La Rivoluzione liberale: differenze tra le versioni

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{{Testata giornalistica
{{liberalismo}}
|nome = La rivoluzione liberale : rivista storica settimanale di politica
 
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|lingua = [[lingua italiana|italiano]]
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|fondazione = [[febbraio]] [[1922]]
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|sede = Torino
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'''La Rivoluzione liberale''' fu la seconda [[rivista]] di [[cultura]] [[politica]] di [[Piero Gobetti]], uscita nel [[1922]] e terminata nel [[1925]].
 
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==L'esordio programmatico==
{{Nota
|titolo=Ai lettori<br /><small>da "Rivoluzione liberale", 12.02.1922</small>
|larghezza = 50%
|contenuto="'<small>''La Rivoluzione liberale''', continuando e ampliando un movimento iniziato da quattro anni con la rivista Energie Nove, si propone di venire formando una classe politica che abbia chiara coscienza delle sue tradizioni storiche e delle esigenze sociali nascenti dalla partecipazione del popolo alla vita dello Stato.<br />
Lo studio che pubblichiamo qui accanto (il Manifesto) indica le linee generali del nostro lavoro e gli argomenti che intendiamo approfondire:<br />
1. '''Revisione''' della nostra formazione politica nel Risorgimento.<br />
2. '''Storia''' dell'Italia moderna dopo il 1870.<br />
3. '''Esame''' delle forze politiche e dei partiti e del loro sviluppo.<br />
4. '''Studio''' della genesi delle questioni politiche attuali.<br />
5. '''Storia''' della politica internazionale esaminata on ogni nazione da un collaboratore fisso, con criteri organici.<br />
6. '''Studio''' sugli uomini e la cultura politica."</small>}}
La nuova rivista, che esce il [[12 febbraio]] 1922 a [[Torino]], riporta sul primo numero un [[trafiletto]] intitolato ''Ai lettori'' che spiega come formare una nuova classe politica capace di guidare le forze popolari, operaie e contadine.
 
{{quote|contenuto="'<small>''La Rivoluzione liberale''', continuando e ampliando un movimento iniziato da quattro anni con la rivista ''Energie Nove'', si propone di venire formando una classe politica che abbia chiara coscienza delle sue tradizioni storiche e delle esigenze sociali nascenti dalla partecipazione del popolo alla vita dello Stato.<br />
Lo studio che pubblichiamo qui accanto (il Manifesto) indica le linee generali del nostro lavoro e gli argomenti che intendiamo approfondire:<br />
1. '''Revisione''' della nostra formazione politica nel Risorgimento.<br />
2. '''Storia''' dell'Italia moderna dopo il 1870.<br />
3. '''Esame''' delle forze politiche e dei partiti e del loro sviluppo.<br />
4. '''Studio''' della genesi delle questioni politiche attuali.<br />
5. '''Storia''' della politica internazionale esaminata on ogni nazione da un collaboratore fisso, con criteri organici.<br />
6. '''Studio''' sugli uomini e la cultura politica."</small>|La Rivoluzione liberale, A. I, n. 1}}
{{liberalismo}}
Coerente con le premesse del [[Manifesto (programma)|Manifesto]] e il sottotitolo "Rivista storica settimanale di politica", questo secondo periodico di Gobetti non si occupa di [[letteratura]] ma solamente di ricerche storiche e di politica militante.
 
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A questa lettera risponde Gobetti (n. 31, [[25 ottobre]] 1922) con un articolo che rispecchia lucida coscienza alla vigilia della [[marcia su Roma]].
 
{{Nota
{{quote|titolo=Poco prima della Marcia|contenuto=<small>"Di fronte a un fascismo che con l'abolizione della libertà di voto e di stampa volesse soffocare i germi della nostra azione '''formeremo''' bene, non la Congregazione degli Apoti, ma '''la compagnia della morte'''. Non per fare la rivoluzione, ma '''per difendere la rivoluzione'''".</small>|''La Rivoluzione liberale'', A. I, n. 31}}
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|titolo=Poco prima della Marcia|contenuto=<small>"Di fronte a un fascismo che con l'abolizione della libertà di voto e di stampa volesse soffocare i germi della nostra azione '''formeremo''' bene, non la Congregazione degli Apoti, ma '''la compagnia della morte'''. Non per fare la rivoluzione, ma '''per difendere la rivoluzione'''".</small>}}
Da questo numero nella tematica della rivista la battaglia contro il fascismo diventa primaria.
 
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Durante tutto il 1925 "La Rivoluzione liberale" viene continuamente censurata per la sua tenace opposizione al regime e l'[[8 novembre]] 1925, su diffida del prefetto di Torino e dietro precisi ordini di [[Benito Mussolini]] è costretta a sospendere le pubblicazioni.
 
{{Portale|letteratura}}
[[categoria:Riviste politiche|Rivoluzione liberale]]
[[categoria:Liberalismo|Rivoluzione liberale]]