Paolo Antonio Foscarini: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 24:
Il Foscarini precisava che l'opera, rivolta principalmente «alli dottissimi Signor Galileo Galilei e Signor G. Keplero», oltre che «a tutta la illustre e virtuosissima Accademia de' Signori Lincei», intendeva «accordare molti luoghi della Scrittura» con la concezione copernicana e «interpretarli (non senza fondamenti teologici e fisici) in modo tale che non gli contradicano affatto»,<ref>P. A. Foscarini, ''Lettera sopra l'opinione de' Pittagorici, e del Copernico'', 1615, pp. 13-14.</ref> dal momento che «il commune Sistema del Mondo dichiarato da Tolomeo, non ha dato mai a pieno soddisfazzione a i dotti, si è sempre sospettatato anco da gl'istessi, che lo seguirono, che qualche altro fusse il piú vero: perciochè con questo comune, quantunque si salvino tutti i Fenomeni, e le apparenze, che risultano da corpi Celesti, nondimeno si salvano con innumerabili difficoltà, e rappezzamenti di Orbi (e questi di varie forme, e figure) di Epicicli, di Equanti, di Deferenti, di Eccentrici, e di mille altre imaginationi, e Chimere, che hanno piú tosto del puro ipotizzare, che realtà alcuna, tra le quali imaginationi vi è quella del moto ratto, della quale non so se si può ritrovare cosa meno fondata, e piú controvertibile, e facile ad oppugnarsi, e a confutarsi, e cosí quella di varij Cieli senza stelle, che muovano gl'inferiori».<ref>P. A. Foscarini, ''Lettera sopra l'opinione de' Pittagorici, e del Copernico'', cit., p. 8.</ref>
 
[[File:Nicolaus Copernicus.jpg|thumb|left|120px|Niccolò Copernico]]
A questo scopo, Foscarini discuteva le opposizioni al modello copernicano presenti nella Bibbia, negli scritti dei Padri della Chiesa e dei teologi, contrastandoli con una propria esegesi scritturale. Erano sei i passi rintracciati da Foscarini nelle Scritture che contraddicevano l'ipotesi eliocentrica: la dichiarata stabilità della Terra; la mobilità del sole; l'essere il cielo in alto e la Terra in basso; il fatto che l'inferno era posto al centro della Terra e dell'Universo; la dichiarata contrapposizione di cielo e Terra; l'affermazione che, nel giorno del Giudizio universale, il sole si sarebbe fermato a oriente e la luna a occidente. Ma per Foscarini, se l'ipotesi «pitagorica» - ossia eliocentrica - «è vera, poco importa che contraddica a tutti i Filosofi e gli Astrologi del mondo, e che per seguirla e pratticarla s’habbia da fare una nuova Filosofia e Astrologia dependente da i nuovi principij e hipothesi che questa pone. Quello che appartiene alle scritture sacre, ne anco gli nuocerà, perciochè una verità non è contraria all'altra. Se dunque è vera l'opinione Pittagorica, sensa dubbio Iddio havrà talmente dettate le parole della Scrittura Sacra, che possano ricevere senso accomodo a quell'opinione, e conciliamento con essa».<ref>P. A. Foscarini, ''Lettera sopra l'opinione de' Pittagorici, e del Copernico'', cit., p. 12.</ref>
 
Line 32 ⟶ 33:
La nuova opera che Foscarini promise a Galileo non vedrà mai la luce, ma suscitò speranze nei sostenitori di Galileo di trovare così un alleato in ambito ecclesiastico. A questo proposito il Cesi scriveva a Galileo il [[20 maggio]] [[1615]] che «tolte le difficultà e levato ogni attacco alla passione, l'opinione [copernicana] restarà permessa et approvata tanto pienamente, che chi vorrà tenerla potrà liberamente farlo».<ref>G. Galilei, ''Opere'', Edizione nazionale, XII, p. 190.</ref>
 
