Lavoro di cura: differenze tra le versioni
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{{F|professioni e psicologia|novembre 2009}}
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'''Il lavoro di cura''', cioè le pratiche di lavoro svolte a favore di soggetti deboli o con problemi, viene svolto dal ''caregiver'', letteralmente “prestatore di cura”, termine con cui però in [[psicologia]] s'intende qualsiasi figura accudente i bambini in un contesto familiare dove i ruoli non sono definiti in modo tradizionale.
Questo tipo di lavoro comprende una serie di attività, spesso poco visibili, nascoste tra i meandri delle relazioni familiari o di vicinato e relativo ad un mondo degli affetti che per troppo tempo è stato dato per scontato, etichettato col nome di “familismo”. Il lavoro di cura è quasi sempre appannaggio della donna, anche se lavora, raramente il carico e la responsabilità
Le risorse a disposizione (umane ed economiche) influenzano fortemente in una direzione piuttosto che in un’altra.
Questo lavoro svolta dalle donne
All’inizio degli anni’80 in Italia, come in altri paesi occidentali, l’aumento della scolarizzazione femminile e l’introduzione della flessibilità ha aperto alle donne un’ampia fetta del settore terziario del mercato del lavoro. L’aumento dell’occupazione femminile, e deboli politiche di sostegno, ha causato un urgente domanda di lavoro di cura, ampiamente svolta dall’immigrazione femminile. Colf, badanti, baby-sitter sono queste ed altre le nuove figure che svolgono il lavoro di cura, questa volta lavoro di mercato e fortemente mercificato.
{{Portale|psicologia}}
[[categoria:Lavoro]]
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