran numero costoro seguitarono a praticare il credo musulmano riservatamente, anche se numerosi altri non ebbero la possibilità di far ciò e la loro fede non poté esprimersi nelle [[salatṢalāt|preghiere]] e negli altri atti di devozione prescritti.
 
Abū Jahl succedette probabilmente ad al-Walīd b. al-Mughīra come principale esponente dell'élite meccana e fu per questo che si trovava fra i 1.000 guerrieri circa della sua città, condotti da Abū Sufyān per farli convergere su Badr dove i musulmani avevano teso un agguato a una carovana coreiscita proveniente dalla Siria.