Medea (Dolce): differenze tra le versioni

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== Critica ==
Come le altre tragedie dello stesso autore, la ''Medea'' del Dolci un largo rifacimento dell'originale [[antica Grecia|greco]]. Non può esser definita una [[traduzione]], nonostante la scarsa fedeltà all'originale delle traduzioni dal latino delle tragedie di [[Seneca]], sia perché Dolce ignorava la [[lingua greca]]<ref>Giorgio Padoan, ''L<nowiki>'</nowiki>avventura della commedia rinascimentale'', Padova: Piccin nuova libraria; Milano: F. Vallardi, 1996, p.145, ISBN 88-299-1345-6 ([http://books.google.it/books?id=E7l09JLJqOcC&pg=PA145&dq=medea+lodovico+dolce&lr=&as_brr=3&cd=45#v=onepage&q=medea%20lodovico%20dolce&f=false on-line])</ref>, sia perché la corrispondenza del testo del Dolce con il testo di Euripide non è molto stretta<ref>G. Romei, «DOLCE, Lodovico». In: ''Dizionario Biografico degli Italiani'', Vol. XL, Roma: Istituto della Enciclopedia Italiana, 1991 ([http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Dizionario_Biografico_degli_Italiani/VOL40/DIZIONARIO_BIOGRAFICO_DEGLI_ITALIANI_Vol40_053474.xml on-line])</ref>. L'atteggiamento del Dolce, nei confronti dei classici, è quella del [[poligrafo (autore)|poligrafo]], ossia del divulgatore all'epoca del diffondersi della stampa o, come olo definiva il [[Carlo Dionisotti|Dionisotti]], di "operaio della letteratura"<ref>Carlo Dionisotti, ''La guerra d<nowiki>'</nowiki>Oriente nella letteratura veneziana del Cinquecento'', Firenze: Olschki, 1964</ref>.
 
== Note ==