Tipo testuale alessandrino: differenze tra le versioni

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Sopravvive ancora un certo numero di manoscritti in papiro riportanti porzioni del Nuovo Testamento e risalenti ad epoche ancor più antiche; quelli che possono essere fatti risalire ad un certo tipo testuale, come ad esempio <math>\mathfrak{p}</math><sup>66</sup> e <math>\mathfrak{p}</math><sup>75</sup> dell'inizio del III secolo, tendono ad essere testimonianze del testo alessandrino.
 
Le più antica traduzione del Nuovo Testamento nella [[versioni coptichecopte della Bibbia|versione copticacopta]] egiziana, il sahidico del III secolo, usa il testo alessandrino come base greca; sebbene altre traduzioni del II e III secolo, in latino e siriaco, tendono invece a conformarsi al [[tipo testuale occidentale]]. Sebbene la stragrande maggioranza dei manoscritti minuscoli tardi si conformino al [[tipo testuale bizantino]], uno studio dettagliato ha permesso di identificare alcuni manoscritti minuscoli che trasmettono il testo alessandrino alternativo. Circa 17 di tali manoscritti sono stati scoperti, portando a trenta il numero totale di manoscritti che testimoniano il tipo testuale alessandrino; non tutti questi sono associati all'Egitto, sebbene quella sia l'area in cui le testimonianze alessandrine siano prevalenti.
 
=== Principali manoscritti ===