Stato di natura: differenze tra le versioni

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Locke aggiunge, però, che la perfetta libertà e l’uguaglianza non implicano che lo stato di natura sia uno stato di [[licenza]]: nessuno ha il diritto di distruggersi e di distruggere gli altri per la propria conservazione. Infatti, lo stato di natura è limitato da una [[legge di natura]], che coincide con la ragione, sulla cui base è possibile costituire una società ordinata con rispetto e uguaglianza reciproca.
 
{{quote|Lo stato di natura è governato dalla legge di natura, che obbliga tutti: e la ragione, ch’è questa legge, insegna a tutti gli uomini, purchèpurché vogliano consultarla, che, essendo tutti eguali e indipendenti, nessuno deve recar danno ad altri nella vita, nella salute, nella libertà o nei possessi, perché tutti gli uomini, essendo fattura di un solo creatore onnipotente e infinitamente saggio […] sono proprietà di colui di cui sono fattura […] e, poiché siamo forniti delle stesse facoltà e partecipiamo tutti d’una sola comune natura, non è possibile supporre fra di noi una subordinazione tale che ci possa autorizzare a distruggerci a vicenda […]|Saggio sul governo}}
 
Secondo la medesima legge di natura, che vuole la pace e la conservazione di tutti gli uomini, è necessario, dunque, sia conservare e difendere gli altri, anche sopprimendo l’offensore; sia di punire i trasgressori di questa legge, in modo da proteggere gli innocenti e reprimere gli offensori. Per il principio di uguaglianza, tutti possono far osservare questa legge: nessuno infatti ha superiorità e giurisdizione '''assoluta''' o '''arbitraria''' sopra un altro. La naturale condizione umana non è per Locke, come per [[Hobbes]], il "bellum omnium contra omnes". Ogni uomo ha in sé una naturale predisposizione alla giustizia e alla pace; queste sono legge naturale prima che legge sociale. Diversamente, né la pace né giustizia sarebbero realizzabili.