Ferecrate: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
Ferecrate visse in [[Atene]] nella seconda metà del [[V secolo a.C.]] operando dapprima come [[attore]] e in seguito scrivendo [[commedia|commedie]] grazie alle quali vinse, nel [[437 a.C.]], le gare teatrali indette ad Atene.
Contemporaneo di [[Aristofane]], collaboratore di [[Cratete]], si dedicò soprattutto alle commedie di costume e di carattere, dimostrandosi però originale sia nei contenuti sia nei temi.<ref>''Le Muse'', De Agostini, Novara, 1966, Vol.IV, pag.492</ref>
Della sua produzione [[teatro|teatrale]] sono rimasti 18 titoli e 250 [[frammento|frammenti]].
L'opera più consistente, tra quelle sopravvissute, è i ''Metalles'' ("I minatori"), una satira sulle convinzioni religiose sull'oltretomba.
Nella commedia ''Coriannò'', una cortigiana descrive un gioioso banchetto a base di vino e fichi secchi.
Nel brano intitolato ''Crapatali'', appare [[Eschilo]] a difendere dall'oltretomba il senso ed il significato della sua letteratura.
Fu famoso per gli [[intreccio|intrecci]] delle sue commedie e per aver inventato un nuovo tipo di [[verso]] chiamato [[gliconeo#Ferecrateo|ferecrateo]].
Gli venne dato l'attributo di "''atticissimo''" per la purezza della lingua.
== Note ==
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