Alexandre Edme, barone di Méchin: differenze tra le versioni

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===I liberali alla maggioranza alla opposizione===
Il clima politico cominciò a cambiare proprio con quelle elezioni del [[1819]]: le potenze della [[Quadruplice Alleanza (1815)|Quadruplice alleanza]] si inquietarono per il secondo e grande successo ottenuto dai liberali e non ostacolato (se non propiziato) dal [[Luigi XVIII di Francia|re]]. Tanto da provocare la caduta del primo ministro liberale [[Jean-Joseph Dessolles|Dessolles]], sostituito dal meno intransigente [[Elia diÉlie Decazes|Decazes]]. La rottura definitiva fra [[Luigi XVIII di Francia|Luigi XVIII]] ed i liberali venne il [[13 febbraio]] [[1820]], con l'assassinio del [[Carlo di Borbone-Francia (1778-1820)|duca di Berry]], figlio del fratello del re, il futuro [[Carlo X di Francia|Carlo X]]. <br/>
[[Elia di Decazes|Decazes]] si dimise il [[17 febbraio]] e venne rimpiazzato dal rientrante [[Armand Emmanuel de Vignerot du Plessis, duca di Richelieu|duca di Richelieu]], affiancato dal [[François-René de Chateaubriand|Chateaubriand]] (notevole anti-liberale), agli esteri e dal [[Jean-Baptiste Guillaume Joseph, conte di Villèle|Villèle]], leader del 'partito' ''[[ultra-monarchico|ultra]]''.
 
[[Luigi XVIII di Francia|Luigi XVIII]] affidò al nuovo governo il compito di rovesciare la maggioranza liberale della Camera dei deputati e [[Armand Emmanuel de Vignerot du Plessis, duca di Richelieu|Richelieu]] eseguì celermente: già a marzo [[1820]] impose alla Camera l'approvazione di leggi che ristabilivano la censura, con tanto di autorizzazione preventiva, aumentavano i poteri di polizia e riducevano le libertà personali. Poi, il [[2 giugno]] ottenne l'approvazione della ''[[legge del doppio voto]]'', un abominio giuridico che affidava il 40% dei seggi al quarto più ricco dell'elettorato, il quale già aveva votato per il primo 60%. Essa produsse un trionfo degli ''ultra'' alle elezioni del novembre [[1820]] della Camera dei Deputati. Con conseguente cambio di maggioranza.