Vittorio Gelmetti: differenze tra le versioni

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Alla attività compositiva Gelmetti ha sempre affiancato una intensa attività critica e di diffusione della musica, contemporenea e non. È stato membro dello staff editoriale della Rivista "Marcatre" (Lerici Ed.) e collaboratore di "Cinema Nuovo" (Ed. Dedalo); ha realizzato per la Rai TV il ciclo di educazione musicale "Tutto è musica" (1980) di cui la ERI ha pubblicato l'omonimo libro; nelle edizioni "Parole Gelate" è uscita nel 1984 "Nostagia d'Europa", intervista fatta a Gelmetti da Francesco Moscardelli.
 
Vittorio Gelmetti è autore di varie colonne sonore tra cui "[[Deserto Rosso"rosso]] di [[Michelangelo Antonioni]], "[[Sotto il segno dello Scorpione"scorpione]] dei [[Fratelli Taviani]], "100[[Cento giorni a Palermo"]] di Ferrara (premioPremio SIAE "La colonna sonora dell'anno" per l'anno europeo della musica 1985). Ha scritto moltissime musiche per spettacoli teatrali (per il Teatro Stabile dell'Aquila, per il Teatro delle Moline di Bologna ed altri) e radiofonici (tra questi "Le ballate di Anticrate" di [[Aldo Braibant]]). Per la televisione va ricordata la sua collaborazione con [[Carmelo Bene]] ("Quattro modi diversi di morire in versi" - poesie di Blok, Pasternak, Esienin e Majakowski - 1977) e musiche per "Finale di partita" di Beckett (1977).
 
Docente al Centro Sperimentale di Cinematografia in Roma, presente a numerosi festivals internazionali (Palermo, Oslo, Varsavia, New York, Mexico City), Vittorio Gelmetti occupa tuttavia un luogo appartato, lontano dalle mode della musica; era "noto ma sospetto" come lo descrisse una volta Corrado Costa, gradito agli ascoltatori, soprattutto giovani, ma spesso non altrettanto alla critica.