Pieve di Santa Maria e di San Leonardo: differenze tra le versioni

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== Storia ==
Già citata nel diploma del [[998]] dell'imperatore [[Ottone III]] che elenca i privilegi del vescovo di Pistoia enumerando anche "''plebs... in Artimino''", è forse anteriore all'insediamento abitato di [[Artimino]], un borgo murato documentato, comunque, come "[[castello]]" fin dal [[XI secolo]]. La pieve di San Leonardo era fuori dalle mura del castello, come era del resto comune in un'epoca, in cui l'organizzazione territoriale era caratterizzata da insediamenti sparsi e da centri di potere distinti: castello e [[pieve]].
 
Fu inizialmente dedicata alla Vergine e solo nel XVI secolo fu co-intitolata a San Leonardo.
Ne furono a lungo patroni i [[Rinaldeschi]] di Prato e poi i [[Frescobaldi]]. Fu inizialmente dedicata alla Vergine e solo nel XVI secolo fu co-intitolata a San Leonardo.<ref>Claudio Cerretelli, ''Prato e la sua provincia'', Prato, 1996.</ref>
 
Come pieve faceva capo a diverse chiese suffraganee. Nel XIX secolo aveva alle sue dipendenze [[Chiesa di Santo Stefano a Poggio alla Malva|Santo Stefano alle Brusche]] a [[Poggio alla Malva]], [[Chiesa di San Michele |San Michele]] a [[Comeana]] e [[Abbazia di San Martino in Campo|San Martino in Campo]]<ref>Giuseppe Cappelletti, ''Le chiese d'Italia dalla loro origine sino ai nostri giorni'', Volume 17, 1862</ref>
 
La costruzione è uno degli esempi più integri e suggestivi didella prima [[architettura]] [[romanico|romanica]] dell'[[XI secolo]] in [[Toscana]]. Le strutture originarie si sono mantenute integre nel passare dei secoli, lea cuiparte la realizzazione, nel XIV secolo, della copertura a volte delle navate e la costruzione della canonica e dell'edificio "della Compagnia". Le strutture originarieromaniche sono state valorizzate dal un radicale [[restauro]] del [[1971]] che ha eliminato sovrastrutture di poco valore ma anche arredi e decorazioni interne del XVII e XVIII secolo.<ref>Claudio Cerretelli, ''Op. cit.'', 1996.</ref>
 
== Architettura e patrimonio artistico==
===Esterno===
[[File:Abside artimino.jpg|thumb|right|350px|La parte absidale]]
La chiesa è costruita con una muratura a vista piuttosto irregolare di arenaria locale di color ocra appena sbozzata, con spessi giunti di malta.
La facciata, a cui si accede da una scalinata, presenta un imponente arco cieco a tutto sesto, corrispondente alla navata centrale, ed è parzialmente nascosta da un modesto portico cinquecentesco.
 
Le parti più suggestive sono le tre [[abside|absidi]] esterne, di cui la centrale si articola in profonde nicchie a [[fornice]] che rivelano un influsso lombardo ovvero maestranze padane<ref>M. Salmi, ''Chiese romaniche della campagna toscana'', Milano, 1958</ref>.
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===Interno ===
L'interno, scandito in tre navate coperte da [[XIV secolo|trecentesche]] volte a [[crociera]] su pilastri, che sostituirono l'originaria copertura lignea, custodisce pregevoli sculture policrome: un gruppo in [[terracotta]] del [[1515]] circa raffigurante la ''Visitazione'', riferita all'ambito di [[Giovanni Della Robbia|Giovanni]] e [[Matteo della Robbia]] e due [[statua|statue]] [[legno|lignee]], rispettivamente un ''Sant'Antonio abate'', del primo quarto del Cinquecento, e un ''San Leonardo'', di un artista [[Siena|senese]] del primo [[XV secolo|Quattrocento]]. Nell'abside sinistra i restauri hanno riportato alla luce tracce di affreschi di varie epoche, fra cui una bella figura di ''Cristo benedicente'', di [[scuola fiorentina]] dei primi del XV secolo.
 
==Note==