Ciprì e Maresco: differenze tra le versioni
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I due autori palermitani considerano "una vittoria" il divieto ai minori di 18 anni per il loro ''[[Totò che visse due volte]]'', perché hanno saputo resistere alle richieste della commissione.<br>
«Ci avevano chiesto» hanno spiegato «di 'alleggerire' un paio di scene, soprattutto quella in cui appare la Madonna con le natiche nude. Ma noi, insieme all'avvocato [[Guido Calvi|Calvi]] e al produttore, abbiamo detto un secco no. Ci sembrava assurdo che un adulto, che so, [[Norberto Bobbio]] o il presidente [[Oscar Luigi Scalfaro|Scalfaro]], non potessero vedere interamente la nostra opera. Noi non siamo degli autori cinematografici come gli altri, siamo davvero al di fuori dell'industria. Noi [...] facciamo quello che vogliamo e poi ne discutiamo. Del resto non abbiamo mai avuto problemi né quando lavoravamo con la [[Rai]] né quando abbiamo fatto questo film. Non abbiamo mai discusso con i produttori, che stanno bene attenti a eventuali problemi di censura per assicurarsi i passaggi televisivi (anzi spesso sono gli stessi produttori i padroni delle tv). Queste sono tutte altre forme di censura, delle quali non ci siamo mai preoccupati. Adesso vogliamo solo che il pubblico veda il film e lo giudichi».
In seguito, il [[Consiglio dei Ministri]] ha approvato un disegno di legge che, secondo la proposta di [[Walter Veltroni]], prevede al massimo il divieto ai minori di 18 anni.
<br>Il [[disegno di legge]], composto di due articoli e intitolato "Modifiche alla legge 21 aprile 1962, nº 161, in tema di revisione cinematografica", ha lo scopo di
Il [[disegno di legge]] approvato dal Governo ha preceduto di qualche ora la riunione della commissione di revisione cinematografica che si è svolta al dipartimento dello spettacolo, e ha indotto la commissione a consentire l'uscita del film, nonostante tale disegno non sia mai poi effettivamente entrato in vigore in quanto non approvato dal [[Parlamento]].
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