Operazione Ivory Coast: differenze tra le versioni

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Il raid alla prigione di Son Tay era parte di tre missioni che, nel loro insieme, componevano l' ''Operazione Ivory Coast''. L'idea di organizzare una missione di soccorso nel Vietnam del Nord nacque intorno al maggio [[1970]], con l'identificazione di diversi campi di prigionia compreso quello di Son Tay. Il Generale [[Earle G. Wheeler]], autorizzò il [[10 giugno]] [[1970]] l'attività di una squadra di 15 membri con il nome in codice '''Polar Circle''', che aveva lo scopo di studiare la fattibilità delle operazioni di soccorso; uno di essi avrebbe supervisionato l'operazione da uno degli elicotteri impegnati nel raid.
 
La seconda fase, l' '''Operazione Ivory Coast''', ebbe inizio l'[[8 agosto]] [[1970]], quando l'Ammiraglio [[Thomas H. Moorer]], nominò il Brigadiere Generale dell'Air Force, il Generale [[LeRoy J. Manor]] come comandante delle operazioni e il Colonnello Simons come vice comandante della task force. “Ivory Coast” comprevedeva la fase organizzativa, di pianificazione, addestramento e dislocamento per l'operazione. Il Generale Manor approntò uno stabilimento di addestramento nella base di [[Eglin Air Force Base|Eglin]], in [[Florida]], e radunò 27 uomini per il gruppo di pianificazione. Il Colonnello Simons reclutò 103 volontari dal personale dal 6°º e 7°º gruppo delle Forze Speciali di [[Fort Bragg]], [[Carolina del Nord]] e le trasferì ad Eglin. La task force operava sotto il nome ambiguo di "Joint Contingency Task Group" (JCTG).
 
Il gruppo di pianificazione studiò una serie di parametri necessari per un raid notturno: i punti chiave erano le buone condizioni meteorologiche e una luna ad un quarto 35 gradi sopra l'orizzonte per una ottima visibilità. Furono identificate due "finestre" con questi parametri: il 21-25 ottobre ed il 21-25 novembre. L'addestramento fu condotto ad Eglin con una replica del campo di prigionia per le prove di recupero; un modello in scala (nome in codice “Barbara”) fu utilizzato per la familiarizzazione.