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Dopo la dura sconfitta, nella battaglia di Canne delsubita dall’esercito romano nel 216 a.C., subita dall’esercito romano ad opera di quello cartaginese condotto da Annibale Barca, molti popoli sottomessi all’imperio romano, tra i quali anche i sardiSardi, si ribellarono. La rivolta sarda, favorita da Cartagine, era guidata da Ampsicora, capo degli Iliesi, abitanti delle impervie regioni interne, detti anche “pelliti”''pelliti'' perché vestiti con pelli di animali.
 
Da Cartagine partì una flotta, comandata da [[Asdrubale]] detto il Calvo, che però non arrivò in Sardegna, perché, colpita da una tempesta fu dirottata sulle isole Baleari. Il proconsole [[Tito Manlio Torquato (console 235 a.C.)|Tito Manlio Torquato]], inviato dal Senatosenato in Sardegna, previo arruolamento di 5.000 fanti e 400 cavalieri, in ausilio del pretore Q[[Quinto Mucio Scevola (pretore 215 a.C.)|Quinto MuciusMucio Scevola]], poiché costui era debilitato da malattia; con l’esercito pretorile ivi presente ed i rinforzi mise insieme 20.000 fanti e 1.200 cavalieri, e si accampò a breve distanza dall’accampamento di Ampsicora.
Dopo la dura sconfitta, nella battaglia di Canne del 216 a.C., subita dall’esercito romano ad opera di quello cartaginese condotto da Annibale Barca, molti popoli sottomessi all’imperio romano, tra i quali anche i sardi, si ribellarono. La rivolta sarda, favorita da Cartagine, era guidata da Ampsicora, capo degli Iliesi, abitanti delle impervie regioni interne, detti anche “pelliti” perché vestiti con pelli di animali.
 
Il giovane Josto, figlio di Ampsicora, in assenza del padre che si era allontanato alla ricerca di rinforzi, preso da baldanzosa audacia iniziò la battaglia, ma battuto si rifugiò a [[Cornus (Sardegna)|Cornus]] (nei pressi dell’attuale [[Santa Caterina di Pittinuri]]), capitale della regione. Asdrubale, rimessa a posto la sua flotta, sbarcò in Sardegna unendosi all’esercito di Ampsicora, mentre Manlio si rifugiò ina Karales (l'odierna [[Cagliari]]). Le forze sardo-cartaginesi invasero le zone pianeggianti popolatipopolate da alleati di Roma e colonizzate dai romaniRomani. Dopo vari scontri si giunse nel 215 alla definitiva battaglia campale, durata 4 ore, vinta dall’esercito romano. Perirono 12.000 sardo-cartaginesi (le fonti non indicano le perdite romane), altri 3.700 furono catturati insieme a 27 insegne militari.
Da Cartagine partì una flotta, comandata da [[Asdrubale]] detto il Calvo, che però non arrivò in Sardegna, perché colpita da una tempesta fu dirottata sulle isole Baleari. Il proconsole [[Tito Manlio Torquato]], inviato dal Senato in Sardegna, previo arruolamento di 5.000 fanti e 400 cavalieri, in ausilio del pretore Q. Mucius, poiché costui era debilitato da malattia; con l’esercito pretorile ivi presente ed i rinforzi mise insieme 20.000 fanti e 1.200 cavalieri, e si accampò a breve distanza dall’accampamento di Ampsicora.
 
Nella battaglia morì anche JstoJosto; Ampsicora , mentre fuggiva dal campo di battaglia con pochi cavalieri, avuta notizia della morte del figlio e per dell’infaustol’infausto esito della guerra, si tolse la vita.
Il giovane Josto, figlio di Ampsicora, in assenza del padre che si era allontanato alla ricerca di rinforzi, preso da baldanzosa audacia iniziò la battaglia, ma battuto si rifugiò a [[Cornus (Sardegna)|Cornus]] (nei pressi dell’attuale [[Santa Caterina di Pittinuri]]), capitale della regione. Asdrubale, rimessa a posto la sua flotta, sbarcò in Sardegna unendosi all’esercito di Ampsicora, mentre Manlio si rifugiò in Karales. Le forze sardo-cartaginesi invasero le zone pianeggianti popolati da alleati di Roma e colonizzate dai romani. Dopo vari scontri si giunse nel 215 alla definitiva battaglia campale, durata 4 ore, vinta dall’esercito romano. Perirono 12.000 sardo-cartaginesi (le fonti non indicano le perdite romane), altri 3.700 furono catturati insieme a 27 insegne militari.
 
Il comandante cartaginese Asdrubale, e i nobili cartaginesi Magone, parente di Annibale barcaBarca, e Annone, fomentatore della ribellione sarda, furono fatti prigionieri e condotti a Roma.
Nella battaglia morì anche Jsto; Ampsicora , mentre fuggiva dal campo di battaglia con pochi cavalieri, avuta notizia della morte del figlio e per dell’infausto esito della guerra, si tolse la vita.
La città di Cornus, ed altre che avevano appoggiato l’azione di Ampsicora, si arresero e pagarono ingenti tributi in frumento e denaro.
 
Il comandante cartaginese Asdrubale, e i nobili cartaginesi Magone, parente di Annibale barca, e Annone, fomentatore della ribellione sarda, furono fatti prigionieri e condotti a Roma.
La città di Cornus, ed altre che avevano appoggiato l’azione di Ampsicora si arresero e pagarono ingenti tributi in frumento e denaro.
 
[[Giuseppe Bargilli]] in “Sardegna leggende e cronache dei tempi antichi” racconta la storia di Josti.
 
[[Silio Italico]], nel suo poema Punica, scrive che Torquatus con i soldati percorre i lidi della Sardegna.
 
Hampsagoras, che vantava origine troiana, e confidava nel vigore giovanile di suo figlio Hostus, aveva chiesto l‘aiutol'aiuto di Cartagine per riprendere la guerra. HostoHostus, non appena vede che Torquato avanza velocemente, esperto del luogo insidioso, in attesa degli alleati, si rifugia in una valle sterposa. Non appena le navi amiche approdano, fattosi coraggio esce allo scoperto e affronta gli avversari:
 
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== Fonti ==
*[[Tito Livio]]:, ''Ab Urbe condita'', XXI, XII e XXIII
*[[Eutropio]]:, ''Breviarium ab urbeUrbe condita'', III
*[[Appiano di Alessandria|Appiano]]:, ''De Bellumrebus punicumPunicis'', VIII
*[[Polibio]]:, ''Storie'', III libro
*[[Zonara:]], ''Epitome historioum'', VIII
*[[Valerio Massimo]]:, ''Factorum et dictorum memorabilium''
*[[Silio Italico]]:, ''Punica'', XII
*[[Giuseppe Bargilli]], in''In “SardegnaSardegna leggende e cronache dei tempi antichi”antichi'', racconta la storia di Josti.1881
 
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