[[File:San Roberto Bellarmino.jpg|thumb|left|120px|Roberto Bellarmino]]
In realtà, già a quella data, le cose stavano andando molto diversamente, poiché al Foscarini, che si trovava a Roma disputando «con prontezza con chi bisogni»,<ref>Lettera di Piero Dini a Galileo, 27 marzo 1615, in G. Galilei, ''Opere'', Edizione nazionale, XII, p. 163.</ref> e pronto a ristampare il suo libro e a «difenderlo da qualunque scrupoloso oppositore»,<ref>Lettera di Piero Dini a Galileo, 28 marzo 1615, in G. Galilei, ''Opere'', Edizione nazionale, XII, p. 163.</ref> erano pervenute accuse di «aver esposto le Sacre Scritture diversamente da come le hanno interpretate i Santi Padri» e il cardinale [[Roberto Bellarmino|Bellarmino]] aveva definito «temeraria» la sua opinione. Foscarini inviò allora a Bellarmino una copia della ''Lettera'' insieme con una sua ''Defensio epistolae super mobilitate Terrae'', nella quale scrive di essersi assunto «di difendere la teoria sulla mobilità della terra, in base alla quale non risulta nessun danno alla fede cattolica, come anch'io penso, ma semmai alla teologia». Ribadito di ritenere la teoria eliocentrica «non discordante affatto dalla Sacra Scrittura», egli chiedeva al Bellarmino di esprimersi sulla questione, «perché io non sembri aver fiducia in me stesso più di quanto sia conveniente, o voler attribuire alle doti del mio ingegno più di quanto sia giusto».<ref>Citato da S. Caroti, ''Un sostenitore napoletano della mobilità della Terra: il padre Paolo Antonio Foscarini'', in F. Lomonaco e M. Torrini, ''Galileo e Napoli'', cit.</ref>
 
Line 40 ⟶ 42:
Nei primi di maggio Foscarini lasciava Roma per Napoli, intenzionato a pubblicare una seconda edizione della sua ''Lettera'' «con l'aggiunta d'altre authorità, per maggiore chiarezza della sua interpretazione», evidentemente per rispondere in questo modo alla lettera del Bellarmino, e confidando, sembra, sulla protezione del cardinale [[Giovanni Garzia Millini]], segretario del [[Sant'Uffizio]].<ref>Lettera di Piero Dini a Galileo, 2 maggio 1615: «Il P. predicatore si partì col desiderio di ristampare, conforme a che ella forse sa; e per esser della protezione dell'Ill.mo Mellino, non credo harà gran fastidi», in G. Galilei, ''Opere'', Edizione nazionale, XII, p. 175</ref>
 
[[File:Galileo.arp.300pix.jpg|thumb|right|120px|Galileo Galilei]]
Non ci furono però altre pubblicazioni curate dal Foscarini. Il [[5 marzo]] [[1616]] veniva reso noto il decreto dell'Indice con il quale si sospendevano, fino a correzioni da apportarvi, l'opera del Copernico e il ''Commento a Giobbe'' del [[Diego de Zúñiga|Zúñiga]], mentre lo scritto del carmelitano era del tutto proibito: «E poiché anche è giunta a conoscenza della suddetta Sacra Congregazione che è già divulgata ed è da molti accolta quella falsa dottrina pitagorica, in totale contraddizione con la divina Scrittura, riguardante la mobilità della Terra e l'immobilità del Sole, che insegnano anche Nicolò Copernico nel ''De revolutionibus orbium coelestium'' e Didacus Astunica nel ''Commento a Giobbe''; così come è possibile vedere da una Epistola scritta da un Padre Carmelitano, che ha titolo ''Lettera del R. Padre Maestro Paolo Antonio Foscarini Carmelitano, sopra l’opinione de' Pittagorici e del Copernico della mobilità della Terra e stabilità del Sole, et il nuovo Pittagorico sistema del mondo. In Napoli, per Lazaro Scoriggio, 1615'', nella quale il suddetto Padre cerca di dimostrare che la dottrina sull'immobilità del Sole nel centro del mondo e sulla mobilità della Terra è consona alla verità e non è in contraddizione con la Sacra Scrittura; perciò, perché non si insinui ulteriormente a discapito della verità Cattolica un'opinione di tal genere, ha stabilito che i suddetti Nicolò Copernico ''De revolutionibus orbium'' e Didacus Astunica ''Commento a Giobbe'' debbano essere sospesi finché non vengano corretti; che il libro del padre Carmelitano Paolo Antonio Foscarini debba essere proibito e condannato sotto ogni aspetto; e che tutti gli altri libri, che insegnano ugualmente il medesimo concetto, debbano essere proibiti: con il presente decreto proibisce, condanna e sospende tutti in maniera retroattiva. A prova dell’autenticità di ciò il presente decreto è stato firmato e impresso dalla mano e dal sigillo dell'illustrissimo e reverendissimo Cardinale di S. Cecilia, il Vescovo di Albano, il giorno 5 Marzo 1616».<ref>''I documenti del processo di Galileo Galilei'', a cura di S. Pagano e A. G. Luciani, Documento XXII, 1984.</ref>