Flos duellatorum in armis, sine armis, equester et pedester: differenze tra le versioni
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[[File:Flos Pisani 17B.jpg|thumb|260px|Il diagramma delle ''sette spade'' dal facsimile Pisani-Dossi (fol. 17A). I quattro animali simboleggiano la [[prudenza]] ([[lince]]), la [[velocità|rapidità]] ([[tigre]]), l'[[coraggio|audacia]] ([[leone]]) e la [[coraggio|fortezza]] ([[elefante]]). Cfr. anche i cinque animali del ''[[Wuxingquan]]'' cinese.]]
Il '''Flos duellatorum''' (o '''Fior di battaglia''') è un [[manuale]] di [[lotta]] e
== L'opera e la situazione redazionale ==
Anche se ci si riferisce al ''Flos duellatorum'' come a un unico manuale, occorre notare che la lingua utilizzata nei tre codici presenta notevoli difformità anche se appare comunque riconducibile
Alla luce delle attuali conoscenze è impossibile stabilire gli effettivi rapporti tra le due redazioni
==Ipotesi redazionali==
[[File:FlosDuellatorumClinch.png|thumb|260px|Illustrazione di una presa con le braccia dal ''Flos duellatorum'' (facsimile Pisani-Dossi)]]
Si potrà così essere autorizzati a ipotizzare che la redazione poetica, più solenne ed elegante, sia stata eseguita per [[Niccolò III d'Este]].
Nulla vieta però di pensare che la redazione in prosa fosse stata eseguita da Fiore per uso pratico e che poi sia servita da modello per una più solenne redazione in poesia da presentare anch'essa alla corte, sebbene le ultime tesi prediligano anteporre il Getty (conosciuto anche come ''Fior di Battaglia'') e il Morgan al Pisani-Dossi.
Più ardita ma anch'essa accettabile è infine una terza ipotesi. Secondo questa la redazione poetica sarebbe da attribuire a Fiore, mentre la redazione in prosa sarebbe un approfondimento tecnico della materia eseguito da un allievo di Fiore stesso (con o senza la supervisione del maestro) oppure ricavato da un autore anonimo celatosi sotto il nome del grande maestro friulano.
Vero è che il ''Flos'' si presenta nella duplice forma poetico-prosastica, ma il suo contenuto e i suoi caratteri generali fanno di esso un'opera unitaria nella sostanza: entrambe le redazioni si presentano infatti come una serie di [[Glossa|glosse]]
Entrambe le redazioni si definiscono poi come opere di committenza, presentando nel prologo una dedica a Niccolò III: questo fa del ''Flos'' un'opera che, nata esplicitamente per la corte e contrassegnata dunque da quei caratteri, ha poi avuto diffusione e successo anche al di fuori delle mura del palazzo.
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Non essendo possibile risalire ad altra fonte per la descrizione fisica del manoscritto, bisogna attenersi alle pochissime informazioni che ne dà il Novati stesso.
Egli afferma, senza mostrare dubbio alcuno, che il codice fu eseguito a Ferrara e
Per quanto riguarda la storia del codice, esso appartenne al cinquecentesco capitano Schier de’ Prevosti da Valbregaglia; nel 1663 passò poi, per ragioni di eredità, nella biblioteca della famiglia Sacchi da Bucinigo e, da una data che Novati non precisa, si trovò nella collezione poi appartenuta ad Alberto Pisani Dossi (1849-1910),<ref>Si tratta del letterato [[Scapigliatura|scapigliato]] [[Carlo Dossi]], il cui vero nome era appunto Carlo Alberto Pisani Dossi. Carlo Dossi affiancò, all'attività letteraria e diplomatica, anche quella di grande collezionista: collaboratore di [[Francesco Crispi]], fu console in Colombia e, nel biennio 1895-96, fu ambasciatore ad Atene. A partire dal 1901, ritiratosi in pensione, si dedicò appunto alla collezione di oggetti artistici
=== Il manoscritto della collezione Getty ===
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Il manoscritto della [[Pierpont Morgan Library|collezione Morgan]], New York, ''[[Pierpont Morgan Library]]'', M.383, membranaceo, Venezia, inizio sec. XV, 277x195, I + 19 cc., è cartulato con numeri arabi da 1 a 19 apposti sul margine superiore destro del recto di ogni carta; tuttavia il ms. occupava in origine le cc. 241-260 di una raccolta di trattatelli e opuscoli, cosicché la numerazione corrente deve essere stata apposta in un secondo momento.
Il testo risulta scritto in bastarda italiana ed è corredato da illustrazioni a penna. La c. 1r presenta un' ornamentazione consistente in una cornice rettangolare attorno al testo recante ai lati disegni di armi; il capolettera è una ''F'' maiuscola calligrafica di motivo vegetale.
Il ms. reca, a partire dalla c. 2v, illustrazioni su ogni pagina, per un totale di 124 figure. Ogni pagina ospita da un minimo di una
I disegni rappresentano tecniche d'armi mediante figure umane armate, isolate o accoppiate, a piedi o a cavallo; in due casi sono affiancate tre figure umane a piedi; in un' unica illustrazione sono rappresentate due figure umane che combattono in armatura.
Fatta eccezione per il prologo (cc. 1r-2r) il testo si presenta come una serie di glosse alle illustrazioni: ogni glossa commenta la figura sottostante e, di norma,
Ogni sezione di tecniche d'armi è aperta dall'illustrazione di un ''magistro'' isolato (rappresentato da una figura umana armata e recante una corona dorata sul capo); generalmente il ''magistro'' è seguito dai ''magistri remedy'' (identici nell'iconografia) che mostrano le tecniche contro altre figure umane denominate ''zugadori'' (prive di corona e segni di riconoscimento); le varianti delle tecniche sono illustrate dagli ''scolari'' (figure umane senza corona contrassegnate da una fascia dorata sotto il ginocchio); le contro-tecniche sono mostrate dai ''contrari'' (rappresentati con una corona dorata sul capo e una benda dorata sotto il ginocchio).
Il codice apparteneva
==Note==
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== Fonti ==
==Voci correlate==
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