Stefano Bardini: differenze tra le versioni

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A diciotto anni venne mandato a Firenze a studiare pittura all'[[Accademia di belle arti di Firenze|Accademia delle Belle Arti]], dove fu allievo del [[Giuseppe Bezzuoli|Bezzuoli]], poi, dopo la morte di quest'ultimo, del Servolini. In questo periodo di formazione giovanile frequentò il [[Caffè Michelangiolo]] ed entrò a far parte dei [[macchiaioli]], ma la sua produzione pittorica, di cui resta solo un affresco nella [[Villa di Triboli]] all'[[Impruneta]] (''La Francia che soccorre l'Italia''), non è testimonianza di questa sua frequentazione.
 
Dopo aver tentato la carriera di pittore, s'inserì nel mercato dell'antiquariato, al quel tempo molto fiorente ed in poco tempo ne diventò il principale attore. I suoi clienti erano musei famosi, come il [[Kaiser-Friedrich- Museum]] (Musei Statali) di Berlino o il [[Louvre]]; collezionisti come [[Isabella Gardner Stewart]], [[John Pierpont Morgan]], [[John J. Johnson]], i coniugi [[Jacquemart-André]].
 
Durante la sua vita riuscì ad allestire una collezione a Firenze nel Palazzo di [[piazza de' Mozzi]] ([[Museo Bardini]]) che lasciò alla città di Firenze dopo la sua morte, avvenuta nel settembre del 1922.