'l mal de' fiori: differenze tra le versioni

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== Caratteristiche dell'opera ==
Bisogna precisare prima di tutto che non c'è, comunque, nessun riferimento a ''[[I fiori del male|Les fleurs du mal]]'' di [[Charles Baudelaire]], nonostante [[Carmelo Bene]] ne sia un grande estimatore. Come si deduce dal titolo della copertina, si tratta di un poema e non di una raccolta di poesie. In esso sono ravvisabili una commistione di lingue e dialetti, oltre che di idioletti, che vanno dall'italiano più meno antico, al provenzale, al francese arcaico, al milanese, al fiorentino, al salentino, al veneto, oltre ad essere frequentemente corrotto con inserzioni castigliane, anglosassoni... C'è dunque questo nomadismo linguistico che pervade l'intera opera. Lo stesso Carmelo Bene, in un'intervista rilasciata a Caffè letterario, dice...
:''[...] Non si può che confermarsi 'stranieri nella propria lingua'. Il plurilinguismo (crogiuolo di idioletti, arcaismi, neologismi di che trabocca il poema) è il contrario d'una accademia di scuola interpreti. È 'Nomadismo': divagazione, digressione, chiosa, plurivalenza, ecc. Il testo intentato è (deve essere) smentito, travolto dall'atto, cioè de-pensato.'' [...] </br> ''Nel 'mal di questi fiori' si fa sempre più solare il fatto che laddove il tutto possa sembrare una eruzione vulcanica, è invece somma-sottrattiva che, mediante le più svariate soluzioni chimico-linguistiche, via via si svuota. ''. <ref>[http://www.wuz.it/archivio/cafeletterario.it/152/cafelib.htm Autointervista fatta a Caffè Letterario]</ref>
 
=== Esempi di lingue, dialetti, insert, idioletti, contaminazioni ===
==== Dialetto salentino ====
:''Tie jentu miu percè cchiu nu rrefiati<br />intra sta capu a fiuri? Ieri ssira<br />nu sciardinu ccantatu era sta capu<br />te sciumei te carrofali arvereddi<br />erdi de parme ccetratina e 'rose<br />gersumini gerani nu ndurare<br />ddacquatu te pensieri''. <ref>'L mal de' fiori, op. cit., pag. 78</ref>
==== Dialetto toscano ====
:''Tu 'un lo senti che noialtridue siccome l'altri<br />s'è digià fradiciata porannoi morta gente<br />come tu la mi mà che son 'nterrati<br />raggirati nun so da che issoletico'' [...] <ref>'L mal de' fiori, op. cit., pag. 145</ref>
==== Lingua francese ====
:''Dans la poesielavie<br />le toût que s'offresouffre<br />éclate jamais de rire<br />- ah le bleu charme du gouffre! - <br />n'importequoiismetriste<br />de cette vielapoesie<br />au bain-marie artiste''.
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Ad ogni modo si tratta sempre di ''lingue minori'', nell'accezione deleuziana, corrotte, anche quando ci troviamo di fronte a una lingua italiana o francese. Spesso in questo peregrinare linguistico, eccedendo i limiti dello spazio-tempo, si ritrovano riferimenti a ''topoi'' delle sue opere teatrali, come ''Pentesilea'', ''Pinocchio'', ecc., anche se sovente non espressamente esplicitate.
Per esempio espliciti sono i versi iniziali che riecheggiano identici ''[[Pentesilea]]''...
:''Se tesa duole<br />questa mano se vuole<br />afferrare per l'oro de' capelli<br />la gloria se mi sfiora<br />nera una forza ne disvuole il gesto''. <ref>'L mal de' fiori, op. cit., pag. 28</ref>
O implicitamente pinocchio...
:''... siccome è gira gira ferma qui a noi d'accanto<br />su 'l perno 'l suo 'na giostra<br />di ciuchi 'cartapesta che si dondolano<br />immoti e vanno vanno<br />in chissadove infanzia... ''<ref>'L mal de' fiori, op. cit., pag. 143</ref>
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