Carlo Amati: differenze tra le versioni

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La sua prima realizzazione ricordata fu, nel [[1808]], il monumentale pulpito del [[Duomo di Monza]], eseguita in legno, di pianta semicircolare e decorata con quattro telamoni raffiuguranti i quattro dottori della Chiesa latina (San Gerolamo, Sant’Agostino, Sant’Ambrogio, San Gregorio Magno). Nel [[1810]] realizzò il [[Teatro Sociale (Monza)|Teatro Sociale]] di [[Monza]], che sostituiva il precedente [[Teatro Arciducale]] del [[Giuseppe Piermarini|Piermarini]], compeltato nel [[1777]] ma, nel frattempo, distrutto da un incendio (se ne interessò anche [[Luigi Canonica]]). Nel [[1812]] ebbe da [[Luigi Durini]] incarico di rifare gli interni della villa La Cazzola di [[Arcore]] e di realizzare un pronao con due robuste colonne reggenti un sovrastante balcone, ad inquadrare il portone mediano di ingresso.
 
Contemporaneamente lavorava, insieme al suo maestro l'abate [[Giuseppe ZanojaZanoia]], al [[progetto definitivo]] della facciata del [[Duomo di Milano]], terminata nel [[1813]] per volere di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]].
 
Realizzò, poi, la chiesa di [[Casatenovo]] ([[1808]]-[[1815|15]]), la facciata della chiesa di [[Brivio]], l'arco del ponte sul Ticino verso [[Pavia]] ([[1822]]), la cappella delle Grazie nell'ospedale di Monza. Nel [[1823]] partecipò, senza successo, al secondo concorso per la [[chiesa di Sant'Antonio (Trieste)|chiesa di Sant'Antonio Taumaturgo]] di [[Trieste]], realizzata, in perfetto stile neoclassico, da [[Pietro Nobile]].