Gaetano De Sanctis: differenze tra le versioni

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Presentatosi, nel [[1896]], al concorso a cattedra di Storia antica dell'[[Università di Padova]], si vide annullare la vittoria da parte del [[Ministero della Pubblica Istruzione]] su parere del [[Consiglio Superiore della pubblica Istruzione]]: ripiegò così in un posto di insegnante di greco nel Collegio Nazareno tenuto a Roma dai padri scolopi, che tuttavia lasciò l'anno dopo a causa di un dissidio con il direttore, il dantista [[Luigi Pietrobono]]. Rifiutata la partecipazione a un concorso per l'[[Università di Catania]], accettò invece nel [[1899]] l'invito rivoltogli da Federico Halbherr a partecipare alla spedizione archeologica in [[Creta]] .
 
Dopo la pubblicazione di ''Atthis. Storia della Repubblica Ateniese dalle origini alle riforme di Clistene'' nel [[1898]], poi rivisto, ampliato ed edito nel [[1912]] con il titolo ''Atthis. Storia della Repubblica Ateniese dalle origini alla età di Pericle'', nel [[1900]] pubblicava la sua ricerca su ''Il lapis niger e la iscrizione arcaica del Foro romano'',<ref>In «Rivista di Filologia classica», XXVIII, e poi in G. De Sanctis, ''Scritti minori'', II, 1970, pp. 175 e ss.</ref> che gli permetteva di vincere il concorso alla cattedra di [[Storia antica]] all'[[Università di Torino]], pur con l'opposizione di [[Achille Coen]] e di [[Ettore Pais]]. A Torino sposò Emilia Rosmini, già sua allieva, e i coniugi vissero nel prestigioso palazzo Rossi,<ref>Al numero 44 di corso Vittorio Emanuele II.</ref> di proprietà del deputato edell'industriale, sindaco della città, e poi senatore [[Teofilo Rossi]].
 
Nel [[1903]] fu accolto come socio nazionale dell'[[Accademia delle Scienze di Torino]]. La sua docenza torinese perdurò per un trentennio circa. Dal [[1923]] tenne con [[Augusto Rostagni]] la direzione della prestigiosa «[[Rivista di Filologia e di Istruzione Classica]]».