Ignazio Florio jr: differenze tra le versioni

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Dopo la morte del padre, avvenuta nel [[1891]], si ritrovò fra le mani un'immensa fortuna fondata su industrie, banche, cantieri navali, attività commerciali le più svariate, fonderie, tonnare, saline, cantine vinicole, e soprattutto il capitale di maggioranza della Società di Navigazione Italiana, una delle più grandi flotte di navigazione d'Europa.
 
Dotato di una notevole cultura e sensibilità, a vent'anni aveva girato l'[[Europa]] intera e conosce bene le lingue. Portano la sua firma le più importanti iniziative imprenditoriali nella Sicilia di fine ottocento ed inizio novecento: della società anglo-siciliana per lo zolfo al Consorzio agrario siciliano, dalla Ceramica Florio all'attività del [[Teatro Massimo (Palermo)|Teatro Massimo]] di cui finché potrà sarà il principale impresario, scritturando fra gli altri l'allora giovane e sconosciuto [[Enrico Caruso]], dalla costruzione di [[Villa Igiea]] all'Acquasanta ad opera di [[Ernesto Basile]], capolavoro del liberty, fino alla fondazione del giornale L'ora di [[Palermo]] e alla costruzione del [[Cantiere navale di Palermo]].
 
Come la sorella [[Giulia Florio]] è animato da un sincero slancio di umanità verso le classi più svantaggiate e lo dimostrerà in più occasioni, come nel soccorso prestato in prima persona agli abitanti di Messina dopo il tragico terremoto del 1908.