Cantus firmus: differenze tra le versioni

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Nel [[XIV secolo]] la tecnica continuò ad essere ampiamente usata per la maggior parte della musica vocale sacra, anche se iniziarono ad ad apparire delle notevoli elaborazioni della linea melodica: mentre molti compositori compositori dell'Europa continentale usarono l'[[isoritmia]], in [[Inghilterra]] altri compositori sperimentarono un "migrante" ''cantus firmus'', in cui la melodia passava da una voce all'altra, senza peraltro subire elaborazioni significative. Questo tipo di elaborazione venne attuato più tardi, in quella che venne poi detta [[parafrasi (musica)|parafrasi]] tecnica: questo metodo compositivo divenne importante nella composizione delle [[messa (musica)|messe]] dalla fine del [[XV secolo]]. (Vedi [[parafrasi (messa)]]).
 
La [[messa ciclica]], che divenne il tipo prevalente di una composizione didell<nowiki>'</nowiki>''ordinarium messamissae'' intorno alla metà del XV secolo, utilizzava la tecnica del ''cantus firmus'' come organizzazione principale della composizione. In un primo momento il ''cantus firmus'' era tratto dal [[canto piano]] liturgico, ma la gamma di fonti andò via via allargandosi ad altre fonti sacre e perfino alle canzoni profane: la prima messa nota su cantus firmus profano è la messa "Se la face ay pale" di [[Guillaume Dufay]], datata intorno al 1452. Il ''cantus firmus'' era in un primo momento limitato al [[tenor]], ma verso la fine del secolo, molti compositori sperimentarono altri modi di utilizzo, quali la sua introduzione in ogni voce come un soggetto [[contrappunto|contrappuntistico]] o utilizzandolo con una varietà di ritmi diversi. Nel corso del [[XVI secolo]] la tecnica del ''cantus firmus'' cominciò ad essere abbandonata, sostituita con la parodia (o imitazione) tecnica, nella quale più voci di una fonte pre-esistenti vennero inserite in una composizione sacra come una messa. Ma, mentre i compositori in [[Italia]], [[Francia]] e [[Paesi Bassi]] usarono la parodia e le tecniche di parafrasi, in [[Spagna]], [[Portogallo]] e [[Germania]] continuarono ad utilizzare il ''cantus firmus'' in modi idiosincratici a livello nazionale.<ref>Gangwere, p. 216.</ref>
 
La melodia profane di uso più frequente come ''cantus firmus'' fu [[L'homme armé]]. Esistono oltre 40 messe cicliche su questo tema (si ignora quale sia la più antica fra queste), tra cui due di [[Josquin Des Prez]] e sei messe raccolte in un manoscritto (databile intorno al 1470) dedicato a Beatrice d'Aragona e tuttora conservato a [[Napoli]], che seguono un progetto unitario (ciascuna delle prime cinque usa come cantus firmus un singolo frammento della chanson, presi consecutivamente; l'autore, o gli autori, di questa opera complessa sono ignoti, poiché dal manoscritto è stata sottratta la pagina di ''incipit'' di ciascuna messa). Praticamente tutti i compositori più noti del XV secolo, e molti compositori del medio e tardo [[musica rinascimentale|Rinascimento]], hanno scritto almeno una messa basata su questa melodia: la pratica durò fino al [[XVII secolo]], con un'ultima messa di [[Giacomo Carissimi | Carissimi]].<ref>Alejandro Enrique Planchart, The Origins and Early History of "L'homme arme", The Journal of Musicology, Vol. 20, No. 3 (Summer, 2003), pp. 305-357</ref>